Tesori International 10 – La saga di Mac Paperin

20 OTT 2017
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Mai copertina fu più brillante ed emblematica, in una parola più bella, in questa collana (se si eccettua forse quella del primo numero): una splendida illustrazione opera di uno splendido illustratore quale è Marco Rota, che tuttavia proprio in questo numero si consacra come tutt'altro: un valente disegnatore, un ispirato soggettista, e soprattutto un fine umorista.
A distanza di un anno esatto da quello che forse resta – se mai insieme a questo – il miglior numero della collana (a parere di chi scrive, s'intende) eccone un altro di grandissimo valore: anzitutto per la scelta di riproporre integralmente il ciclo di Mac Paperin, senza sviste, errori o scivoloni di sorta (spiace doverlo precisare, ma con l'aria che tira ultimamente tutto ciò assurge a pregio non scontato), più un “bonus caledone” un po' claudicante ma non comunque da buttare; poi, e soprattutto, per la qualità delle storie stesse. Notevole e decisamente interessante l'evoluzione -in senso neutro- del tratto, già dalla prima alla seconda storia (cosa rimarcata dallo stesso Rota) ma poi platealmente nelle successive, a seguito della compiuta, ma per una volta tutt'altro che svalutativa, “barksizzazione”.
Più che riassumere i punti salienti delle storie, trattandosi in fondo di un ciclo unico, giova abbozzare qualche linea generale: anzitutto, il modello asterixiano, a partire dall'ineffabile Piccolo Krack, in parte alter ego di quel prodigio artistico che è la figura di Obelix, regge le sorti del ciclo quasi quanto il protagonista, l'avo di Paperino chiamato Mac Paperin. Imponente, inarrestabile, generoso, permaloso, meno tonto di quanto la stazza imporrebbe per canone, il Piccolo Krack è il dedicatario della prima storia; con lui la sparuta guarnigione del castello di Malcot, fra cui brilla (si fa per dire) il microscopico Grosso Bluff (poi Grosso Angus), che assume un vero e proprio ruolo di controparte del Piccolo Krack nella storia Mac Paperin in: Problemi di Tasse, finora inedita e pubblicata anche su Topolino due settimane fa. Asterixiani il rapporto con i nemici, i Vichinghi, e le citazioni esplicite messe in bocca a Piccolo Krack. Ma direi che anche dal punto di vista grafico, oltre alla dichiarata lezione barksiana, si nota un'eleganza di ascendenza tutta uderziana (per la quale si veda ad esempio lo splash panel della seconda avventura).
Meno asterixiano il protagonista, il comandante Mac Paperin. Davvero un personaggio splendido, pienamente paperinesco eppure con una marcia diversa, davvero da soldatuccio allo sbaraglio ma con arie da comandante in capo; vitale, indomito, pauroso, catastrofico, melodrammatico, vanitoso, sempre più piccolo degli eventi. Dal punto di vista grafico, una meravigliosa trasformazione del Paperino noto in un autentico caledone, in cui vibra però inconfondibile l'aura catastrofica del discendente.
Bella presenza, stavolta, anche quella dei redazionali: dai commenti, tutt'altro che scontati, sulle storie, ad una istruttiva e ben presentata cronologia dell'opera di Marco Rota. Insomma, il classico “valore in più” all'albo.
Concludo con un commento a latere: la testata si va strutturando in maniera molto fruibile: albi monografici, a cui perlopiù si può essere interessati del tutto o per niente (almeno per quanto mi riguarda), il che permette acquisti mirati che raramente mi hanno lasciato insoddisfatto. Il prezzo resta alto, considerando la qualità della carta e della stampa (dignitosissima e perfettamente funzionale ma non certo lussuosa) e ci si augura che si resti su questo che è un buon punto di limite qualità/prezzo. Certo, davanti alla prospettiva di una testata simile, ma con prezzo lievitato e pagine in quantità dimezzata, che dovrebbe ospitare l'omnia ufficiale di Don Rosa, viene il sospetto che questo limite non sia esattamente percepito come tale… ma beh, questa, ovviamente, è un'altra storia.
Nel frattempo, buona lettura!!

Autore dell'articolo: Guglielmo Nocera

Oggi espatriato nel paese di Astérix, mi sono formato su I Grandi Classici Disney, che acquisto tuttora, e Topolino Story prima serie. Venero la scuola Disney classica, dagli ineguagliabili vertici come Carl Barks e Guido Martina ai suoi meandri più riposti come Attilio Mazzanti e Roberto Catalano (l'inventore della macchina talassaurigena). Dallo sconfinato affetto per le storie di Casty sin dagli esordi (quando lo confondevo con Giorgio Pezzin) deriva il mio antico nome d'arte, Dominatore delle Nuvole. Scarso fan della rete, resto però affezionato al mondo del Papersera, nella convinzione che la distinzione tra esegesi e nerdismo sia salutare e perseguibile. Attendo sempre con imperterrita fiducia la nomina di Andrea Fanton a senatore a vita.