Paperinik 16

05 APR 2018
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Valutare il sedicesimo numero di Paperinik è un compito relativamente semplice, dato che per esso valgono sostanzialmente le stesse considerazioni fatte un mese col numero 15. Si tratta in entrambi i casi di numeri buoni, considerando la media delle storie. L’indice è abbastanza ristretto al passato, in quanto le storie presenti sono tendenzialmente più lunghe di quanto fosse accaduto nel passato della testata e in Appgrade. Le storie scelte sono abbastanza recenti (questo mese comprese tra il 1991 e il 2015, annata dalla quale sono prelevate ben due avventure) e, ahimè, nell’indice spunta di nuovo una storia ristampata di recentissimo sempre sulla stessa testata. Mi riferisco a Il voto decisivo, divertente e dissacrante versione in salsa paperopolese del voto referendario che affronta con arguzia anche il tema dell’astensionismo oltre a quello, principale e pervasivo, dell’urna. Peccato che, però, tale avventura fosse stata già pubblicata su Paperinik Appgrade numero 26, nel 2014. È logico che le storie dedicate al Papero Mascherato non siano infinite, tuttavia è sconcertante rivedere la stessa a distanza di appena 4 anni sulla stessa rivista.
Da segnalare l’assenza – purtroppo – della vignetta finale di Giuseppe Ferrario (che in realtà manca già da un po’ ma che non posso fare a meno di rimpiangere e di sperarne un improbabile ritorno) e l’ultima storia, quella inserita nella sezione “Guest”. Si tratta di L'implacabile Scassonio Strarompi, prima apparizione di uno dei personaggi più surreali con cui Paperinik abbia mai avuto a che fare: un ingenuo ragioniere mingherlino tanto pedante quanto determinato, che tornerà poi in compagnia della degna moglie Bice. Il personaggio, ideato dalla Marinato e da Pezzin, rientra quasi tra quelli “cult” legati al Diabolico Vendicatore, non fosse altro per aver ispirato decine di storie simili pubblicate negli anni a seguire.
Ritornando invece agli inizi del numero, ovvero all’inedita, ci troviamo di fronte a una collaborazione italo-danese datata 2014, L'aspirante super aiutante che offre parecchi spunti interessanti (un plauso allo sconosciuto – in Italia – Sune Troelstrup e al suo traduttore per i frizzanti scambi di battute) e i meravigliosi disegni di Andrea Freccero, autore tra l’altro anche della cover del giornale.
A seguire incontriamo storie un po’ più deboli, vuoi per spunto vuoi per ritmo, ma non per questo di bassa qualità. I magnifici 6, ad esempio, che vede un’inedita alleanza tra Paperinik, i Bassotti e Amelia, ma che non riesce a catturare il lettore come dovrebbe, e Lo sfratto rovinoso, avventura di stampo decisamente tradizionale, forse anche un po’ troppo.
Piacevole e di gradevole lettura è la recente Il nipote ribelle, della quale è doveroso segnalare gli eccellenti disegni di un Lorenzo De Pretto con poca esperienza alle spalle ma già tanta confidenza con la matita. Stesse considerazioni per Il grande Jake, che vede il ritorno di un cugino di Paperino – Jake, appunto – e i sempreverdi disegni di Lucio Leoni . Infine, qualche parola per IL mistero del falso che è vero. Storia che all’epoca della sua uscita scatenò qualche polemica e parecchie critiche, secondo le quali i personaggi che interagivano con Paperefano Bolletta – parodia del versatile pianista Stefano Bollani – apparivano decisamente e inutilmente out of character, finendo per minare addirittura alcune loro caratteristiche consolidate. Impossibili da criticare, invece, i disegni di Paolo Mottura.

Autore dell'articolo: MiTo