Topolino 3462

03 APR 2022
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Topolino 3462

Si rischia sempre di dare inizio a queste recensioni con considerazioni che partono da spunti presenti nel numero in oggetto per estendersi in generale a ciò che il direttore Bertani sta facendo o intende fare con il Topo.

In questo caso sarà fatta un’operazione opposta: conoscere già l’opinione di Bertani permetterà di scorgerne l’emanazione nel numero in questione. Infatti, uno dei più grandi meriti che i lettori hanno sempre attribuito al nuovo corso è indubbiamente quello di “chiudere sempre ciò che era rimasto inconcluso”. Cosa che è puntualmente avvenuta più volte, sia con alcune testate (come alcune serie della Definitive Collection e il PK Giant), sia in riferimento ad alcuni personaggi (Reginella), ma anche rispetto a saghe che non avevano visto il proprio compimento (vedasi ad esempio Star Top).

Se quindi prima della sua nomina era comune fra gli appassionati di Topolino una certa diffidenza nei riguardi di nuove testate o serie che potevano rimanere “appese” senza conclusione, ora il lettore sa che può seguire sin dall’inizio con fiducia senza il timore di restare con un cerino spento in mano.

Per questo motivo chi segue il settimanale con una certa assiduità non può non aver guardato con estremo favore alla presenza, all’interno dell’indice del 3462, di un nuovo episodio di Detective Donald, la serie hard boiled con protagonista Paperino ideata dallo sceneggiatore Vito Stabile e disegnata dalle sapienti matite di Carlo Limido. Il nuovo episodio, il quarto, si presenta ai lettori dopo più di cinque anni dall’ultimo, che risale al gennaio del 2017.

Nel 2016, quando il primo episodio Mistero su tela venne pubblicato sul numero 3149 del settimanale, in cabina di regia c’era ancora Valentina De Poli e Detective Donald aveva colpito immediatamente i lettori per originalità, freschezza e per una ferrea (e allora ancora piuttosto inaspettata) continuity interna, in cui i vari personaggi vengono via via presentati nel corso della storia. L’idea consisteva anche nel chiamare i protagonisti con i loro nomi originali: Donald al posto di Paperino, Daisy al posto di Paperina… con l’eccezione di Oletta, l’assistente del nostro detective pasticcione, interpretata da una sempre vivace Paperetta, personaggio che è stato spesso male utilizzato ma non da Stabile, che lo aveva ripescato con successo tra il 2014 e il 2016 in alcune storie molto simpatiche e riuscite.

I tormenti del detective

L’ultimo episodio pubblicato, tuttavia, si concludeva con un cliffangher che non aveva fino ad oggi trovato compimento. Poteva in epoca Bertani essere possibile che una serie rimanesse appesa senza un finale? Evidentemente no, e la proposta di conclusione dello sceneggiatore ha trovato terreno fertile nel direttore che ha accordato a Stabile di tornare ancora un’ultima volta a Duckburg nell’ufficio di Donald.

Detective Donald: Il caso numero uno (Stabile/Limido), come le altre con protagonista lo stralunato e irascibile detective, è scritta bene, con verve. Vengono utilizzati diversi registri, la storia viaggia in ottimo equilibrio tra il giallo, la farsa e il dramma familiare, e non mancano alcuni riferimenti barksiani, in particolare a quella pietra miliare che è Il Natale di Paperino sul Monte Orso, e, in generale, alla progressiva evoluzione del carattere di Paperone (o per meglio dire dello Zio Scrooge) da un vecchio e disprezzabile misantropo a un personaggio vitale e pieno di sfaccettature. Anche tecnicamente la sceneggiatura è ben costruita con vignette che si prendono il giusto spazio per sottolineare i vari avvenimenti, con momenti di silenzio e introspezione e che si alternano a tavole più frizzanti e sincopate. Accompagnano questa bella avventura i sempre funzionali ed espressivi i disegni di Limido.

Corsi e ricorsi

Alla fine rimane un sentimento contrastante: la soddisfazione per aver fruito finalmente di una conclusione appagante per una bella serie (che, chissà, potrebbe a questo punto trovare spazio in un volume interamente dedicato) e un sottile dispiacere nel venire a conoscenza che non vi saranno altre storie con questi personaggi.

In generale l’impressione a fine lettura è che Topolino 3462 sia un ottimo albo, come peraltro accaduto anche per i precedenti. Ridotta la presenza di saghe troppo lunghe va prendendo piede l’ottimo compromesso di mantenere storie che fanno sì parte di serie, ma che allo stesso tempo possono essere perfettamente godibili anche prese da sole. E una perfetta emanazione di questo concetto è riscontrabile nella storia di apertura del numero.

Apre infatti la serie dedicata ai misteri di Paperopoli la storia Zio Paperone e l’avventura sui tetti di Massimiliano Valentini e Marco Palazzi. Dopo una breve introduzione in cui è la città stessa a rivolgersi al lettore tramite didascalie, la storia si svolge come una tradizionale caccia al tesoro con protagonista Paperone e i nipoti, con l’unica differenza che il terreno di ricerca in questo caso è proprio Paperopoli. Se la ciò darà i suoi frutti o meno sarà il lettore a scoprirlo, ma la città tornerà a parlare, al termine, per dare appuntamento ai prossimi episodi dove saranno presenti altri segreti da svelare.

Separati alla nascita

Assolutamente identici

Il punto più alto di questo numero però è toccato dall’infallibile Corrado Mastantuono che, manco a dirlo, anche con Paperino, Bum Bum e l’inventore maldestro fa centro donandoci una delle avventure più divertenti dell’anno. L’autore conosce perfettamente il medium fumetto e in questa avventura ha dimostrato ancora una volta di sapere come sfruttare disegni, espressioni dei personaggi, costruzione della tavola e regia delle vignette per aumentare l’esito comico.

Il risultato è, a tratti, esilarante. La trama si basa sugli equivoci e sugli scambi di persona, con l’ausilio della dabbenaggine di alcuni personaggi, soprattutto gli antagonisti, in una maniera che può ricordare il miglior Faraci. Mastantuono riesce a dosare anche in maniera ottimale gli elementi ricorrenti, sia che abbiano rilevanza per la trama, sia che abbiano “solamente” il compito di costituire dei tormentoni per strappare una risata.

Il trio di protagonisti, poi, è collaudato e sempre ben affiatato. La serietà di Archimede e l’assennatezza di Paperino fanno da perfetto contraltare alla caciara e all’ingenuo entusiasmo di Bum Bum. Salvo poi in alcuni casi scambiarsi i ruoli.

In questa storia poi emerge perfettamente la differenza che sussiste tra il maldestro imbianchino e gli altri personaggi “sopra le righe” del mondo Disney (Paperoga, Sgrizzo, ma anche lo stesso Pippo): Bum Bum Ghigno si rende conto della sua condizione di disadattato, ha presente benissimo che può essere estremamente irritante (e a volta usa ciò a suo vantaggio), sa di essere non particolarmente bello o intelligente. Ne esce un carattere estremamente tridimensionale, con le sue fissazioni e le sue frustrazioni, molto difficile da utilizzare. E che infatti viene utilizzato quasi esclusivamente dal suo creatore. Finché Mastantuono continuerà a farlo in questa maniera non possiamo davvero chiedere di meglio.

Separati alla nascita 2

Dagli all’impostore!

E tale differenza è riscontrabile anche Pippo e l’ombra dilettevole di Roberto Moscato e Giulia La Torre: una breve simpatica nella quale il protagonista esibisce il suo “pensiero laterale”, senza apparentemente rendersi conto che ciò che fa è visto dai più come una inconcepibile stramberia.

Chiude il numero Topolino e Eta Beta e il ciarliero fandoniatore, che tra fantascienza e i bizzarri alieni immaginati da Davide Aicardi ha il merito di riportare sul settimanale i bei disegni di Lucio Leoni.

Interessante anche l’apparato redazionale, di cui andiamo a evidenziare alcune chicche.

In primo luogo Davide Del Gusto scrive un bell’articolo in occasione del decimo anniversario della morte del maestro Rodolfo Cimino, che con le sue storie ha divertito e commosso generazioni di lettori, tra cui anche chi ha scritto queste righe.

Subito dopo, ma di una incollatura, è con grande soddisfazione che si segnala la presenza di un articolo, sempre di Del Gusto, che celebra i TopoOscar di quest’anno e che va ancora una volta a dimostrare come questo riconoscimento, unico del suo genere per il fumetto Disney, negli anni si stia ritagliando una sua rilevanza e sia sempre più ambito, accompagnato in questo da un crescente entusiasmo dei lettori e degli utenti che partecipano ogni anno sempre più numerosi.

Concludiamo segnalando la presenza di una “chiamata alle armi” per nuovi disegnatori: Topolino sta cercando forze fresche e questa è un’ottima notizia per centinaia di aspiranti autori che non vedono l’ora di entrare a far parte della famiglia Disney. A loro va il più caloroso dei nostri “in bocca al lupo”.



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Autore dell'articolo: Matteo Gumiero

Costretto a scrivere qualcosa in questo spazio, sono ingegnere, non amo scrivere ma in compenso mi piace leggere. Fumetti, soprattutto.