Topolino 3488

04 OTT 2022
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Uno degli obiettivi che da sempre Topolino si propone è quello di innescare nei suoi lettori la “curiosità”, lo stimolo ad approfondire quanto appena letto in una storia, la voglia di saperne di più, a partire solitamente dagli articoli interni del libretto. 

Ecco, tale obiettivo è stato sicuramente centrato per quanto riguarda il sottoscritto (e spero non solo) con il primo episodio di Viaggio nella Luna, trasposizione a fumetti di una pietra miliare della cinematografia: il celebre film muto omonimo realizzato nel lontano 1902 da Georges Méliès, pioniere della Settima Arte e soprattutto dei suoi effetti speciali. Al termine della lettura, sono infatti andato su YouTube a recuperare la pellicola e l’effetto è stato molto particolare.

La sceneggiatura di Bruno Enna, pur adattandoli al contesto disneyano, ricalca piuttosto fedelmente i passaggi fondamentali del cortometraggio e sembra regalare al lettore l’illusione di vedere svelati quei dialoghi inevitabilmente assenti nella fonte originale. Ottima la colorazione di Emanuele Virzì, che offre una resa anticata pur senza ricorrere all’uso del bianco e nero. Notevole, infine, il lavoro ai disegni di Alessandro Pastrovicchio, al ritorno sulle pagine di Topolino a dodici anni dalla sua ultima apparizione. Un lasso di tempo che però non ha intaccato la bravura del disegnatore friulano, che ci si augura pertanto di ritrovare in pianta stabile fra i collaboratori del settimanale.

Ritornando ai giorni nostri, prosegue invece la sfida lanciata nello scorso numero al titolare della testata. La seconda puntata di Scacco Matto a Topolino – avventura che un tempo si sarebbe definita promozionale in quanto veicolo degli scacchi allegati al libretto – segue un impianto narrativo piuttosto classico che vede gli investigatori nella scomoda posizione di rincorrere le iniziative criminose dello Scacchista. Se lo svolgimento della partita “diretta” da Giovanni Di Gregorio sembra poter fornire comunque qualche spunto interessante, come la renitenza del campione arruolato dalla Polizia a sacrificare qualche pezzo in vista della vittoria finale, a mancare (complici anche i morbidi disegni di Ottavio Panaro) è una vera sensazione di pericolo, vista la messa in atto da parte del villain di quelli che finora non sono altro che modestissimi sabotaggi.

Un sottile filo di inquietudine ce lo regala, tuttavia, la storia successiva. Già in altre occasioni Enrico Faccini ha imbastito le sue trame da autore completo a partire da alcuni oggetti misteriosi: lo possiamo immaginare un po’ come il venditore ambulante della storia, intento ad attingere al suo campionario di magici manufatti per offrirli di volta in volta a personaggi diversi, secondo suoi imperscrutabili fini. In Amelia e il folletto di Cartusio la beneficiaria (?) di un peculiare dono è appunto la fattucchiera partenopea, che si ritrova protagonista di un’avventura onirica non solo particolarmente riuscita, ma anche nascostamente istruttiva.

Venghino, paperi, venghino!

L’albo termina, infine, con due storie che avremmo potuto trovare in due precise testate del passato, senza notare la minima stonatura. Paperino e le indicazioni disastradali, pubblicata in Danimarca nel lontano 2007, sembra essere infatti uscita da un tardo numero di Zio Paperone: una ten-pager straniera senza infamia né lode, arricchita dai sempreverdi disegni di Marco Rota ma costretta nel piccolo formato del libretto.

Più curioso il caso di Zio Paperone e lo zirlap appesantito: come evidenziato anche dal titolo della serie, il taglio dell’avventura riporta alla mente la più famosa collana di allegati ai quotidiani, L’Economia di Zio Paperone. Alessandro Sisti si inserisce dunque una volta di più sulla strada tracciata da Massimo Marconi negli anni Novanta: il risultato è una buona storia, piuttosto scorrevole alla lettura ma forse non del tutto chiara nell’esplicitare i meccanismi finanziari che portano il Vecchio Cilindro a ribaltare a suo favore una congiuntura negativa per le sue tasche.

In conclusione, Topolino 3488 si caratterizza come un numero ben equilibrato nelle sue componenti, fra storie a puntate e autoconclusive, rimandi cinematografici e citazioni editoriali, proseguendo lungo la strada fortemente intrapresa e tracciata dal Direttore di consegnare al lettore un prodotto di alta qualità.



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Autore dell'articolo: Federico Pavan

Sabaudo di nascita, romano d'adozione e veneto per amore, leggo fumetti da quando ero bambino e non ho ancora smesso! I miei preferiti: Tex, Asterix, Lucky Luke, Corto Maltese, Mafalda… ma Topolino resta il compagno di viaggio più fedele, una passione che mi ha portato a conoscere il Papersera (e a incontrare tanti amici e una splendida sposa) lungo tutto lo stivale italiano. Il mio idolo disneyano di sempre è Romano Scarpa, ma non posso dimenticare l'emozione del mio primo raduno, nel quale ho avuto la fortuna di incontrare due miti come Don Rosa e Carlo Chendi.