Vi propongo un parallelismo tra due storie per cui autori diversi in tempi diversi hanno avuto la stessa idea.
https://inducks.org/story.php?c=YM+45-09-27https://inducks.org/story.php?c=I+TL+2827-02Penso che sia interessante valutare le differenze di approccio, al di là delle ovvie similitudini dovute dall’argomento.
Personalmente mi sono già fatto alcune idee: anzitutto noto un’inversione narrativa tra causa e conseguenza: mentre nella walshana è presentato prima il problema e dopo la soluzione, nella facciniana all’inizio viene introdotto un oggetto di cui solo in seguito si scopre l’utilità.
Io considero la prima più spiazzante, perché il finale arriva più velocemente. Ciò è dato non solo dalla mancanza di dialoghi, ma anche dal fatto che nella lettura l’occhio compie un unico movimento senza deviazioni, da sinistra a destra.
La mia posizione è avvalorata da un alto elemento: nella storia più vecchia la conclusione non viene anticipata. Sicuramente, lo sceneggiatore ha utilizzato questo schema (prime vignette per introdurre il problema, più ultima l’ultima che mette in campo l’’idea ingegnosa/bizzarra per risolverlo) più volte, quindi ci si poteva aspettare che anche in questa occasione sarebbe andata così, ma non era detto.
Nella vicenda successiva, invece, quando si parla dei ricci di castagne il lettore comincia già a interrogarsi sull’uso a cui saranno destinati (e ha più tempo per farlo, a causa della maggior lentezza della narrazione).
Tuttavia quest’ultimo punto può anche essere visto a favore: sebbene il lettore provi a immaginare il possibile utilizzo, difficilmente quello attuato coinciderà con quello che si era figurato. Dunque da tale prospettiva è spiazzante poiché, malgrado avessimo già degli elementi su cui ragionare, il finale è talmente stravagante che non ci saremmo mai arrivati.
Una somiglianza è invece rappresentata dall’accentuazione della comicità da parte dell’espressione dei personaggi (diverse tra loro come differenti sono essi). Da questo punto di vista vince la vicenda più moderna, non tanto perché lo sguardo di Paperoga si trova al centro della vignetta, ma per il semplice motivo che è completamente visibile, a differenza di quello di Topolino, parzialmente nascosto. In questo caso però ritrarre il personaggio frontalmente avrebbe celato gli speroni e reso la situazione poco comprensibile, perciò non si poteva raffigurarlo da altre angolazioni rispetto a quella scelta.