Venti anni senza Carl Barks

25 AGO 2020

I’m saddened to report that Carl Barks passed away at about 12:15 AM PDT on Fri., August 25, 2000. There are no words that can adequately express the loss to the world.

Carl Barks

Carl Barks

Questa l’e-mail di Donald Ault che arrivò nella casella degli iscritti alla gloriosa Disney Comics Mailing List il 25 agosto di venti anni fa. Solamente due decenni fa internet era un “luogo” molto diverso da ora: l’obiettivo era soprattutto imparare e condividere, non “pubblicare”, e la mailing list dedicata ai fumetti Disney era il luogo principale in cui questo avveniva. Forse non c’erano moltissimi iscritti, ma era uno strumento di avvicinamento al mondo Disney di una potenza enorme: persone come il già nominato Donald Ault, o come Gerry Tank (anch’egli purtroppo recentemente scomparso) tenevano i contatti tra il gruppo di fan e lo stesso Barks. A pensarci ora avere la possibilità – seppure mediata – di interfacciarsi con questo grande uomo era qualcosa di meraviglioso…

La scomparsa di una persona come Barks – per chi come il sottoscritto è cresciuto con il mito delle sue storie – fu qualcosa di difficile da metabolizzare, era qualcosa di grandioso che eravamo abituati a dare per scontato… Un po’ come se dal foro romano sparisse il Colosseo, come se dalla musica mancasse Beethoven… Come se dal mondo del fumetto mancasse Zio Paperone!

Per fortuna però i lasciti culturali dei più grandi resistono nel tempo, sopravvivono ai loro autori, e oggi a venti anni di distanza siamo ancora qui ad appassionarci per le follie, le scelleratezze, gli eccessi, gli slanci e le esagerazioni di un papero in ghette e cilindro.

Non mi dilungo ora sulla grandezza del lavoro di Barks, non è il momento, ma ci torneremo sin da oggi, con una serie di approfonditi articoli dove la Redazione del Papersera tenterà di analizzare, spiegare e condividere la grandezza delle storie da lui realizzate, di come abbia creato delle nuove regole per uno strumento di comunicazione popolare e diffuso come il fumetto negli anni del dopoguerra, di stimolare un confronto dialettico sulla necessità di un mantenimento delle linee guida lasciate dal più grande di tutti per poter ambire a rinnovare e rendere ancora fertile il terreno che così sapientemente Barks ha preparato e lasciato a tutti noi.

Consentitemi in chiusura una nota personale: Barks era malato di leucemia da tempo, e poche settimane prima della sua morte venne ricoverato in ospedale, dove – però – rifiutò le cure che avrebbero potuto tenerlo in vita ancora per un po’. Barks era diventato tutt’uno con il suo lavoro, ed in particolare con uno – secondo me – dei suoi capolavori: come re Khan Khan alla fine di una lunga vita rinuncia alla sua immortalità, per raggiungere i suoi eserciti da tempo polvere nel deserto.

Grazie Carl, e porta pazienza se siamo ancora qui a dibattere su quanti siano tre ettari cubici o come sia possibile tuffarsi nel denaro come un pesce baleno, scavarci gallerie come una talpa e gettarlo in aria per farselo ricadere in testa come una doccia…


Autore dell'articolo: Paolo Castagno

Sono appassionato lettore e collezionista di fumetti Disney sin da quando ho imparato a... guardare le figure. Il Papersera - sia il sito sia l'associazione - sono per me motivo d'orgoglio!