Adesso che la PKNE ha al suo attivo ormai 4 quattro storie e la quinta è in dirittura d'arrivo (non considerando gli episodi brevi Pktube e TimeCrime, dal chiaro e ben riuscito, secondo me, intento celebrativo), azzardo alcune riflessioni che costituiscono un provvisorio rendiconto del mio grado di soddisfazione sul nuovo corso pikappico.
Premetto che trattasi indubbiamente di belle storie, che credo abbiano fatto e facciano bene a Topolino, e che possono essere considerate in modi differenti. Il mio criterio interpretativo è inevitabilmente quello del vecchio lettore di PKNA e PK2. Secondo questo angolo visuale, la PKNE per me è ancora ferma a Potere & Potenza. E' l'unica storia, ancora oggi, che abbia raggiunto il punto di equilibrio fra fedeltà alla continuity e originalità di soluzioni narrative, senza lasciare dubbi o incertezze nel lettore: tutto in essa è ben calibrato.
Credo che dopo P&P, ciò non sia più avvenuto, e che si sia andati da un lato alla ricerca di soluzioni nuove, ma in contrasto con i punti fermi della continuity, dall'altro si sia attinto al vecchio materiale pikappico, ma nel mero senso del riciclo di storie, personaggi e situazioni già colladaute.
Il problema si verifica già in GADT: bella storia, indubbiamente, basata su una felice ed originale idea circa lo scorrere del flusso spazio temporale, ma che entra in contraddizione con la continuity nella rappresentazione della personalità del Razziatore; checchè ne dica Sisti, questa storia contraddice almeno in parte l'evoluzione psicologica e caratteriale del Razziatore e l'evoluzione delle sue scelte di vita: lo stesso torna a lavorare per l'Organizzazione, seppure rinnovata ai suoi vertici, e torna ad essere un infido avversario di Paperinik: e se nel finale non si riprendesse un pò, salvando Paperinik dall'implosione, si potrebbe parlare proprio di totale passo indietro del personaggio. C'è poi la questione di Angus Fangus, che torna dalla nuova Zelanda, più in collegamento con le storie di Universo Pk che con P&P, tanto che in IRN si è dovuta mettere una pezza a questa contraddizione.
La contraddizione con l'universo narrativo conosciuto, apprezzato e metabolizzato del vecchio piker continua poi in modo ancora più eclatante in IRN, dove tutta la storia di Moldrock e di Everett è in aperto contrasto con la biografia di Ducklair narrataci in PK2: è vero che c'è uno spunto proveniente dalla saga originale (il mondo coroniano ai tempi in cui aveva ancora solo cinque lune, la DT come portale a difesa della Terra), ma la ricerca del nuovo è portata avanti in assoluto disequilibrio con l'ottimo vecchio, ed ho il timore che, se anche Artibani abbia in mente qualcosa per appianare l'antinomia, ciò avvenga solo grazie ad interminabili spiegoni.
Per non parlare di CDUR, ove si reintroduce Xadhoom: è vero che il "trucco" per riportarla in vita stava già nella saga originale, e che ciò vale anche per la spiegazione circa l'esistenza di nuovi sciami di Evroniani, diversi da quelli annientati da PK nella PKNA, ma ciò non toglie che il lavoro di rielaborazione di spunti tratti dal vecchio corso, se pure non contrasta formalmente con esso, quanto meno gli toglie il sapore di epicità e di definitività con cui lo ricordavamo; senza dire che la suddetta sensazione di perdità di epicità della vecchia saga non è neanche compensata da quei momenti di lirismo e sentimento più adulto, che spesso trovavamo in PKNA e PK2 e che sarebbero stati doverosi fra personaggi che si reincontrano dopo tanto tempo.
Delle contraddizioni de Il marchio di Moldrock stiamo già parlando diffusamente nel topic dedicato, e confermano quanto sopra: riciclo di personaggi vecchi (vedi monaci di Dhasam Bull) senza la rappresentazione di alcuna emozione in Pk, che pure li reincontra dopo tempo e dovrebbe esserne contento, ripescaggio di altri personaggi del passato (vedi Trauma) sic et simpliciter, senza alcuna coerenza, neanche interna, all'evolversi della trama: infatti nella seconda puntata della storia si punta tutto sulla creazione di un nuovo Trauma, ignorando del tutto la possibilità di utilizzare i poteri pschici dei monaci di Dhasam Bull, e poi all'improvviso, senza alcuna spiegazione, i nostri addirittura rinunciano all'idea senza neanche dirselo apertamente e si avventurano alla ricerca del vecchio Trauma, come se ciò fosse ovvio e scontato.
Mi sembra che il nuovo corso PKNE, così com'è adesso, possa certamente soddisfare nuovi lettori, amanti del genere, ma per me, vecchio ed affezionato lettore di PKNA e PK2, è fonte, allo stato, più di confusione e contraddizioni che altro, e che, più che aggiungere qualcosa di nuovo ed originale a quel bel romanzo che è stato il Pk degli ultimi anni 90, gli vada invece togliendo qualcosa, svuotando di significato le soluzioni narrative che allora ho apprezzato, ammirato ed amato. Per questo per me, pur apprezzando in sè ogni singola storia del nuovo corso, idealmente la saga di PK rimane ancora solo quella degli ultimi anni 90, con una "chiusura del cerchio" rappresentata da P&P e dal ritorno in "vita" di Uno nel suo epilogo.