Note prelettura del trentatreesimo volume.
Trasporto valori: capolavoro assoluto dello sghignazzo senza freni e della presa in giro ai confini della satira perfida! E non sto scherzando! Mentre i Guardiani della Galassia devono affidare il trasporto di alcuni loro valori, per l’acquisto di un satellite, ad una compagnia spaziale di spostamento preziosi, sulla Terra Pikappa ha una sfuriata con Uno, in conseguenza della quale si mette finalmente a leggere il contratto che aveva firmato per entrare nei Guardiani. Ma non lo fa con intenti pacifici: pare infatti che il Corpo gli debba pagare un regolare stipendio finora non percepito! A fronte del rifiuto di Uno, al povero Pikappa non resta che entrare in sciopero, in attesa del parere del Gran Consiglio! Alessandro Sisti, chiaramente in vena di rivincite verso la serie che aveva cancellato le sue due precedenti creature, si cimenta con questa saga, rivoltandola come un calzino in un fuoco di fila di irresistibili gag e piacevoli assurdità (uso il termine in senso buono), capaci di farti ridere sino alle lacrime mentre letteralmente distruggono tutte le fondamenta della serie. Spassosissima storia che merita di essere annoverata sicuramente tra le migliori di tutte le Frittole, per non dire la migliore in assoluto (e se la migliore è quella che piglia in giro la serie, ho detto tutto su quanto la serie valga)! Il comparto grafico è ottimo, nelle ormai collaudate mani di Turconi e Zanotta, che realizzano alcune scene di Paperino scatenato davvero meritevoli di lode! Imperdibile assolutamente. La breve Paradosso si lascia leggere e nulla più su testi di Ambrosio, che ha ripescato Kronin dopo un po’, ed è onestamente disegnata dalla Perissinotto. Niente di che: leggetela senza particolari pretese.
Senza via di scampo: un criminale prende in ostaggio varie persone, tra cui Lyla, invitate nel nuovo Museo d’arte moderna a Paperopoli, sorto all’interno di un ex carcere di massima sicurezza. Il solo modo per entrare è quello di fare a ritroso il percorso seguito dall’unico uomo che dal vecchio carcere fosse scappato, e quindi Pikappa domanda il suo aiuto, che non gli sarà certo negato visto che il sequestratore ha un conto in sospeso con l’ex fuggiasco. All’esordio frittolico, Michele Foschini non lesina sull’azione e sullo spettacolo. Ma è tutta azione inutile, nel senso che sarebbe bastato pigliare un’arma qualsiasi della Pikar per abbattere una parete o il tetto ed entrare, senza fare tanta scena, e lasciare che Lyla si scatenasse da subito, anziché fare la statuina senza motivo, perché tutta la storia si risolvesse in trenta secondi. In più, gli umani sembrano tutti più forti dei robot e la tecnologia dei Guardiani in proporzione pare un triciclo anziché quanto di più avanzato ci sia sul nostro pianeta… Un’occasione sprecata, quindi, ma va detto che la storia non è affatto narrata male, che la tensione non manca e che i dialoghi sono tutt’altro che banali. Insomma, storia sì insufficiente in apparenza, ma che, da buona opera prima, lasciava intravedere ottime prospettive per il futuro dell’autore. Buoni i disegni di Dalena-Giorgilli, particolarmente per quanto riguarda il cattivo della situazione, reso in modo che la sua malvagità traspaia in ogni espressione. Molto meglio comunque la breve Reazione a catena, dove Cordara sfrutta al meglio un meccanismo non nuovo per regalarci tante sane risate, mentre Urbano e Zanotta fanno la loro ottima parte nell’aggiornare, seppur in una sola vignetta, il novero delle minigonne sexy di Lyla in questa serie!
Nemico invisibile: un qualcosa atterra a Paperopoli, un qualcosa che sfugge agli sguardi e ad ogni sistema di rilevazione. Per percepirlo occorre usare la visione del cuore, che Pikappa sviluppa in tempi record grazie ad un vecchio maestro di arti marziali. Ma l’essere, che sembra irrefrenabile, sta puntando dritto dritto verso una centrale nucleare, e deve essere fermato o deviato al più presto… Cosa sarà mai e quali saranno le sue intenzioni? Ancora Foschini ai testi ci regala un’avventura più che gradevole, molto meglio della precedente, tutta cuore ed azione: peccato solo che l’autore non abbia resistito ad esagerare un po’, e faccia fare a semplici umani balzi di cinque metri, quando il record olimpico di salto in alto è ben sotto i tre metri… Ma la storia si lascia leggere, ben rappresentata dalle tavole assai dinamiche della Perissinotto, che si scopre ottima disegnatrice anche delle scene d’azione più rocambolesche. Spettacolare l’originale Backstage che ci regala tutti gli schizzi preparatori dei personaggi di contorno! Ambrosio ai testi e Mangiatordi alle matite ci omaggiano invece della breve Il Pozzo: questa breve sembra, volutamente, una storiellina innocua, un po’ comica con qualche lato malinconico, un nulla di che per chiudere il fumetto… sino all’ultima pagina, che la ribalta completamente trasformandola forse nella storia più cinica che si sia mai vista sulle Frittole dopo I senzanome, rivelandoci che essa, proprio grazie a tale contrasto, è davvero ben fatta nel descrivere l’assoluta spietatezza che scorre nelle vene di un certo scienziato evroniano (per stavolta senza benda sull’occhio, ma è lui), ben noto a noialtri lettori, anche grazie alle tavole molto espressive che ottimamente rendono l’idea del cinismo di Zoster. Applausi anche stavolta ad Ambrosio, quindi: e devo rilevare come ne abbia presi tanti sinora, a parte Toyland, in questa sciagurata serie di avventure…