Note prelettura del trentaquattresimo volume.
Attacco frontale: il coolfamizzatore planetario è una nuova arma evroniana capace appunto di coolflamizzare un pianeta in un solo istante. Gorthan vuole usarlo sulla Terra, per togliere di mezzo Pikappa, ma, prima di farlo, sarà il caso di spingere gli altri guardiani ad ammassarsi sul nostro bel pianetino. D’altronde Zartas è stato chiaro: la distruzione totale è ciò cui il vero re guerriero deve aspirare… o no? Prima parte di una bilogia dove Secchi, con riferimento a questo singolo episodio, dà buona prova di sé. In qualche tratto la storia non è scorrevolissima e ci sono un paio di blooper, ma tutto sommato si lascia leggere, tenuto conto del fatto che, tuttavia, la storia è monca senza il prossimo numero, per quanto non sia “troncata proprio sul più bello”. Dialoghi non troppo elevati, per ora, ed è un vero peccato. A. Pastrovicchio più che buono ai disegni, senza picchi, ma anche senza orrori. La breve
Uno, nessuno e…, di Foschini/Urbano-Zanotta, nulla aggiunge alla trama. Si legge e nulla più, con disegni giusto nella media o poco al di sotto.
Il re guerriero: perché il poema di Zartas è rimasto incompiuto? Gorthan continua a chiederselo mentre la sua trappola sembra funzionare. Solo Pikappa si frappone fra lui e la conquista della Terra con annesso annientamento dei Guardiani. E se fossero le azioni ed i discorsi del papero mascherato la chiave per capire cosa spinse Zartas a non finire la sua opera principale? Ma allora la verità è ancora più spaventosa di quel che non sembrasse di primo acchito! Seconda parte della bilogia, che si concentra tutta nell’epico faccia a faccia finale Pikappa-Gorthan, il quale sarebbe molto bello in sé, non fosse per il terrificante debito di frittola con Mekkano. Ma merita veramente di essere letta, nonostante delle sviste clamorose in sede di sceneggiatura (una su tutte: perché Lyo e Lyla non scendono in campo a fianco di Pikappa nel momento del bisogno? Lyla stavolta ha pure i pantaloni…). Quanto ai disegni, in sé non sono brutti, ma il cambio di tratto tra la parte disegnata da D’Ippolito e quella disegnata da De Lorenzi è troppo evidente, e disturba moltissimo. Breve totalmente superflua, dove Badino crea una storia noiosa e scioccherella, mancante di ritmo come il titolo
L’ultimo lento lascia ben intendere. Decorosi i disegni di Dalena – R. Sisti. Nel
Backstage si preannunciavano alcune tavole del numero successivo: la rubrica era bella in sé, ma non potrò mai perdonare ad Ambrosio di avere definito, nelle note di sceneggiatura per il disegnatore per spiegare cosa fosse un Evronbot, i mostri di Vega in
Ufo Robot Goldrake “pacchiani”. Spiacente: ciò è intollerabile! Firmato: un fan incallito di Goldrake, che annovera “Alabarda spaziale!” tra i suoi gridi di battaglia più comuni!
Uno + Uno: tra mille anni abbondanti gli Evroniani saranno ancora qua. E ci sarà anche Pikappa a contrastarli, ma sarà un cyborg, perché l’erede di Uno lo ha convinto a trasformarsi in robot per svolgere il suo compito al meglio senza più preoccuparsi di dovere salvare ogni volta la buccia. Magari, con una cronovela si potrebbe cambiare il passato, se l’essere un robot è diventato psicologicamente faticoso, ma il nostro Pikappa lo permetterà? Altra splendida storia ottimamente sceneggiata da Ambrosio, la quale non merita la patente di capolavoro solo perché la frittolata di Due è sin troppo evidente. Ma è una storia stupenda per introspezione dei personaggi, benché il sistema di paradossi temporali, in sé correttissimo, possa dare sulle prime dei forti mal di testa. Però rileggetevela volentieri, perché le Frittole scritte così erano pure belle! Onesti i disegni di Cabella, che ben rende alcune espressioni di Pikappa, sconcertato per la vicenda allucinante che gli si sta parando davanti. Sempre di Ambrosio è la breve
Vogliate gradire, quale gentile omaggio…, carina pure questa, e soprattutto, inaspettatamente, fondamentale per la continuity! Barbaro giusto accettabile ai disegni.