Ragazzi, capisco che sia bello sognare, ma dovete mettervi nei panni degli editori di quotidiani. Nella scelta degli allegati due cose interessano ai curatori: che siano collane lunghe, per poter spremere il più possibile i lettori, e che siano collane con una certa attrattiva. E magari che siano pure facilmente reperibili, prerogativa comunque non sempre necessaria.
Prendendo in considerazione l'ipotesi "Macchina del Tempo", né il primo né il secondo requisito vengono rispettati: troppo poco materiale (a meno di non voler riproporre una serie sul modello della Storia dell'Arte, con una sola avventura a numero - ma qualcosa mi dice che l'iniziativa non stia avendo troppo successo, quindi lo escluderei), e senza attrattiva. Sul serio, a chi pensate che interesserebbe? Barks, Gottfredson, finanche (in misura certo minore) Scarpa erano nomi decisamente "forti". E PK ha segnato l'adolescenza di un'intera generazione. Ma la Macchina del Tempo?!?
Dal punto di vista dell'editore, il materiale di nicchia può
anche essere riproposto ogni tanto, ma solo dopo avere avuto la certezza (dopo numerose collane più
mainstream) che un pubblico disposto ad acquistarlo ci sia.
Vedere alla voce "allegati BéDé della Gazzetta", collane
esemplari (che infatti riscuotono costantemente un ottimo successo): prima i curatori hanno giocato i pezzi da novanta, e dopo aver riscosso il successo sperato hanno potuto permettersi di proporre
anche cose meno note.
Sono già uscite molte raccolte di fumetti francesi e non hanno mai comportato ritardi per quanto riguarda le collane Disney.
Precisamente.
La sovrapposizione di molte collane e iniziative contemporaneamente (non solo a tema fumettistico) anzi è spesso
voluta dai giornali: proporre iniziative collaterali, come libri, guide turistiche, DVD (e sì, anche fumetti), è uno dei pochi modi con cui i quotidiani riescono ancora a tenersi a galla (almeno in Italia), dando per scontato che né le vendite né le inserzioni pubblicitarie sono più sufficienti per tirare avanti.
Ci sono i finanziamenti, vero, ma coprono solo fino a un certo punto le spese affrontate dagli editori di quotidiani.