Immagino se ne sia parlato in qualche pagina precedente ma la lettura e la visione di "Café Zombo" (cartonato orizzontale uscito nel 2016), fatta qualche sera fa, mi ha entusiasmato. L'autore completo Regìs Loisel ha delineato la Topolinia dei primi anni '30 come forse nessun altro mai (neanche Gottfredson). Sembra di essere lì, quasi in una dimensione 3D, in questi quartieri periferici piuttosto 'sgarrupati', tra una catapecchia e l'altra, dove la disoccupazione e la crisi si vedono e si sentono, nei discorsi dei protagonisti come nella miseria delle strade. La casa di Pippo è ovviamente quella messa peggio (come ai giorni nostri, d'altronde) ma anche quelle di Topolino, Orazio, Clarabella non è che brillino di particolare benessere.
C'è una rabbia che pervade molti protagonisti: Topolino ha spesso degli scatti nervosi, delle reazioni forti a situazioni che gli si presentano. E Orazio non è da meno, sebbene un po' più saggio. Pippo è sempre un'anima candida e questo fa si che sia spesso sottomesso alle sue due amiche (ma ancora non proprio tali) Minni e Clarabella che gli fanno fare un po' tutto con aria di sufficienza e superiorità. La situazione generale, già difficile oggettivamente, è ulteriormente appesantita dalle mire di Rock Fuller, un banchiere senza scrupoli che vuole acquistare l'intero quartiere per raderlo al suolo e costruirci dei campi da golf.
Un personaggio, Fuller (credo un ippopotamo) che si inserisce talmente bene fra altri due poco di buono, Gambadilegno e Lupo (quest'ultimo utilizzato anche in Horrifikland, altro albo Glénat) che ho pensato fosse di origine gottfredsoniana (magari un one shot) mentre dovrebbe essere una creazione originale di Loisel. Per certi versi curiosa (ma non troppo) la presenza di Paperino che le due coppie (Topolino, Minni, Orazio e Clara, mentre Pippo è ancora tenuto ai margini) vanno a trovare in una gita 'fuori porta'. E' il periodo in cui vive in un battello fluviale e simpatico sarebbe stato vedere anche Meo Porcello, per una illustrazione del periodo ancora più completa. Invece Paperino è da solo e il suo ruolo è limitato a questa visita, fuori dal plot principale.
Un'altra suina mancante è l'amica di Minni, Patrizia Pig, che però Loisel sembra voler ricordare in qualche modo, sebbene non ufficialmente, ponendo a capo delle mogli rivoltose (portate con l'inganno da Fuller in un centro vacanze per lasciare da soli i mariti del quartiere e poterli più facilmente 'zombizzare') una certa Elsa Porcsky che potrebbe vagamente ricordarla. In effetti questi abitanti-zombi che camminano in gruppo o da soli ululando "cafè...cafè...cafè..." sono una costante delle panoramiche semiurbane del quartiere, una base di 'popolo-bue' sulla quale spiccano inevitabilmente i protagonisti buoni e cattivi di questa storia.
Nell'omaggiare da 'esterno' (visto che in genere disegna altro) il grande Floyd Gottfredson, l'autore francese da il meglio di se, rivisitando in maniera molto personale e molto convincente una Topolinia ancora scossa dal crack di Wall Street e non ancora incanalata nel New Deal roosveltiano. Almeno, non nella sua periferia degradata (e Loisel sottolinea il degrado forse più dello stesso Gottfredson che non lo nascondeva di certo), non più campagna come nelle primissime avventure di Mickey ma sempre molto lontana da un centro metropolitano che nelle strisce di Gottfredson a volte appariva ma che qui è più ipotetico che reale.