Conclusasi "la regina fuori tempo", posso farmi un'idea su ciò che ho letto.
Enna mi piace, non è una novità, ci ha offerto prove mirabili e mostrato uno stile, una poetica, invidiabili e raramente riscontrabili in altri. Ma questa storia di Reginella, non me ne voglia, non è andata.
E non dico tanto per la questione che ha imbufalito il forum nelle settimane scorse sull'amicizia/amore fra Paperino e Reginella ( in tutta onestà, alle lamentele in merito mi veniva voglia di rispondere come Missy a riguardo del suo rapporto col Dottore: provate ad elevarvi al di sopra della frenesia riproduttiva della vostra catena alimentare, e contemplate l'amicizia. Un'amicizia più antica e complessa di quanto possiate immaginare. E poi avrei sparato a qualcuno, giusto per fare come lei, quindi ho evitato ) ma per la storia in sé.
Ovvio che Cimino e Enna scrivano diversamente, però il cambio di registro è davvero marcato. Abbiamo avuto viaggi nel tempo, apparecchiature fantascientifiche con qualche spiegone in mezzo, una Reginella quasi totalmente assente e senza la forza di carattere che la contraddistingueva.
E, a conti fatti, il "grande ritorno" annunciato sugli strilloni, si può rileggere come "vedetela cinque secondi e poi la cancelliamo definitivamente".
Ora, tenendo conto di tutte le trappole che una storia del genere presentava (effetto nostalgia, paletti che si sono irrigiditi col tempo riguardo alle relazioni fra i personaggi, orde di forumisti pronti a scannarsi e a scannarti se la cosa non esce fuori come si aspettavano), Enna ha avuto un certo coraggio (o forse un desiderio di suicidio) ad approcciarcisi. E se fosse stata una storia a sé, l'avremmo anche considerata più a cuor leggero. Non una delle sue storie migliori, ma una bella storia, scritta meglio di molte altre che troviamo di solito, magari ci avrebbe anche emozionato ma, purtroppo, non lo era. Era una storia con cui si annunciava di riportare sulle scene un personaggio e una tematica che aveva un posto speciale nella memoria di tutti i lettori di lunga data e, si sa, le memorie sono difficili da eguagliare.
Ma ci ha provato e, come si suol dire, punta sempre alla luna. Se anche sbagli mira, almeno finirai a morire perso nella fredda vastità del cosmo mentre il tuo corpo viene dilaniato dalle radiazioni cosmiche e dai commenti infuriati dei fan.
Tutt'altro discorso devo farlo per Perissinotto. Non che in precedenza non avessi apprezzato i suoi lavori, anzi, ma qui ha mostrato un amore per il disegno e per i personaggi a lei affidati davvero rincuorante e, coloro che si sono lamentati della mancanza di amore fra i due protagonisti nel testo, potranno almeno consolarsi con i disegni, che in barba alle direttive hanno mostrato tutto il tempo quanto fosse complesso il rapporto fra Paperino e Reginella.
Non v'è molto da dire sul resto del numero invece.
Il giallo in due tempi di Bosco e Gula è piacevole e ben strutturato, ma manca di elementi particolarmente accattivanti, facendosi leggere sì a cuor leggero, ma senza coinvolgere oltremodo.
La breve di Faraci non è molto divertente, mentre il secondo episodi di Sio aggiunge poco alla trama demenziale (che non penso si svilupperà molto più di così nelle prossime puntate).
I tesori del grande blu, in fine, resta una serie che non mi prende particolarmente, con un registro noto e poche variazioni.