Ragazzi, ma quanto è st****a la visione disneyana di Don Rosa, di cui si legge nell'articolo introduttivo di Paperino e le Star?
Cioè, so che il Don odia il Topo, che è un autore atipico e che è assolutamente Barks-centrico, ma nel leggere quelle righe, in cui ammette a cuor leggero che per lui Topolino e Paperino NON si conoscono e che nel suo universo personale Mickey Mouse e il cast topolinese sono solo degli attori, io c'ho visto un'enorme mancanza di rispetto per il mondo disneyano abbastanza gratuita. Certo, ogni autore è libero di costruirsi il proprio mondo fumettistico personale, ma qui c'è la volontà precisa di rimarcare la negazione di alcuni degli elementi fondanti del fumetto e, soprattutto, dell'animazione disneyana, laddove qualsiasi lettore del Don, leggendo le sue storie, non credo si lambicchi il cervello per cercare di capire se Topolino esista o meno nell'universo narrativo in cui si svolgono. E, alla luce di tutto questo, anche un'innocente gag, come quella di Clock Cleaners, che sarebbe anche stata simpatica, risulta sgradevole e irrispettosa. E pensare che proprio il Don è da molti ritenuto il supremo portavoce della continuity nel fumetto disenyano, mentre gli autori nostrani, in maniera assai più discreta e umile, quella tradizione rinnegata da Rosa l'hanno portata avanti magnificamente, con opere del calibro di Paperino e l'insolito Remake e Topolino e il Surreale Viaggio nel Destino.