Probabilmente ho esagerato affermando che quello di una caratterizzazione più completa e "unica" dei nipotini fosse un filone del tutto inedito e inesplorato. Sicuramente inusuale e piuttosto raro, considerando il fatto che, ripeto, i nipotini non sono ancora considerati individui unici a trecentosessanta gradi, ma, come ho detto prima, un "tre in uno", un cervello diviso in tre parti...
Forse il problema di tale filone sta in una differenziazione sommaria, ovverosia in una distinzione marcata dei comportamenti e degli interessi dei tre nipotini.
Per spiegarmi meglio: il primo lo fanno rubacuori, il secondo studioso, il terzo avventuriero, oppure, il primo impulsivo, il secondo giudizioso, il terzo estroverso, e via dicendo.
Tale rimescolamento delle carte ha più una funzionalità narrativa che psicologica, ed infatti si ha l'impressione di trovarsi davanti ad un "cervello tripartito", piuttosto che a tre individui a sé stanti.
Vedremo come Enna intenderà muoversi, però in questa prima puntata mi è sembrato che ritenesse più urgente presentare i sintomi di una scissione, anziché puntare i riflettori sulle personalità dei nipotini, ed infatti solo Qua sembra esibire un proprio comportamento, isolato nel suo mondo ed incurante di ciò che lo circonda, mentre Qui e Quo sono più presi a rivendicare la propria indipendenza.
Per quanto riguarda Paperino, sono d'accordo per quanto riguarda una sua versione eccessivamente smielata di cui hanno fatto frequentemente uso alcuni autori in questi anni, ma... In questo caso la versione di Paperino è perfettamente funzionale alla storia. Denoto semplicemente la preoccupazione di uno zio che vede i nipoti non più così uniti come un tempo e decide di trovare un metodo per far sì che riscoprano questo legame. Ma questo non lo rende di certo out of character, dato che la personalità di Paperino, per quel che mi riguarda, non è per niente fuori dagli schemi disneyani.
Questo è vero, il comportamento di Paperino è funzionale alla vicenda, però, ripeto, ha il solo scopo di creare il pretesto, anziché viverlo appieno, perciò avrei preferito un Paperino più frenetico ed impulsivo, anche per dare un po' più di sapore al litigio tra lui e i nipotini.
Per quanto concerne il gergo giovanile, hai ragione quando affermi che certe espressioni siano addirittura anacronistiche e fuori uso da anni (nonostante non lo possa confermare con certezza, poiché non sono per niente avvezzo ad utilizzare tale linguaggio), ma il fatto che Qua ne usufruisca, ponendo il caso che siano effettivamente termini adolescenziali, è perfettamente funzionale alla trama, che vede i tre paperotti affrontare questa quasi improvvisa crisi, appunto, adolescenziale. A mio modestissimo parere, potrà uscirne qualcosa di buono: stiamo a vedere.
Il che avrebbe senso se il punto di riferimento non fosse, come testimonia Estoy Acà, peraltro, la parlata giovanile di dieci anni fa - che, guarda caso, è quella a cui mi riferivo pure io. Appare come poco autentica, un eco di un certo modo di essere che non è pienamente compreso. A riguardo, Estoy ha centrato il punto con l'esempio dei quarantenni che credono che basti tirare fuori a sproposito qualche termine in voga per apparire giovani - con tutti gli effetti grotteschi che ne scaturiscono, si intende.