Salve, sono registrato da poco, non ho ancora preso un nuovo eroe e quindi non posso esprimere critiche dirette sulla storia, ma ho letto la recente risposta di Gagnor ad un commentatore che chiedeva spiegazioni sull'assenza di maggiori dettagli su certi elementi della storia, dove quanto afferma di vedere tali spiegazioni come "irrilevanti o "che appesantiscono".
Ecco, qui mi sono cadute le braccia, perchè significa avere mancato un po' il punto di cosa sia Pk e mi fa preoccupare COME NON MAI per suo futuro.
Se c'è una cosa che, in pk, ha rappresentato la volontà di creare un universo fumettistico preso più seriamente rispetto alle classiche storie di Paperinik su topolino, è proprio l'approfondimento del mondo in cui esso è ambientato e degli elementi fantascientifici e non con cui esso funziona, che si occupa di fornire spiegazioni, regole e in generale buon vecchio worldbuilding sui cosa può accadere e cosa no. Intere storie e archi narrativi sono stati basati sui problemi tangibili e concreti che da essi derivavano (per esempio la difficoltà con cui paperino si ritrova a doversi confrontare per tutto pk2 nel procurarsi lo specifico tipo di carburante per la pkar) e sono stati una colonna portante della serie per anni. Sopratutto, la mitologia in questo modo formata è stata una delle cose che ha fatto più presa sui lettori, tant'è vero che nella rivista originale oltre alle storie erano quasi sempre presenti anche delle specifiche rubriche e domane-risposta, tanto era presa seriamente.
Decidere che d'ora in poi tutto questo è inutile e non conta più è come decidere che d'ora in poi in Superman non ci saranno più scene in cui vola.
A parte questo, come ho già detto aspetto con interesse la storia per potermi costruire un parere più completo, soprattutto perche vedo posiivamente l'introduzione di personaggi e concept inediti. Niente contro evroniani, viaggi nel tempo, everett e co. eh, però li abbiamo avuti per anni e ora vorrei qualcosa di nuovo.
EDIT: ho riscritto parte del post in modo da esprimere il mio punto in maniera migliore.
Torno dopo un lungo silenzio e scrivo anche qui le mie considerazioni, che avevo già scritto anche sul forum de IlSollazzo/"La Tana del Sollazzo".
Condivido totalmente sia l'analisi di Manuzzi che i suoi timori, e aggiungo un'ulteriore riflessione.
Nelle sue varie incarnazioni, la saga di PK si è sempre retta su un equilibrio tra qualità delle storie e worldbuilding/approfondimento/regole/rigore/continuity.
Equilibrio che non sempre si raggiungeva, ma non era un problema: quando uno di questi due elementi veniva meno, l'altro interveniva a supporto, a compensare.
Non è questione di essere nerd puntigliosi a tutti i costi: sin da PKNA ci sono sempre stati errori di continuity, facilonerie e grossolanità, per quanto raramente. E in certi casi anche importanti: dalla confusione su Xadhoom che prima non conosceva il piano segreto della DT, poi sì, poi no, poi sì, alla grande confusione della Trilogia su Xari, Evron e Xerbiani (e si trattava di una minisaga fondamentale che chiudeva o socchiudeva le principali sottotrame di PK sin dal numero zero!).
Ma le storie erano belle, avvincenti, ben scritte, e facevano passare in secondo piano questi errori, se non proprio dimenticare. Underground di Macchetto è un filler che canna totalmente origini e "cronologia" di Angus Fangus, ma è un'ottima storia che resta impressa, tra personaggi e situazioni. Carpe Diem di Artibani è una storia che poggia su basi totalmente illogiche (andare indietro nel tempo per impedire che qualcosa annienti il tempo) ma è una delle storie migliori in assoluto dell'intera serie. O ancora "Il peso dei ricordi" in PK2 con nuove armi spuntate fuori dal nulla (la configurazione subacquea dello scudo?) e le facilonerie di "Le parti e il tutto". Roba trascurabile, che non intacca la bellezza delle storie.
Allo stesso tempo, al contrario, alcune storie non proprio eccelse in sé e per sé erano apprezzabili perché forti dal punto di vista del worldbuilding, del rigore, dell'approfondimento, risultando comunque un tassello della grande storia alla quale il lettore aveva imparato ad affezionarsi.
La storia di Gagnor, che ho comprato e letto, non ha nessuno di questi due elementi. La faciloneria e superficialità non sono compensate da una qualità che faccia soprassedere ad esse, la storia "non appesantita" non risulta appagante. Forse è meglio così, eh: se ci fossero stati più dettagli/approfondimenti/worldbuilding, forse avrei avuto un'idea falsata su questa storia, mentre invece così, senza "appesantimenti", senza infingimenti, senza indorare la pillola, posso giudicarla per quella che è, ossia una storiella mediocre che non svolge tanto bene neanche il suo compito base di intrattenere.
Tra l'altro Gagnor, nei suoi commenti di FB a riguardo e non so quanto coscientemente, sta di fatto sostenendo che praticamente tutti gli autori precedenti di PKNA e PK2 hanno operato "appesantimenti irrilevanti". Addirittura i suoi diretti predecessori, Sisti e Artibani del PKNE, hanno riempito le storie di quelle che lui chiama "appesantimenti". E anche lì, certo, c'erano leggerezze, facilonerie, sboronate non troppo approfondite (la camera Omega, i droidi di Hicks, le superarmi, la supertuta, il supervelivolo che riesce addirittura ad andare nello spazio e raggiungere il Pozzo). Ma c'era anche una storia valida dietro, c'erano dei bravi sceneggiatori. E c'erano "appesantimenti" a pacchi, magari in sordina, ma neanche tanto: il lettore di Topolino si ritrovava a sorpresa le figlie di Everett Ducklair, la fine della sottotrama di Tyrrel Duckard, la spiegazione del viaggio di PK in "Missing" e millemila particolari, personaggi caduti nel dimenticatoio da anni e così via, il tutto senza il minimo stralcio di note esplicative. Roba che in una serie "direttamente in volume" di PK avrebbe ancora più senso, e invece proprio ora che si è tornati a un formato più congeniale per questo tipo di cose, risulta un "appesantimento".
Sin da PKNA 0, PK è "appesantito". Eppure ha venduto, è stato un piccolo fenomeno editoriale, un cult, ricordato a distanza di decenni. Ha funzionato per anni. E come mai la maggior parte di quelle storie non risultava affatto "appesantita" da un minimo rigore e approfondimento?
Il vituperato reboot/terza serie, "PK - Pikappa" anche noto come Frittole, era esattamente quello che Gagnor auspica. E non è un caso che a molti "Un nuovo eroe" sembri, sia per dinamiche dei personaggi che per faciloneria e sciattezza, una storia che in Frittole ci starebbe benone. Non solo: se non fosse per il fatto che Lyla citi esplicitamente la sua appartenenza alla Tempolizia, potrebbe tranquillamente essere una "untold tale" ambientata nell'universo-Frittole, avrebbe molto più senso lì che non nell'universo "canonico".
(Dirò di più: dato che PK è stato teletrasportato "nel passato" di Shikaar, i PKorps sarebbero dei perfetti antenati dei Guardiani della Galassia, e sarebbe divertente il paradosso temporale del Guardiano PK che crea involontariamente la sua stessa divisa e di fatto diventa l'artefice delle proprie origini - sì, cozzerebbe un po' con le origini dei Guardiani in Pikappa 32 "The End?", ma pazienza, sarebbe comunque divertente.)
Eppure persino PKFrittole ha avuto dei bei numeri: ogni tanto ha provato a fare un minimo di worldbuilding o a scrivere storie che, se non belle, erano comunque godibili, valide, un buon intrattenimento. Il PK di Gagnor, al momento, non riesce neanche in quello. By the way, viene davvero il dubbio che Gagnor faccia un po' di confusione tra Frittole e PKNA/PK2/PKNE: il fatto stesso che nei commenti di Facebook chiami Uno "UNO", come se ogni lettera fosse una sigla, fa pensare che l'abbia scambiato per l'Unità Neuroimitativa Olografica del Frittoleverso.
Un vero peccato, perché la storia di Gagnor del potenziale ce l'aveva, eccome. Alcune delle apparenti facilonerie possono essere facilmente risolte (la simil-Pikar nello spazio può essere tranquillamente il velivolo usato da Pk per raggiungere il Pozzo nel "Marchio di Moldrock" - gli somiglia pure un po', Lyla conosce Uno da PKNA 48 e il loro rapporto può essere semplicemente scherzoso ed essersi creato nel tempo), altre meno (la boccia di Uno che può tranquillamente andare in giro su altri pianeti, grazie a un "ponte spaziotemporale" che Gagnor si è - cito dai suoi commenti FB - "inventato or ora"). L'idea in sé, poi, molto alla "Planet Hulk" (Shikaar è chiaramente ispirata a Sakaar), è molto ma molto buona: PK prigioniero in un pianeta ostile, lontano da tutti, che deve reinventarsi da zero come supereroe e capeggiare una rivoluzione. Non solo: ambientare il tutto altrove con nuovi personaggi comprimari è un ottimo e brillante escamotage per evitare di fare casini con la poco conosciuta "continuity classica", specie se si è un nuovo scrittore che non ha mai scritto PK finora. Il problema non è l'idea o il concetto base, ma la sua realizzazione: affrettata, grossolana, superficiale. Tutto è troppo frettoloso e approssimativo perché il lettore possa affezionarsi ai personaggi o essere interessato allo svolgimento della storia. E il fatto che non sia autoconclusiva, bensì la prima parte di una "caccia al tesoro" interdimensionale, non migliora le cose, anzi. Una trama così o doveva essere autoconclusiva e sfruttata meglio, o doveva essere diluita in più storie per dare il giusto approfondimento a setting, ambientazione, characters. O forse poteva semplicemente essere fatta meglio: al momento non mi importa granché né della vicenda, né dei suoi protagonisti. PK non è semplicemente un "SuperPaperino", o un "Paperinik con super-armi e Uno", è sempre qualcosa di più. Forse Gagnor non l'ha capito, o semplicemente non gli importa. Legittimo. Legittimo per il lettore accogliere freddamente la storia. Anche solo per completismo, probabilmente comprerò anche la seconda parte della storia, e potrei ricredermi. Ma temo che il problema sia proprio l'impostazione di base. Al momento, spero che tornino Sisti e Artibani: il primo ha dichiaratamente numerose idee interessanti, il secondo se non erro aveva già iniziato a lavorare ad una storia (credo addirittura che l'avesse finita di sceneggiare o quasi), e mi chiedo come mai sia stata "congelata" o cancellata. Che ironia, comunque: Sisti e Artibani ci sarebbero stati un gran bene nel formato "fuoriserie in volume", mentre questa storia di Gagnor, al contrario, sarebbe stata molto più adatta a Topolino o alle testate classiche di Paperinik.