Interessante tematica.
Io penso che la libertà di opinione sia assolutamente sacra e inviolabile e non può essere revocata per nessuna ragione, se non in caso di diffamazione, cioè riportare cose assolutamente false su qualcuno.
Il film in questione, dicono sia insensato e stupido, e non ho motivo di credere il contrario, però il regista ha tutto il diritto di realizzarlo, libertà di espressione artistica - anche le schifezze hanno il diritto di essere fatte.
Così come non vedo alcun problema nella pubblicazione di vignette da parte di CharlieHebdo. Io, come sostenevo anche nel thread sul politically correct (anche se qui, ovviamente, parliamo di qualcosa di molto più serio) ritengo che non si possa assolutamente ragionare con l'idea del "non pubblichiamo questo sennò quegli altri si offendono". E' una follia ed è anche pericolosa perchè è il primo passo verso la limitazione della libertà di opinione per specifiche esigenze, ma si sa che se si fa un'eccezione, si crea un precedente, allora poi se ne possono fare anche altri.
E i tentativi di diversi governi e personalità influenti di bloccare la pubblicazione di certe vignette e far passare come mostri gli autori sono semplicemene allucinanti, incommentabili.
Anni fa, quando si scatenò il casino per le vignette, si cercò di far passare il Jyllands Posten come una specie di periodico nazista e razzista - in realtà è un normalissimo giornale danese di orientamento conservatore. Vergognoso.
Per me il ragionamento "non diciamo certe cose sennò si offendono, teniamoceli buoni" è semplicemente inconcepibile, in una democrazia civile. Se un gruppo di persone è capace di scatenare una guerra per una vignetta - bè, il problema è loro, non certo di chi le pubblica.