Recensione Topolino 3536Una suggestiva copertina di
Andrea Freccero, comprensiva della corretta versione del
tartan del clan McDuck, ci introduce a quella che è la storia principale del numero,
Zio Paperone e la prova di scozzesità, opera di
Vito Stabile e
Libero Ermetti, responsabili rispettivamente della sceneggiatura e dei disegni di questa ennesima storia basata sul passato di Zio Paperone. Ma non temete,
non è la solita strizzatona d’occhio a Don Rosa che punta semplicisticamente a soddisfare le manie dei fan, si tratta invece di una buona storia, con i temi usualmente cari allo sceneggiatore (l’approfondimento del lato emotivo di Paperone, i riferimenti alle opere di
Rodolfo Cimino e di
Don Rosa, l’affiatamento nella famiglia dei paperi, solo per accennare ai principali), un ritmo narrativo sufficientemente dilatato, così come ormai lo standard del settimanale negli ultimi tempi, e i disegni moderni e allo stesso tempo morbidi e puliti di Ermetti, che forse paga la godibile pulizia del suo tratto con una perdita di espressività dei personaggi, raffigurati in pose spesso simili, e in un’ambientazione che ritengo avrebbe richiesto anche qualche espressione più matura, più “sporca” se non nei volti dei protagonisti, almeno in quelli dei personaggi di contorno.
La sala del castello nella versione di Don Rosa… le dimensioni contano!
Sempre molto godibili però i suoi primi piani frontali, con una sorta di
look-in-camera che avvicina il personaggio al lettore, l’organizzazione della tavola, che si avvale in più di un’occasione di sfondi che superano i limiti della consueta gabbia per riempire la pagina come fossero un affresco sullo sfondo (si veda a tal proposito la tavola con il castello a pagina 21 e la “donrosiana” di pagina 47). A voler cercare difetti, stonano forse le proporzioni della sala grande del castello, apparentemente molto più modesta di quella vista in
The Last of the Clan McDuck a sua volta ripresa dalle tavole di Foster per il suo Prince Valiant.
La storia-evento dell’estate,
Operazione Zeus, prosegue con
Flashback, una puntata dedicata al coinvolgimento del lettore nella soluzione dell’enigma più che all’avanzamento della trama, cosa che
si riscontra anche nel nostro forum a giudicare dal numero di commenti relativi alla soluzione dell’enigma presenti nella discussione dedicata al numero in questione. È anche questa una lettura piacevole, non appesantita dagli inevitabili vincoli dovuti al concorso e che dedica ben 17 pagine sulle 22 totali alla ricostruzione di quanto avvenuto a Rebus, in una lunga sequenza che
riesce a trasmettere il senso di ansia, indecisione e insicurezza provati dall’enigmista, davvero un buon lavoro di sceneggiatura (
Marco Gervasio) e disegno (
Emmanuele Baccinelli). Taccio sulla risoluzione dell’enigma, sapendo che “
Un aiuto verrà sempre dato al Papersera, lettore, a chi lo richiederà!” (semicit.)
Per citare un video di musica pop anni Ottanta: “Who can it be now?”
Un po’ forzata la storia
Bertie McGoose e il torneo del Gran Mogol (sceneggiatura di
Davide Aicardi e disegni di
Massimo Fecchi), dove sembrerebbe che le Giovani Marmotte affidino al vincitore di una serie di gare tra due semi-esordienti nientemeno che il ruolo di Gran Mogol, nonostante l’esistenza di Marmotte più alte in grado come ad esempio il “giudice osservatore della sfida”. Storiella semplice, che forse riesce ad interessare i lettori più giovani, “sacrificando” però ben 24 pagine del settimanale per un finale poco sorprendente.
Servirà parecchia fortuna per indovinare tempo e luogo in mezzo all’Adriatico!
Curiosamente, anche la puntata precedente della serie
Topolino e la via della Storia” era stata commentata dal sottoscritto nella
recensione settimanale, e ribadisco quanto secondo me sia stata penalizzata dall’irregolarità della pubblicazione, quasi fosse un romanzetto d’appendice a puntate da utilizzare alla bisogna come tappabuchi, quando invece
è proprio la dinamicità dell’avventura con gli avanti-indietro nel tempo a richiedere a gran voce tutt’altro ritmo di lettura (ricordiamoci che è iniziata a fine aprile!). Ritengo che l’impegno di
Artibani e
Perina avrebbe meritato miglior fortuna. Niente di epocale, per carità: la stessa coppia di autori ci ha abituato a ben altro, mentre quest’avventura ha i suoi difetti, in particolare mi sembra che si concluda in maniera rapida ed in violazione di ogni calcolo delle probabilità con il ripescaggio in mare di Topolino da parte del triremi romano (triremi del quale peraltro, non si capisce la disposizione dei remi stessi, misteriosamente “fusi” con lo scafo in posizioni improvvisate). Rimane comunque valida per l’excursus storico-geografico nella Puglia dell’anno 109 d.C. dando modo all’autore romano di portare nel fumetto la storia dell’antica Roma, una delle sue grandi passioni.
In conclusione, finalmente un numero che sembra provare ad interrompere la serie “non brillante” infilata nei mesi estivi!
Voto del recensore:
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