Uno dei problemi principali di questa confusione è il Topolino Extra, che ormai è praticamente dismesso credo a causa del suo formato: si saranno accorti che è inutile pubblicare storie di Topolino su un cartonato alla francese ed allo stesso tempo avranno appreso che è molto apprezzato il formato sempre cartonato, ma ridotto, introdotto proprio con le Imperdibili ed utilizzato poi per altre collane. Dall'altro lato, pare pure che i volumi da libreria, gli Special Book, siano apprezzati dal pubblico generalista, nonostante a molti appassionati facciano storcere il naso non solo per il rapporto pagine/prezzo, ma anche per i contenuti: la maggior parte sono dei vatt tematici che fino a poco tempo fa sarebbero usciti brossurati a 7-8 euro (ed escono tutt'ora con Giunti a circa 10 euro). Cosa ha comportato ciò? Gran parte dei volumi destinati al Topolino Extra son stati pubblicati come Special Book, mentre per i pochi altri si son cercati altri tipi di pubblicazione come Imperdibili o volumi brossurati speciali (Area 15)... evidentemente pubblicare volumi da 25 euro con storie di Qui, Quo e Qua destinate all'apparenza ad un pubblico molto giovanile non ha convinto.
Temo che "confusione" sia effettivamente il termine più appropriato, vedendo i recenti annunci Disney-Panini... ma invero è un'impressione che ho da diversi mesi, come già espresso in altre occasioni e altri lidi.
Nel tempo, le tante collane lanciate hanno iniziato a sovrapporsi e a cannibalizzarsi, rendendo sfumati i confini di una o dell'altra, e in generale non facendo percepire in nessuna di loro una sorta di identità che potesse caratterizzarla.
La saga calcistica di Marco Nucci è emblematica: di base avrebbe avuto senso in tre
Topolino Extra, ma a conti fatti potrebbe avere il suo perché anche ne
Le serie imperdibili (essendo, di fatto, una serie composta di 3 lunghe storie)... però si parte dalla seconda avventura, la prima era stata raccolta in un
Classico e per di più si conia un'etichetta "speciale" come per la sottocollana "graphic novel" degli
Extra, quasi a rendere autonoma
Calisota Summer Cup rispetto al
Torneo delle 100 porte e a
Fridonia's World Cup e probabilmente solo per celebrare il Premio Micheluzzi ottenuto nel 2022 e per la concomitanza con gli Europei di calcio.
Allora è evidente che
Topolino Extra, Topolino Gold, Le serie imperdibili e
Disney De Luxe non siano altro che contenitori in cui raccogliere di tutto un po' alla bisogna (come detto tra le righe dallo stesso direttore all'ultima ospitata da The Fisbio Show, del resto), sfruttando eventi, premi vinti o autori ospiti alle fiere per ristampare una certa storia in una di queste testate. Né più né meno che
Special Books anche questi, insomma, solo che cambia la distribuzione: personalmente trovo che sia un peccato, perché l'identità di una testata è importante e, dandole una direzione, contribuisce a fidelizzare il pubblico.
Altra cosa che mi convince poco della collana Serie Imperdibili è praticamente la conferma che, come per i Classici Disney, la linea editoriale sia dettata dal marketing incrociato, ormai sappiamo che quando una serie verrà proposta qui sarà perché uscirà una nuova storia a distanza di anni (decenni) sul Topolino. Riprendendo il discorso iniziale sulle caratteristiche che dovrebbe avere una "serie imperdibile", mi viene da pensare che fra "La Storia vista da Topolino", una serie di storie slegate fra loro come Tops e Racconti, e "Topolino e le cronache della frontiera", una saga con storie consequenziali, si sia preferito inserire quest'ultima nella collana perché molto probabilmente nei prossimi mesi uscirà una nuova storia di questa saga, anche se la prima sarebbe stata più in linea con il senso della collana, con la seconda probabilmente più adatta ad essere racchiusa in volume unico (Special Book).
Il ragionamento è giusto, sulla carta: però mi spingo a pensare che nel caso de
Le cronache della frontiera non dovrebbe verificarsi.
Sono passati molti anni da quando ho letto la serie - a breve dovrei riuscire a farmi una rilettura - ma mi pare di ricordare che Pezzin avesse chiuso con un finale piuttosto definitivo e con pochi spazi per un prosieguo.
Un nuovo capitolo, ad ogni modo, dovrebbe essere scritto dallo stesso sceneggiatore, come avvenuto per
Le Tops Stories: ma in quel caso la verticalità di ogni episodio consentiva la ripresa del filone, con una saga provvista di inizio e fine la vedo più dura.
Comprendo lo sforzo di pensare alle motivazioni che hanno indirizzato
La storia vista da Topolino in un formato e
Le cronache della frontiera dall'altro, ma insisto nel dire che per me le presunte regole d'ingaggio di questo tipo di pubblicazioni siano piuttosto indicative quando non evanescenti, e figlie di considerazioni diverse di volta in volta.
Nella fattispecie, mi viene da pensare piuttosto che
La storia vista da Topolino offra tematiche considerabili più facilmente spendibili presso il pubblico medio da libreria, esattamente come avvenne l'anno scorso con il tomo dedicato a Dante, Raffaello e Leonardo Da Vinci. Storia, arte e cultura declinate in fumetto possono fare presa su un lettore di prosa o saggistica che cerca qualche simpatica variazione sul tema.