Anch'io per ora passo, per svariati motivi (studio, impegni vari). E poi un'ora e passa di film in bianco e nero mi fa passare già di suo la voglia
Riprendendo, comunque, il discorso sul messaggio di fondo della pellicola, pur non avendo visto nè il film nè il mediometraggio originale, non posso che concordare con quanto scrive alec. Non esistono film di Burton che non riflettano e non portino avanti la sua originalissima poetica (ok, ok, c'è sempre il caso particolare di
Alice in Wonderland, ma non sottilizziamo
). E la particolarità di
Franlenweenie sta proprio nel suo proporre una morale al rovescio, assai egoistica in un certo senso, ma terribilmente umana: rappresenta esattamente ciò che chiunque (spesso) desidererebbe quando viene a mancargli qualcuno, in special modo quando si tratta del rapporto di un ragazzino col proprio animale, a volte, oserei dire, quasi simbiotico. E in questo senso, le parole della madre di Victor (che si sentono anche nel trailer) alla morte del cagnolino assumono la valenza di un pensiero unanimemente, seppur tristemente, accettato. E, cioè, che chi se ne va non può più tornare e, quindi, tanto vale trovare una consolazione nel ricordo. Ma è proprio qui che entra in gioco la genialità e la trasgressione di Burton che, esattamente come nel corto
Vincent, va contro ciò che il comune buonsenso riterrebbe giusto e propone le cose dal suo punto di vista. E in questo, pare proprio che la figura del maestro sia un elemento fortemente simbolico in quella che è una vera e propria critica al perbenismo intellettuale che fa a cazzotti con la felicità di un bambino che ritrova il suo amico del cuore. Insomma, un sorta di "Tim VS Tutti"
(che poi potrei anche aver cannato il senso della vicenda dato che il film non l'ho visto)