Io, invece, lo trovo assai distante da Jacovitti, che preferiva le linee curve ed intrecciate. Bottaro era più lineare, amava il tratto geometrico: è artisticamente figlio di Rubino, e si vede. Pur nella differenza di epoca e di stili, vedo una connessione anche con Little Nemo di Winsor McKay: in entrambi, l'elemento onirico è trattato, eviscerato, sviluppato al massimo livello. Ho sempre stimato Jacovitti, ma per me era un po' troppo
"caotico". In Bottaro, gli spazi sono invece bilanciati al millimetro. Tale armonia si coglie osservando alcune tavole a tutta pagina: la linea, il colore e la forma si fondono armoniosamente, anche nei disegni apparentemente più complicati. Scala,nel suo primo periodo, essendo allievo di Bottaro, replica il Maestro. Poi, se ne distacca, per diventare un po' troppo fiorito e lezioso, pur restando essenzialmente valido. Lo sguardo fisso, quasi onnipresente nei fumetti di Scala, veniva usato da Luciano solo in particolari occasioni.