Mi è capitata da poco tra le mani la saga "Paperino paperotto e la strada per Quack Town". E, una volta di più, sono rimasto estasiato dall'abilità di sceneggiatore di questo POETA che è Bruno Enna.
Al di là dei versi in rima che accompagnano deliziosamente tutta la vicenda, è la storia in sè che mi ha fatto vibrare d'emozione, con i continui rimandi infanzia-mondo degli adulti; queste due realtà così in conflitto, che spesso si toccano però, con risultati a volte pessimi (e penso all'ex maestro con la fobia per i bambini!), a volte quasi miracolosi (meravigliosa, a tale proposito, la scena finale in cui riconosciamo nei bimbi di ieri i genitori di quelli di oggi).
Il tutto, condito da gag che fanno ridere davvero, nella tradizione di Enna, che mai ha concluso una storia, che io mi ricordi, senza almeno un sorriso da parte di chi legge. O un sospiro.
Devo dire che questa splendida serie di quattro storie mi ha strappato sia le une che gli altri, e in una quantità davvero significativa.
C'è qualcun'altro, qui nel forum, ch ha apprezzato questo piccolo capolavoro? O c'è chi, di contro, lo ha trovato insignificante? Quali le motivazioni in entrambi i casi?