Ebbravo Andrea, che becchi gli omaggi e i riferimenti (ma c'è anche Hokusai, e c'è Porco Rosso, eh...)!
L'abbiamo battezzato Dlingbergh, oltre che per il suo sorriso DLING ovviamente
, perchè in questa serie ci siamo sentiti di omaggiare diversi personaggi storici realmente esistiti, ma senza mai chiamarli per nome... non so, così ci sembrava più "fumettoso" (o forse ci sembrava di osare troppo facendo il contrario). Se ci pensi, anche Chaplin, nell'episodio 6, veniva sempre chiamato solo Maestro. E Babe Ruth era diventato Root (che poi vuol dire anche Radice... ma questo è stato un effetto collaterale). Succederà anche nei prossimi episodi, comunque.
L'altra scelta è stata quella di non dare un nome alla Città, che viene semplicemente chiamata Città (e ok, è chiaramente un omaggio a NY, anche se nel redazionale introduttivo a questa terza serie si parla di Topolinia... e in effetti potrebbe anche essere Topolinia), così come la Louisiana dell'episodio jazzistico era "il Sud" e il Mississippi "il Grande Fiume". Volevamo conferire alle storie una sensazione di maggiore universalità (libertà di far pensare al lettore: volendo potrebbe anche essere la MIA città...).
Infine, un piccolo segreto: nel progetto originale, Pippo Reporter non aveva un preciso anno di riferimento. Si trattava di storie ambientate negli anni '20-'30, in un tempo volutamente "ampio" e in un certo senso molto più "indistinto".
Da dove sia saltata fuori quella data, 1933, nella dida del primo episodio, ce lo stiamo ancora tutti chiedendo... E un po' mi dispiace. Altrimenti non avrei scritto una storia su The Kid, che è del '21. Lo so, lo so che nell'insieme non si nota, ma sono una pignola, ecco.