Volevo chiedere a Carlo Panaro se non è rimasto quantomeno perplesso nel vedere tratteggiato da Dalena un Gedeone praticamente identico al fratello Paperone (son fratelli ma non gemelli). Del Gedeone che conoscevamo, senza basette e con sopracciglia folte (oltre alle penne arruffate sopra il cappellino con visiera che ancora stanno lì) non resta più nulla e il personaggio in passato esteticamente ben caratterizzato è diventato (per negligenza, faciloneria, pressapochismo?) un clone di Scrooge con visiera al posto della tuba. Oltretutto il carattere scorbutico che lo caratterizza lo fa sembrare in tutto e per tutto uno zio Paperone in prestito al Grillo dal Papersera.
I nipotini poi, delle figurine da South Park, piccolissimi e senza collo, sembrano muoversi proprio come i personaggi del cartone notturno e hanno l'aria dei bimbi che guardano tutto con stupore quando li sappiamo avere sguardi e comportamenti ben più svegli e attenti, più 'adulti' (e questo è un tema che era già ricorso in una sua passata storia). L'unica a salvarsi è Paperetta (almeno lei), sebbene ricordi i fumetti brasiliani mentre l'avrei preferita nello stile graphic di Ferrario.
Le critiche sul disegno (dove lei è ovviamente incolpevole, comportamento di QQQ a parte) unite a quelle sulla storia di alcuni utenti nell'apposito topic non devono però indurla a non riproporre il personaggio Paperetta che spero, al contrario, ritorni quanto prima nelle pagine del Topo (da protagonista però, blog e graphic a parte). Non capisco chi dice che rappresenta unicamente la tipica ragazza dei 60/70: per me resta una sedicenne universale e atemporale, buona per tutte le stagioni (come tutti i personaggi Disney, d'altronde).
Ciao Cornelius Coot,
ti rispondo come sempre volentieri.
Riguardo alle tue osservazioni sui disegni, ti dirò che, sinceramente, non trovo mai simpatico che lo sceneggiatore entri nello specifico del lavoro del disegnatore, lavoro che, d'altra parte, come mi aveva scritto lo stesso Dalena, era stato adeguatamente valutato ed approvato dalla redazione.
Nel complesso, direi comunque che Antonello ha fatto un lavoro buono e, sicuramente, con molto impegno.
Riguardo alle caratterizzazioni dei personaggi, per quello che concerne la parte di mia competenza, cercherò di darti una risposta il più esauriente possibile.
Nella sceneggiatura, ho tratteggiato Qui, Quo e Qua svegli, che prendono sul serio, anche se con un sorriso, il lavoro di fotografi praticanti del Grillo, un compito da adulti. Poi, nel finale, sono attenti ai particolari, infatti notano le orme nel bosco e collaborano attivamente con Paperetta scoprendo e mascherando il briccone.
Dell'atteggiamento infantile, pieno di stupore non vi è traccia nella mia sceneggiatura. Vedi, ogni storia, è il naturale connubio di due lavori artistici: quello del testo e quello del disegno. Per esperienza, so che ai disegnatori non piace essere troppo "ingabbiati", così lascio loro sempre una certa libertà creativa, in modo che possano esprimere il loro gusto e visione dei personaggi, questo avviene in ogni mia storia, compresa quella di
"Paperinik e il castello dei segreti" alla quale credo tu ti riferisca. In entrambi i casi, quindi, i disegnatori hanno realizzato i nipotini nel modo che ritenevano opportuno.
Un grosso ciao e, come sempre, buon Topolino!