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Il tempo e la continuity nelle storie Disney

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    Re: La continuity nelle storie Disney
    Risposta #150: Lunedì 14 Dic 2015, 16:59:54
    Acci' Brigo, dopo la fortuna personificata in donna di Machiavelli, le tre Grazie di Foscolo ora anche la Continuity prende vita. Come se Don Rosa stesso le dicesse ' alzati e cammina`  .  Altro che semplice don, questa e` proprio facolta` divina , che dite a questo punto mi devo rassegnare a  questo superpotere ?? :P  ::)
     
    X cornelius vedo che hai modificato il post nella parte che mi riguardava, te ne ringrazio  :) mettiamo tanta passione nel tirare tu da una parte io dall' altre che ... Vabbe' capita.

    Tutto ok
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    Maximilian
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      Re: La continuity nelle storie Disney
      Risposta #151: Lunedì 14 Dic 2015, 17:38:50
      Beh, se ti riferisci a me
      No, tranquillo.

      Citazione
      io lo so perfettamente che Pippo è una cosa e Pippo-Super Pippo un'altra
      Ma no, il personaggio è sempre lo stesso. Però Superpippo appartiene esclusivamente al filone più prettamente comico e il suo inserimento in storie di altro genere stonerebbe.

      Un conto è l'esasperazione della continuity di Don Rosa, un conto è cambiare come ci pare le parentele. Non è possibile che in una storia Nonna Papera e Paperone siano fratelli e in un'altra no.
      È impossibile e, almeno personalmente, non auspicabile. Perché finiremmo a fare discussioni eterne su "ah ma Paperino nella storia X dice una cosa, e nella Y si contraddice!". No, il fumetto Disney questo genere di
      Spoiler: mostra
      puttanate
      deve evitarle.
      Cari miei, secondo me avete ragione entrambi. Come in tutte le cose, la virtù sta nel mezzo. Non ha senso mutare di volta in volta le parentele, che sono per forza di cose immutabili (a meno di matrimoni), ma nemmeno si può pretendere che ogni frase pronunciata da ogni personaggio in ogni storia assurga a dogma innegabile.

      Secondo me i personaggi Disney sono poco più che maschere, che possono vivere in qualsiasi epoca e in qualsiasi situazione.
      Hai ragione e la dimostrazione di ciò sono le storie in costume. Ma nell'universo "canonico" un minimo di coerenza deve esserci.

      Non avrei mai pensato di dirlo ma... concordo con Grrodon.
      « Ultima modifica: Lunedì 14 Dic 2015, 17:39:07 da Anton_Rebeliot »

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      Cornelius
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        Re: La continuity nelle storie Disney
        Risposta #152: Lunedì 14 Dic 2015, 19:53:28
        X cornelius vedo che hai modificato il post nella parte che mi riguardava, te ne ringrazio  :) mettiamo tanta passione nel tirare tu da una parte io dall' altre che ... Vabbe' capita. Tutto ok
        Nessun problema, ci mancherebbe! ;)

        Scusa ma non ricordo esattamente la modifica di cui parli anche perché, se dici che ti riguarda, l'ho fatta indipendentemente dalla tua risposta, qualche minuto prima (meglio così, no?) ;D

        Non è che volessi definire specificamente te come lettore 'casuale' e 'distratto' (collaborando da anni con gli Almanacchi e leggendo i tuoi topic sulle storie del Papersera e di Filo/Brigitta so che sei esattamente il contrario): risposte o commenti sulla continuity date da diversi utenti (anche di anni passati, visto che questo topic è riemerso da poco) me li hanno fatti definire così, in generale; sicuramente, come ho scritto, mi sorprende dover dare questi aggettivi (magari esagerati) a lettori che probabilmente non lo sono (tu sicuramente no).

        E' giusto distinguere tra situation comedy, come la chiamo io e che riguarda Filo/Brigitta oltre a Rockeduck e i Bassotti, e continuity vera e propria che include sicuramente la saga di Atomino e i primi anni del Paperinik martiniano, l'amore impossibile tra Paperino e Reginella e la Zenobia-story, tanto per restare nell'era predonrosiana.

        Come ha scritto Grrodon, "l'illusione che ciò che ci viene raccontato sia vero aiuta a creare interesse".

        E la continuity tende, per sua natura, a rendere più veritiere certe situazioni altrimenti meno credibili. Non sei d'accordo su questo punto?
         
        « Ultima modifica: Mercoledì 16 Dic 2015, 23:34:33 da leo_63 »

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          Re: La continuity nelle storie Disney
          Risposta #153: Lunedì 14 Dic 2015, 20:54:53
          Ma no, il personaggio è sempre lo stesso. Però Superpippo appartiene esclusivamente al filone più prettamente comico e il suo inserimento in storie di altro genere stonerebbe.
          Mi sa di no: che Pippo e Pippo-Superpippo appartengano a due filoni ben distinti e separati non l'ho detto io, ma la stessa redazione del Topo negli anni '90, quando decisero di "fare fuori" Superpippo perché inconciliabile con il Pippo che abitualmente interagisce con Topolino nelle storie normali. E' lo stesso discorso del dualismo (anzi, trialismo) Paperino disorganizzato - un po' fifone - amante dell'amaca - pigro - nato stanco e dormiglione - tremebondo di fronte allo Zio / Pk impavido - ipertecnologico - sempre in azione - instancabile e più coraggioso di qualsiasi altro abitante della Terra / Paperinik vendicatore un po' naif con gadget improbabili / pattugliatore notturno / intelligentissimo a tendere trappole - che non si fa problemi a fronteggiare lo Zio.

          E la continuity tende, per sua natura, a rendere più veritiere certe situazioni altrimenti meno credibili. Non sei d'accordo su questo punto?
          Io non molto, perché le situazioni NON sono credibili comunque... si parla pur sempre di topi parlanti alti più di un metro, di cani e di paperi vestiti, tutti bipedi, che viaggiano nel tempo e fanno tante altre belle cose, come scoprire Atlantide almeno un paio di volte all'anno o incontrare alieni una settimana sì e una no, di scovare Graal e nuove popolazioni bislacche almeno una volta al mese.
          Che credibilità vuoi che ci sia?

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          Cornelius
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            Re: La continuity nelle storie Disney
            Risposta #154: Lunedì 14 Dic 2015, 21:15:50
            Che credibilità vuoi che ci sia?
            Ma è appunto il concetto di 'illusione della credibilità' prima espressa da Grrodon a rendere più accattivante una storia.
            Uno ovviamente non ci crede come un bambino può credere a Babbo Natale, però neanche ci ride sopra magari pensando 'che cavolata': si resta comunque affascinati da questo vero/non vero (come si può eroticamente essere attratti dal vedo/non vedo).
            « Ultima modifica: Lunedì 14 Dic 2015, 21:16:45 da leo_63 »

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              Re: La continuity nelle storie Disney
              Risposta #155: Lunedì 14 Dic 2015, 21:44:06
              Mmmh, il filo conduttore negli esempi del passato che mi presenti mi sembra estremamente diverso dalla continuity donrosiana e alla fine, a ben vedere, comprensibile e condivisibile nella stessa misura in cui quest'ultima è, al contrario, censurabile.

              Prendiamo Paperinik a partire dalle sue prime storie: sì è vero che il filo conduttore è molto forte e particolari decisivi come Villa Rosa e Fantomius ricorrono - si osservano, insomma, diversi precisi particolari riproposti in storie successive. Tuttavia ciò viene ben comprensibilmente fatto per introdurre un personaggio nuovissimo e solo per il tempo strettamente necessario, infatti dopo pochissime storie Villa Rosa e Fantomius non sono più menzionati. Qui il filo conduttore così stretto è una comprensibile necessità determinata dalla circostanza eccezionale di introdurre adeguatamente il personaggio, non bastando il primo episodio. 
              Come dicevo i riferimenti precisi sono subito abbandonati e rimane la complicità con Archimede, il rifugio sotterraneo, comunque presenti a singhiozzo e di fatto circostanze generali - ancora una volta - infinitamente più elastiche che gli esatti riferimenti a persone, fatti, tempi, circostanze e cose che si osservano in Don Rosa. In ogni caso quindi SONO FATTI IN MODO DA NON RAPPRESENTARE FATTORI ASSOLUTI, come invece viene fatto, fin troppo sfacciatamente ed in modo autocompiaciuto, da Don Rosa.
              E, comunque, in alcune storie anni sessanta/settanta vi sono sporadici riferimenti a storie precedenti, sempre rigorosamente menzioni volutamente brevi e sporadiche per non essere - nemmeno volendo ! - assolutizzate. Molti esempi vi sono quando c'e' un nuovo personaggio, eppure anche qui ci si limita al minimo riferimento possibile (le prime apparizioni di Rockerduck, mi pare non abbiano neppure riferimenti a storie precedenti, mentre per Amelia ci si limita a dirla 'la  fattucchiera che ammalia' e si aggiunge SI NOTI, SOLO NELLE PRIMISSIME APPARIZIONI : 'convinta che il decino di Paperone abbia il potere ...' - proprio perché si sente la necessità di introdurla E SOLO PER IL TEMPO STRETTAMENTE NECESSARIO).

              Pertanto il filo conduttore appare SAGGIAMENTE, ARMONICAMENTE, si tratti di Brigitta, Amelia, Paperinik o altro, più o meno stretto in base all' OBIETTIVA CIRCOSTANZA : SEMPRE E COMUNQUE IL MENO INVASIVO POSSIBILE E SOLO PER IL TEMPO STRETTAMENTE NECESSARIO.

              Quindi inutile fin qui parlare di continuity, si tratta di comprensibili e sopraffini accorgimenti per MANTENERE CREDIBILITA' E CARATTERE anche in occasione dell'introduzione di nuovi personaggi EVITANDO ACCURATAMENTE di imporre circostanze assolute inamovibili.

              Ah, che mondo perfetto era quello  8-)

              E non basta : tutto ciò avviene più o meno, comunque a seconda delle circostanze, nell'arco di molti anni ed a cura di diversi autori, tutto cioè si muove in quel magma fertile che ci ha dato quelle storie stupende, perfette.

              Poi un giorno... aprendo Zio Paperone scopro che improvvisamente un certo, personalmente mai sentito, Don Rosa, è un genio ed ha scritto la Vera storia di Paperone : in un lampo, come un macigno precipitato dal nulla, si stabilisce per filo e per segno tutta la sua storia dalla A lla Z, il suo numero di scarpe, no ghette !, eccetera. Le parentele : te voilà un albero genealogico dettagliatissimo, con molti nomi mai sentiti. In capitoli dai balloons mega prolissi, illustrati da disegni ampollosi, iper-ricamati e lontani anni luce dalla stilizzazione ideale, sintetica e decisa di - che so -
              Massimo de Vita, si mostra la sontuosa Saga del personaggio.
              A tratti forzatamente divertente, in altri sdolcinata o strappalacrime solo come certi romanzi d'appendice di looooontanissima memoria sapevano essere.

              Tutto ciò è il Nuovo Testamento dei paperi e viene additato come opera magna excelsa con riferimenti a Barks eccetera eccetera.

              Scusate, devo riavermi, come posso pensare che questa continuity VOLUTA PRETESA STUDIATA A TAVOLINO sia anche solo vagamente simile al filo conduttore che c'era prima.

              Nasce in un modo totalmente differente, usa personaggi già consolidati (quindi non serve come necessaria introduzione come nei casi visti all' inizio) dunque va bene, per me può essere un nuovo, diverso e - tutto sommato nel suo ambito - ben fatto modo di arricchire l'universo papero.

              Ma ragazzi, nel momento stesso in cui questo è stato preso per oro colato quasi irridendo le storie 'stupidelle' precedenti, ho detto no, per me questo Don Rosa NON detta legge in nessun modo.

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                Re: La continuity nelle storie Disney
                Risposta #156: Lunedì 14 Dic 2015, 21:55:28
                Nasce in un modo totalmente differente, usa personaggi già consolidati (quindi non serve come necessaria introduzione come nei casi visti all' inizio) dunque va bene, per me può essere un nuovo, diverso e - tutto sommato nel suo ambito - ben fatto modo di arricchire l'universo papero.

                Ma ragazzi, nel momento stesso in cui questo è stato preso per oro colato quasi irridendo le storie 'stupidelle' precedenti, ho detto no, per me questo Don Rosa NON detta legge in nessun modo.


                Però attenzione.
                Sono d'accordo quando dici che prendere Don Rosa come oro colato sia sbagliatissimo. Io, che ci sono cresciuto con le sue storie, da ragazzino ho fatto fatica a digerire, per esempio, "Storia e gloria della dinastia dei paperi".
                Oggi mi è più facile rileggere quel ciclo di storie, perché ho imparato dare alla Saga il giusto peso, ovvero quello di una delle tante possibili variazioni della vita di Paperone, e non la sua vita per eccellenza (da cui niente e nessuno deve divergere).

                Un po' meno d'accordo sul Don Rosa d'appendice o sul Don Rosa legnoso: lo apprezzo come narratore (sebbene riconosca che, soprattutto nell'ultimo periodo, insistesse un po' troppo su certi topoi e sulla lacrima facile) e come disegnatore.

                Però sembra quasi che il tuo giudizio sia basato più sul lettore che sull'autore. Della serie: c'è gente che la saga la continua a prendere per oro colato, e quindi Don Rosa schifus.
                Io invece tendo a considerare Don Rosa una felice eccezione. Anche perché lui è stato filologico fino al midollo con Barks, ma non credo si sia (a memoria) mai proclamato "l'unico erede di Barks". Casomai è un titolo che gli ha affibiato un certo tipo di lettore.
                Il fatto che la saga sia assunta a Verbo non è certo colpa sua, ma di come è stato presentato e di come è stato recepito.

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                  Re: La continuity nelle storie Disney
                  Risposta #157: Lunedì 14 Dic 2015, 22:02:44


                  Un po' meno d'accordo sul Don Rosa d'appendice o sul Don Rosa legnoso: lo apprezzo come narratore (sebbene riconosca che, soprattutto nell'ultimo periodo, insistesse un po' troppo su certi topoi e sulla lacrima facile) e come disegnatore.


                  I disegni sono gusti. A me Don piace, ma allo stesso tempo mi piace De Vita (per citare l'esempio fatto da Paperotto il mozzo).

                  Sul "Don Rosa romanzo d'appendice" non sono assolutamente d'accordo con Paperotto. Far emozionare è un disvalore? Parlare di sentimenti autentici è un difetto?
                  Scusa, ma hai mai letto Una lettera da casa? Se no te la consiglio vivamente. Sono storie come questa che testimoniano la grandezza del Don, molto più della tanto celebrata saga.
                  « Ultima modifica: Lunedì 14 Dic 2015, 22:03:27 da Mark »

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                    Re: La continuity nelle storie Disney
                    Risposta #158: Lunedì 14 Dic 2015, 23:14:12
                    Per quanto possa anche legittimamente non piacere, credo però che non si possa disconoscere che il lavoro di ricostruzione filologica operato da Don Rosa sia stato rigoroso, preciso, intriso di passione ed amore per il personaggio Paperone, ed abbia comunque avuto il merito di creare un vero e proprio romanzo della vita di Paperone e dei suoi familiari.
                    Che l'imponenza e l'importanza di questo lavoro e la solidità del risultato (leggasi:"romanzo") abbiano portato a considerare come acquisite ed immodificabili le spiegazioni sulla famiglia di Paperone, sulle sue origini e sulla sua discendenza, dipende in gran parte proprio dal rigore filologico dell'opera di ricostruzione operata dalla saga donrosiana e dalla sua pressochè totale coerenza ed armonia interne, e questo merito credo che vada in ogni caso riconosciuto.
                    Poi, che questo riconoscimento non debba e non possa portare a disconoscere la validità e l'importanza di altri autori e delle lore invenzioni e soluzioni narrative, è altrettanto indubbio: Don Rosa, ad esempio, ignora l'esistenza di Gedeone De' Paperoni, fratello "scarpiano" di Paperone, ma ciò non significa che l'idea di Scarpa di affiancare a Paperone un fratello (stupendamente delineato e caratterizzato, tra l'altro) possa ritenersi "eretica" o non valida solo perchè  incoerente con l'idea della famiglia dei paperi delineata da Don Rosa.
                    « Ultima modifica: Lunedì 14 Dic 2015, 23:15:48 da Vito65 »

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                      Re: La continuity nelle storie Disney
                      Risposta #159: Venerdì 18 Dic 2015, 18:15:25
                      Comunque, in definitiva il discorso portato avanti dall'Avvocato sulla storia di Casty, più che sulla continuity di per se, secondo me verte su un altro punto, ovverosia i "paletti" cioè quelle caratteristiche delle storie che non si dovrebbero mai superare/cambiare in alcun modo.

                      Ora, dei paletti sicuramente esistono, tipo che il rapporto Paperone-Paperino-QQQ è di zii-nipoti (non credo sarebbe possibile fare una storia in cui invece sono nonno-figlio-nipoti) e altre cose.

                      Quindi, ciò che resta da stabilire è : questa storia delle 12 ore della macchina del tempo, è un paletto irremovibile e da considerare, oppure è una questione secondaria e ci si può anche passare sopra?
                      Secondo alcuni si, secondo altri no.

                      Qui sta la questione, alla fine.

                      Poi, naturalmente il discorso va sempre a finire su Don Rosa, è inevitabile.
                      Non capisco però tutto questo accanimento contro di lui da parte di alcuni.

                      Ha scritto la $aga, ha fissato delle parentele, delle vicende e delle date per Paperone, ok, ma perchè accusarlo di chissà cosa se comunque la sua opera non è assolutamente considerata canonica?
                      Nessun autore Disney è tenuto a rispettare i "paletti" imposti da Don Rosa, quindi alla fine qual è il problema se lui ha voluto realizzare quest'opera?

                      Se poi molti lettori preferiscono la sua versione della vita di PdP, e arrivano anche all'estremo di considerare apocrifi gli altri eventi narrati da altri autori, questo è semplicemente dovuto al fatto che la $aga è la più corposa, precisa e dettagliata narrazione dell'epopea del personaggio. E' un qualcosa di unico all'interno del fumetto disneyano.
                      E' inevitabile che sia così, non gliene si può fare una colpa.

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                        Re: La continuity nelle storie Disney
                        Risposta #160: Venerdì 18 Dic 2015, 18:50:19
                        Ora, dei paletti sicuramente esistono, tipo che il rapporto Paperone-Paperino-QQQ è di zii-nipoti (non credo sarebbe possibile fare una storia in cui invece sono nonno-figlio-nipoti) e altre cose.

                        Quindi, ciò che resta da stabilire è : questa storia delle 12 ore della macchina del tempo, è un paletto irremovibile e da considerare, oppure è una questione secondaria e ci si può anche passare sopra?
                        Secondo alcuni si, secondo altri no.

                        Qui sta la questione, alla fine.
                        Hai centrato il punto.
                        I 2 paletti che citi presentano però una grossa differenza. Le parentele sono immutabili nel tempo e definite già al momento della nostra nascita. Le caratteristiche di un oggetto tecnologico invece possono cambiare; anzi, sono ragionevolmente sicuro che nel corso delle varie avventure la macchina del tempo abbia già subito varie modifiche.

                          Re: La continuity nelle storie Disney
                          Risposta #161: Venerdì 18 Dic 2015, 19:15:07
                          Le parentele dei paperi sono proprio cosi ` ben definite ? Giusto oggi ho riscoperto Oscar Paperone, un  nipote del papero piu ricco del mondo che Scarpa (un autore noto che forse in quanto tale puoi considerare) presenta in due sole storie. Stupende entrambe. Che facciamo,  visto che non sappiamo bene definire la parentela (figlio di fratello sorella o che ... Nipote pronipote ?) e magari dopo cinquant' anni nessuno se ne ricorda ,  nessuno piu lo usera ',che famo ? Lo mandia
                          mo al macero ?

                          O mi dici che siamo obbligati per forza ad inserirlo nel sacro albero genealogico del don per dargli il necessario pedigree ?

                          E ' solo - bada - uno dei molti episodici nipoti  ;D
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                            Re: La continuity nelle storie Disney
                            Risposta #162: Venerdì 18 Dic 2015, 20:24:23
                            Quello che intendevo dire è che se due personaggi vengono presentati come, poniamo, fratelli, nella storia successiva non possono diventare cugini.

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                            PolliceSu
                              Re: La continuity nelle storie Disney
                              Risposta #163: Venerdì 18 Dic 2015, 20:54:37

                              Riguardo il rapporto di parentela fra Zio Paperone e Nonna Papera, quello attuale che non li vede più come fratelli ma come 'parenti alla lontana' (attraverso il matrimonio di Quackmore - figlio di Elvira - e Ortensia - sorella di Scrooge) è in fondo un ritorno alle origini in quanto nelle storie americane di Barks mai ci fu accenno ad una 'fratellanza' che è stata una invenzione tutta italiana (neanche ripresa in altri paesi, credo).

                              Che poi tra i due anziani paperi ci sia un sentimento e un affetto dovuti anche all'età e alla conseguente lunga conoscenza (oltre al diradarsi degli altri parenti loro coetanei), questo non può che far piacere in una visione familiare allargata in cui sono rimasti i due capostipiti riconosciuti e amati dai parenti più giovani.

                              A proposito di Alberi Genealogici: visto che il Don ha fatto il suo 'decorato' meglio di quello natalizio... perché non farne uno 'nostro' (nel senso di 'italiano') aggiungendovi altri parenti tipo Oscar (come ha ricordato Paperotto), Gedeone (un fratello non facile da accostare a Ortensia e Matilda mentre lo fu - come fratello - a Nonna Papera in una storia italiana rimasta unica nel suo genere), Paperetta (nipote adottiva se non addirittura 'naturale' come alcuni sostengono), Sgrizzo e altri ancora? ;D

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                                Re: La continuity nelle storie Disney
                                Risposta #164: Venerdì 18 Dic 2015, 21:25:36
                                Mai ci fu accenno alla fratellanza non significa che fosse identificata come Elvira Coot. Se vale la regola di chi definisce prima la parentela allora dovrebbe essere valida quella dell sorella di Paperone (cfr Anton)

                                L albero genealogico del Don vale per la sua saga, per il resto a me sembra superfluo. La precisa relazione parentale di Nonna Papera in fondo  mi e' indifferente, non comporta nulla oltre la saga. Pero' trovo assurdo volerla identificare inequivocabilmente come Elvira solo per conformarsi alla visione del Don.
                                « Ultima modifica: Venerdì 18 Dic 2015, 22:57:57 da dr.Strano »
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