Non dimentichiamoci una cosa: indipendentemente dal nome, il fatto stesso che Nonna Papera sia la nonna di Paperino esclude a priori che sia la sorella di Paperone, in quanto quest'ultimo è zio di Paperino.
Se Paperone e Nonna Papera fossero fratelli, e dando ad Elvira comunque l'essere nonna di Paperino, Paperone sarebbe il "bis zio" di Paperino ed il "tris zio" di Qui, Quo e Qua.
In fondo, io ho sempre chiamato il fratello e la sorella di mio nonno zii...
Effettivamente, però, un po' di coerenza soprattutto sulle parentele ci vuole, pena il caos.
Come ha scritto Sergio, però, il punto che ho cercato di evidenziare è proprio quello dei paletti: è giusto siano date delle direttive, per quanto piccole, che gli sceneggiatori debbano rispettare a prescindere, dando un poco di coerenza, per non dire uniformità, per quanto,limitata agli autori del mondo Disney?
Partendo dal presupposto che la perfetta e totale continuity è impossibile, data la mole di storie realizzate, ci sta, soprattutto quando s'introduce qualcosa di nuovo, fissare delle regole cui attenersi?
Parliamoci chiaro e fuori dai denti: Casty, per sua diretta ammissione, sapeva del paletto posto dai creatori della macchina del tempo, Pezzin e Concina, per cui le dodici ore scorrono sia nel passato, sia nel presente, e volutamente lo ha fatto fuori perché sennò non gli quadrava la storia.
Mi chiedo quindi: se questa è la logica da seguire, vale davvero la pena di mettere le regole del gioco? Se seguissi la maggioranza del Papersera, le regole dovrebbero essere del tutto inutili, visto che tutti si sono schierati col permettere a Casty, e quindi a qualsiasi autore, di ragionare in quel modo.
Siamo certi, però, che sia la strada giusta da seguire? Proprio sicuri?