Oggi non ho nulla da fare, così ho pensato di portare avanti il progetto M.A.D.O.P.; come annunciato, oggi tocca a
Topolino e il boomerang misterioso, vicenda avventurosa-gialla pubblicata in Italia solo su "Topolino" n. 208 del 1959 (albo in cui ho la fortuna di averla), e poi su un Albo della Rosa appositamente dedicatagli, nel 1963. I testi sono di Carl Fallberg, i disegni di Jack Bradbury.

La trama in poche parole (senza eccessivi spoiler): Topolino riceve una lettera dal suo zio australiano Topicchio (Uncle Digger), il quale gli scrive che vuole indietro il suo vecchio boomerang, regalatogli anni fa. Il nostro amico si dirige quindi da Pippo, a cui aveva consegnato l'oggetto, e insieme si dirigono nella terra dei canguri per restituirlo personalmente al parente. Arrivati in città troveranno ad aspettarli due brutti ceffi (Cobber e Alf nell'originale) che si spacciano per conoscenti di Topicchio, e che li guidano fino alla casa del vecchio esploratore. In realtà si tratta di malviventi interessati alle proprietà magiche del boomerang, di cui cercheranno di appropriarsi. Dopo una serie di peripezie Topolino e l'amico spilungone avranno la meglio sui ladruncoli, ma, una volta incontrato lo zio, il prezioso cimelio farà una brutta fine, questa volta nettamente per colpa di... madre natura.
La storia è un ottimo giallo, che nella versione originale (Mickey Mouse n. 61 del 1958) si sviluppa su 18 tavole (24 nel nostro formato), ed è una storia "italianeggiante" a tutti gli effetti: disegni curati, sceneggiatura interessante e narrazione equilibrata, tanto da meritarsi un posto di storia portante nel volume d'esordio.
Le illustrazioni di Bradbury, come già detto, sono ben fatte ed espressive, sicuramente più dettagliate di quelle del collega Alvarado (analizzato la settimana scorsa), altro elemento che avvicina la storia, di fattura americana, alle colleghe nostrane. L'unico dettaglio che personalmente mi ha infastidito è che zio Topicchio è... Topolino con i baffoni e il cappello, laddove un po' più di fantasia da parte del disegnatore non avrebbe guastato; quisquilie, comunque, anche perché il fantomatico zio compare solo nelle ultime pagine dell'avventura. Carl Fallberg riutilizzerà il fattore del parente australiano dei topi nel 1959, per l'albo
Four Color Comics n. 1057 (
click here), in cui i due cugini locali del nostro eroe avranno nuovamente il cognome Digger, che evidentemente è considerato dall'autore il classico "marchio di fabbrica" degli australiani (in effetti è molto diffuso).
Si tratta quindi di una bella avventura straniera (in tutti i sensi - ambientata in Australia e prodotta negli USA), valorizzata dagli ottimi disegni di Bradbury, ed è un peccato che non sia ristampata dai primi anni '60. Come molte altre storie analizzate, sarebbe perfetta per la sezione Superstar dei Grandi Classici.
Chi la possiede e l'ha letta che cosa ne pensa?

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