Uff. Ti ho già detto che l'ho letta anche io con spirito spensierato e libero. Come un bambino, aperto a ogni possibile magia, a ogni possibile risvolto insensato e balordo, a ogni volo pindarico narrativo (d'altronde, se non così, come si fa a leggere Guido Martina?). Non c'è nessuno "rigore matematico". Non c'è nessuna "vivisezione con mezzi realistici".
Ti ho già fatto notare, inoltre, che dire a qualcuno che non è in grado di apprezzarla in quel modo è offensivo.
Ma leggere con spirito spensierato e libero non significa spegnere il cervello e chiudere gli occhi nei confronti delle cose che non ti tornano. Anche la storia più fantasiosa deve rispondere di una qualche coerenza interna. Anzi, più un prodotto narrativo è orientato verso la libertà più la sua coerenza interna deve tenere, è un fatto di equilibri. Non so più come spiegarlo. Ci provo un'ultima volta con un esempio estremo, poi mi arrendo. Prendiamo il film Fantasia, quanto di più libero e magico ci possa essere. Ebbene, anche quel film deve rispondere a una qualche logica interna. Perché se improvvisamente nel mezzo del film l'ippopotamo ballerina prende un lanciarazzi e spara a Topolino facendogli esplodere la testa in mille pezzi, con sangue e organi interni che schizzano dappertutto, io spettatore, pur in modalità "aperto a ogni fantasmagoria", lì mi fermo e dico "wow...calma...qui c'è qualcosa che non fa in questo punto della sceneggiatura di 'sto film..."
Ora, nessuno ha fatto saltare la testa a nessun altro stile film di Carpenter in questa Storia e Gloria, e io non mi sto accanendo contro nessun dettaglio di incoerenza. Però se ci sono avrò il diritto di segnalarlo e di dire che l'autore non mi pare, diciamo, il più attento degli scrittori?