Che bello leggere i resoconti finora! Cosa posso aggiungere che non sia già stato detto?
Io, per timore di restare senza posto sul treno come mi era successo a Reggio, avevo prenotato il treno con laaaaaaargo anticipo, con il risultato che mi sono ritrovata ad arrivare a Milano in un orario diverso da tutti gli altri. Primo pensiero "nerd" per la stazione di Milano Centrale ("è uguale a quella di Paperino pendolare!!!"), sbarco dal treno e scopro che aveva ragione Totò quando diceva che "a Milano fa freddo!".
Ringrazio la paziente Isa che mi ha telefonicamente fornito le indicazioni per raggiungere il gruppone a Porta Venezia, dove continuo a fare confusione (chissà perché) fra Bacci e RoM (passi per il primo, che incontravo per la prima volta, ma RoM ormai dovrei conoscerlo
).
Come già raccontato, il gruppo si è poi spostato in giro per fumetterie, dove abbiamo fatto vari acquisti (per me poca roba, un Super Almanacco Paperino). Restiamo alla Borsa del Fumetto praticamente finché non ci sbattono fuori sul marciapiede all'ora di chiusura (e confermo, sentire Grrodon che legge la Pimpa facendo le voci della Pimpa e dell'Armando non è cosa che si dimentica facilmente).
Al ristorante, ancorché rammaricati per la distanza dal "festeggiato" De Vita, io, piccolobush, maghetto, Floyd, Franka e Gingerin non ci facciamo abbattere troppo e ci divertiamo con chiacchiere amene sui temi più svariati, dalla mostra di Dalì ai fumetti di Ratman... alla sconvolgente somiglianza fra Pacuvio e Portamantello, che non solo erano seduti uno accanto all'altro ma si muovevano pure in sincrono come le gemelle Kessler... alle scommesse sul fatto che conker avrebbe avuto il torcicollo alla fine della serata (dava le spalle a De Vita, praticamente è stato tutto il tempo girato a 180 gradi per acoltare cosa diceva...).
Ad un tratto, avendo io avventatamente estratto il librone Papersera per controllare una cosa, il cameriere mi si avvicina e mi chiede "ma voi siete dei fumettisti?". Eh, magari, gli rispondo io, ma quel signore laggiù lo è, invece... insomma gli diciamo che il signore coi baffi è Massimo De Vita, che disegna per Topolino... "alla faccia del bicarbonato di sodio!" esclama lui e parte in quarta verso il tavolo VIP... saprò solo il giorno dopo che a causa mia De Vita e i suoi commensali si sono dovuti sorbire un delirante monologo in cui il tipo raccontava che per lui i Topolino erano come i fumetti porno, ma in senso buono, perché lui li leggeva con sua madre accanto, e insomma...
Alla fine della cena De Vita riesce finalmente a fare un discorso "pubblico" in cui manifesta il suo stupore e meraviglia per il fatto che tanti di noi (e anche così "vecchi", ha ripetuto due volte, e mi pare che guardasse proprio verso di me... coda di paglia?) fossero lì, venuti anche da molto lontano, apposta per lui, confessandoci di trovarci pure un tantinello inquietanti... spero che non finirà a denunciarci per stalking!
Io, da parte mia, faccio la mia fila per farmi autografare la mia copia del librone e della Spada di ghiaccio, e astutamente lascio passare avanti tutti in modo da poter restare più a lungo al tavolo per ascoltare le chiacchierate che MDV ha fatto con tutti.. a tutti concedendo una dedica personalizzata, e perfino due schizzi in via del tutto eccezionale a Gladstone e (mi pare) conker. Il quale conker presumo abbia camminato ad un palmo da terra per tutta la serata dopo che De Vita gli ha detto che il suo disegno gli ricordava lo stile di Intini...
Dopo cena, De Vita si allontana con floyd e maghetto (e già noi tutti ci immaginavamo che maghetto avrebbe finito per sequestrarlo, portarlo in una cascina isolata, legarlo ad una sedia con solo la mano sinistra libera, minacciando di non lasciarlo andare finché non gli faceva un disegno), mentre il resto del gruppo si sparpaglia con ognuno che raggiunge in tempi più o meno lunghi la propria destinazione per la nottata.
Dopo una riposante dormita di quattro ore e mezza, il mattino dopo si parte per Rapallo, dove reincontriamo buona parte del gruppo del giorno prima. Ci si fa raccontare un po' di cose (fra cui il delirante monologo del cameriere, che ha suscitato molta ilarità), si visita la mostra di Julia al castello, ci si incontra con i tre illustri ospiti, e finalmente si raggiunge U Giancu. Per me era la prima volta nel celebre ristorante, era una delizia guardare le pareti completamente tappezzate di disegni di ogni sorta, o ammirare la firma autografa di Carl Barks sul muro (o il bellissimo disegno della Brigitta di Scarpa). Ho avuto anche la fortuna di capitare a capotavola accanto a Barosso, che è stato molto simpatico (fra l'altro, per motivi di salute non ha potuto mangiare assolutamente niente: in pratica è venuto esclusivamente per stare con noi, digiunando mentre noi ci abbuffavamo, e questo è veramente una cosa da apprezzare tantissimo). È un conversatore piacevolissimo, e parla pure un ottimo inglese (cosa che Harry Fluks, seduto alla mia sinistra, avrà sicuramente apprezzato dato che gli ha permesso di non restare escluso dalla conversazione).
Più o meno avventurosamente riusciamo a raggiungere la stazione ferroviaria nonostante il terrificante traffico rapallese (fra i più avventati che hanno osato provare a raggiungere la stazione in macchina rischiando di perdere il treno, e i più apprensivi che si sono fatti una maratona a piedi temendo di restare imbottigliati nel traffico, e finendo per essere sorpassati da quelli in macchina...) ci si saluta e si riparte verso casa. E la mia prenotazione prematura colpisce ancora: mentre praticamente TUTTI partono alle 17 e 27 io devo aspettare ancora un'ora per il mio treno. Sul quale poi mi sono pure addormentata, rischiando di finire a Livorno saltando la mia fermata.
Grazie a tutti. È stato un weekend fantastico.