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« Ultimo post da tang laoya il Venerdì 26 Lug 2024, 07:16:36 »
Anche io fra i delusi dal Miliardo, forse per un eccesso di aspettative (certo non indotto ma auto-indotto e per cui chi è causa del suo mal...) nate da un potenziale binomio con la storia, per me e per la mia vita, seminale di Martina e Scarpa: Marco Polo, Venezia, la Cina, maestro e allievo, divenuto poi a sua volta maestro, ero decisamente in rampa di lancio da una settimana in attesa di questo numero, complici anche gli imminenti festeggiamenti per l'apertura della grande mostra Marco Polo 700 a Beijing e della visita fra pochi giorni del Presidente del Consiglio a Shanghai, ma il risultato non é stato sicuramente quello da me auspicato. Di fondo il mio maggior problema qui è che la storia mi risulta totalmente innocua, sopra si è parlato di "lavoro minore" e non posso che concordare con questa definizione, una (modesta) caccia al tesoro in salsa tartara che ha spogliato di tutta la sua meraviglia sia il modello letterario sia il precedente scarpiano.
Ho definito storia per me seminale il Marco Polo degli anni '80 forse perché (come si evince facilmente dal mio avatar) devo all'immaginario in me creatosi fin da ragazzino, guardando e riguardando quelle tavole sui topolini di mia sorella, molte delle passioni che hanno diretto le mie scelte fino a oggi, sicuramente ne trovo traccia in una fascinazione per l'oriente che mi ispira da sempre, nel desiderio di vivere a Venezia, nell'ambizione di diventare un sinologo, e ancora sono convinto di far risalire a quella storia (non saprei dire in quanta parte, ma sicuramente in una parte rilevante) i miei ormai venti anni trascorsi in Cina e la mia felicissima unione con mio marito Yulong (qui forse hanno avuto un loro ruolo anche i fascinosi occhi del bel Kim Don-Ling delle Paperolimpiadi).
E quella storia per me ha decisamente resistito al tempo, non è solo un commosso ricordo di me bambino, ma la meraviglia che si respira a ogni piè sospinto ancora mi emoziona, la magia dell'olio nero, la spasmodica salita alle reliquie dell'Arca, l'incomparabile potere della Tavola del Girifalco, la grande scena dell'agnizione dei Polo con la Nonna, dolcissima Euriclea, che unica sa riconoscere i suoi, lo sceneggiatore, Martina, che riflette le frustrazioni di uno scrittore nel suo alter-ego Topolino in un rapporto fra autore-editore con Paperone, la costruzione a incastro a cornici concentriche con Martina che racconta che Topolino racconta che Paperino racconta...costruzioni letterarie che traggono dalle Mille e una Notte, da Manganelli, da Calvino...
Ecco, arrivare con un simile bagaglio emozionale alla lettura del Miliardo non poteva che farmi sbattere il naso contro la Grande Muraglia proprio come il ribelle Caidù...