Ho infatti finito oggi Terre Desolate, terzo romanzo della saga della Torre Nera di Stephen King. Giudizio molto positivo su questo libro
Sto per finirlo anch'io, e sono decisamente entusiasta. L'unico possibile difetto della saga visto finora, che credo si protrarrà fino alla fine, è il modo in cui King mette con nonchalance tutti i pezzi al loro posto: si potrebbe comodamente definirla faciloneria, visto che tutto si collega e si spiega senza domande né problemi con la giustificazione del
ka e del
ka-tet. Ma se riesco a godermi il racconto senza farci troppo caso, significa che, grazie agli dei, non sono ancora stato contagiato terminalmente dal cinismo e dalla brama di dettaglio e verosimiglianza al 1000% preteso dai lettori e dagli spettatori di oggi 8-) (per intenderci: Don Rosa non si sarebbe mai concesso di scrivere una storia del genere, non sarebbe mai riuscito a lisciare tutte le pieghe su cui invece King glissa beatamente).
C'è un tema portante di tutto il libro che è preso pesantemente da un famoso episodio di Tolkien, ma non me ne sono accorto fino a un certo punto. Il che significa che probabilmente sono un lettore distratto, ma forse significa anche che qualche volta fa bene leggersi un testo per come è senza ricercare col lanternino ogni possibile derivazione o potenziale "plagio" (c'è SEMPRE qualcuno pronto a vedere plagi di Tolkien dappertutto, probabilmente anche nella Bibbia).
La capacità di Steve di rappresentare masse umane ipnotizzate e primitive, prigioniere di paura, superstizione e istinti ancestrali, non ha assolutamente paragone. Così come la sua bravura nel tratteggiare i cattivi: il lettore arriva a odiarli tanto da volerli far fuori personalmente.
Non riesco proprio a immaginare come sia stato possibile tradurre molti passi del libro, tra indovinelli, rime, canzoni e le infinite battute di Eddie.
Ora vado, entro domani voglio finire le ultime pagine...