Note prelettura del trentesimo volume.
Creature dagli abissi: il capitano di nave Kraver anni fa visse una strana esperienza, e la di lui figlia, dottoressa Henrietta Kraver, oggi si trova sott’acqua al comando di una base ipertecnologica di studio dei fondali marini. Ma nella base si verificano, da qualche tempo, strani fenomeni di allucinazione, che richiamano l’attenzione di Uno. E la nostra IA manda immediatamente Pikappa ad indagare, spacciando Paperino per il nuovo responsabile della sicurezza. E se anche lui fosse vittima delle stesse allucinazioni, forse ne capirebbe di più? Prima avventura di Faraci su questa serie. Non male, ma nulla di particolarmente memorabile o degno di entrare negli annali tra i capolavori assoluti, sicuramente inferiore ai numeri immediatamente precedenti. Si legge e basta, ma il comparto grafico di Celoni è a dir poco spettacolare. Incredibile la mancanza di battutacce al vetriolo: forse che Tito, in questa serie dal target ribassato, si sia più o meno volontariamente contenuto? Nella breve La supersquadra, Ambrosio ci narra l’origine, a dir poco demenziale, del supergruppo del quale Destroyer Duck faceva parte ai suoi tempi. Si sghignazza non poco, soprattutto per il povero Sadman, il criminale triste: scoprite perché il suo umore sia sempre rasente il depresso andante, e godendovi gli spettacolari disegni di un ottimo Narciso. Nell’originale avevamo un altro fantastico Backstage, dedicato al come disegnare le espressioni di Pikappa: anche questo era totalmente imperdibile, e bravo ad Ambrosio che lo ha scritto.
Turisti dallo spazio: degli alieni arrivano a Paperopoli da chissà dove e si mimetizzano tra la popolazione locale, ma un testimone li vede e solo una Lyla spaventosamente sexy (e capace d’indossare un paio di stivali neri con tacco a spillo con quaranta gradi all’ombra) gli crede. Pikappa investiga, trovandosi un’altra volta nello spazio accompagnato dalla nostra droide paperesca preferita per scoprire cosa quei tizi siano venuti a fare da noi, e perché una nuova ditta di navigatori satellitari abbia regalato prodotti non funzionanti ai Paperopolesi. Squallida ed infame boiata, priva di logica, senso, battute memorabili, sciatta come nessuna, non comica dove dovrebbe fare ridere, praticamente illeggibile, opera prima di tale Stefano Piani, del quale all’epoca tutti avremmo voluto la testa al punto che io, al prossimo colpo a vuoto, avrei smesso di seguire la testata. Errori, salti di sceneggiatura, bambinate che più infantili non si può: il peggio del Frittole in un episodio solo, di rarissima bruttezza. I disegni di Palazzi – R. Sisti sono giusto accettabili, da ricordare però per la Lyla molto sexy... Nell’originale rubrica Pkonfidential, ad opera di Fausto Vitaliano, la stessa storia veniva smontata pezzo per pezzo con la consueta ironia: un modo come un altro per dirci cosa la storia fosse veramente. Un’autentica boiata, appunto! Rifatevi con quel gioiellino che è la breve Scala gerarchica, dove Ambrosio ed Intini-Zemolin ci regalano grasse risate in salsa evroniana! Una vera chicca in un numero abominevole.
Lo sciame: Vendor deve essere trasferito con un mezzo blindatissimo nel nuovo supercarcere di Darkflag, ma uno strano sciame di api robot sembra volerlo liberare ad ogni costo. Pikappa ed Uno avevano tenuto d’occhio la situazione non facile e sono pronti ad intervenire, con l’aiuto di Lyo, sempre pronto a dare una mano. Faraci riporta in scena lo scienziato pazzo ben noto, e scrive una decorosa storia d’azione, dove qualche battutaccia torna a fare capolino. Dopo lo sfacelo del numero scorso un po’ s’è risalita la china, diciamo, mentre A. Pastrovicchio ci dà un buon comparto grafico. La breve Vicini pericolosi torna a far fare la figura della macchietta ad Angus, ma le battute dello sceneggiatore Ostini non strappano molte risate. Buoni i disegni di Palazzi-R. Sisti, migliori di quelli del numero scorso. Ancora fantastico l’originale Backstage, sempre a cura di Ambrosio, dove si analizzano le modalità con le quali lo sceneggiatore descrive i nuovi personaggi al disegnatore perché ad essi sia data vita sul foglio... anche se alle volte un po’ di incomprensione tra i due artisti c’è, ma non è detto che sia un male!
Nota: il declino delle Frittole era cominciato con questi numeri. E, con la recensione centrale, credo sua venuta meno anche la leggenda dell’Avv. Sfrontato Buononi...