L'ho già scritto altrove, ma forse è il caso di spiegare
perché io sia milanista.
Nato nel 1975, siccome mio padre e mia madre lavoravano, mi hanno cresciuto sino ai sei anni i nonni materni (i paterni erano premorti). Nonna di Foiano della Chiana (Arezzo), milanista. Nonno di Gardone Valtrompia (Brescia), milanista. Fratello del nonno, sempre di Gardone (ma nato a Napoli), milanista. Moglie del fratello del nonno, di Brescia, milanista. Madre nata e cresciuta a Pandino (Cremona), al confine con la provincia di Milano alla quale guarda molto di più, lavora a Milano in clinica Mangiagalli ed è milanista. Padre, di Crema (regno delle tenebre e del male), interista e atalantino (impossibile, lo so, ma mio padre era del regno delle tenebre...), sfegatato. Disgrazia familiare.
Quindi, mia nonna, luminare dell'educazione, mi comprava i fumetti del diavolo Geppo perché aveva i mutandoni del colore della maglia del Milan, mi metteva la foto di Rivera nella culla, e, quando ebbi tre anni quasi quattro, la frase che mi disse fu più o meno questa: "Alberto, alla tua età devi imparare ad apprezzare il calcio. Scegliti una squadra e tifa quella che vuoi. Ma sappi che, se non è il Milan, non mangi!"
E tutto per salvarmi dai malefici influssi paterni! Che grandissima donna era mia nonna!