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Il Fumetto è divenuto Arte... ed è morto

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Florian
Giovane Marmotta
PolliceSu   (1)

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  • Post: 165
  • ... e perciò noi gridiam, viva Topolin!
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PolliceSu   (1)
    Il Fumetto è divenuto Arte... ed è morto
    Martedì 11 Nov 2008, 16:58:31
    Il Fumetto è divenuto Arte… ed è morto


    Apro questo topic sul fumetto con un titolo paradossale e provocatorio. Si stava meglio quando si stava peggio? Ma allora, poi, si stava davvero peggio?

    Dico subito che in passato vedevo le cose in maniera assai diversa da come le vedo ora. Quando ero adolescente e avevo la pretesa di occuparmi di fumetto ero pervaso come tutti i fumettari dalla voglia di elevare questo genere a forma d’arte. Era quello un periodo – parlo degli anni ottanta - durante il quale il mercato era affollato di riviste cosiddette d’autore e i mass media si apprestavano a prendere in maggior considerazione eventi e personalità del settore. C’era la sensazione di combattere una battaglia sacrosanta, di aprire un orizzonte diverso ad un genere che fino ad allora si considerava mero intrattenimento.
    Se pensiamo che negli anni settanta autori come Magnus o Milazzo prestavano la loro arte ai fumettacci e guardiamo a cosa fecero in seguito, c’è effettivamente da rallegrarsi dei notevoli passi avanti fatti per la valorizzazione di questo mezzo.
    Tuttavia è accaduto anche che termini come arte, maestro e capolavoro iniziassero a venire utilizzati con grande generosità dagli addetti ai lavori, col risultato – per chi scrive – di sballottare il medium fumetto da un estremo all’altro. Da sottovalutato qual’era, si è finito col sopravvalutarlo e ciò, a conti fatti, gli è nuociuto ancora di più.

    Farò un esempio citando un dato storico e un piccolo aneddoto personale. Sergio Bonelli ha più volte raccontato come per il Tex Gigante provvedesse lui stesso a deturpare col bianchetto le copertine precedentemente realizzate da Galep per il Tex quindicinale, che erano delle bellissime illustrazioni, ma talmente composite da non avere l’impatto necessario per sfondare nelle edicole. In quanto editore, prese questa decisione che andava contro la rispettabilità dell’opera e dell’autore stesso. I risultati però gli hanno dato commercialmente ragione, con gran soddisfazione dello stesso Galleppini.
    Adesso citerò un caso opposto che mi ha visto spettatore. Circa quindici anni fa, mentre mi trovavo all’interno di una casa editrice romana vidi arrivare Franco Saudelli con sottobraccio una cartellina piena di illustrazioni, di cui una doveva essere scelta per figurare in copertina di una nota rivista. A mio modesto avviso come illustrazioni andavano bene, ma nessuna di quelle aveva la forza necessaria per richiamare come copertina la dovuta attenzione. Rimasi invece stupito dal vedere l’editore esclamare estasiato al Saudelli: Son tutte belle… dimmi tu, quale mettiamo?
    Questo aneddoto a mio avviso spiega in parte come sono cambiati i tempi e come è mutato il mondo del fumetto. La Bonelli, in particolar modo per alcune testate, esercita ancora un particolare e forse anche ossessivo controllo. Ma per il resto?

    A proposito, quale resto? I super eroi e i manga che importiamo? Ma ditemi, esiste per caso ancora il fumetto italiano?
    Vai in libreria e trovi i nomi di sempre (Pratt, Uderzo, Schulz, Quino) con qualche novità e molte notevoli eccezioni. Sembra che una volta acquistata la considerazione tanto agognata questo mondo si sia improvvisamente fermato. C’è stato, certo, l’avvento dei nuovi media, del cinema, delle tv satellitari che hanno rubato tempo e denaro… ma sempre è successo che vi fossero cambiamenti nella società e nell’intrattenimento che rimescolassero le carte. Un tempo si dava la colpa alla Rai, poi si fece la stessa cosa con i videogames. Però Tex, nonostante tutto, è ancora lì che giganteggia e allora, tanto di cappello a Sergio Bonelli che finora le ha azzeccate tutte, e una nota di disistima a tutti quegli editori che hanno agito con avventatezza.
    Non è che, per caso, l’ambiente in questi anni si sia un pochino montato la testa? Non è che per caso offrire ai nuovi artisti maggiore libertà di manovra e piena libertà di raccontarsi in prima persona abbia nuociuto fortemente alla qualità dei prodotti e al fatturato dell’intero settore? Non è che si è gridato troppo spesso al capolavoro?

    Mi fermo qui, perchè la mia non è una tesi, ma soltanto una sensazione che negli anni si è accresciuta ed è stata avvalorata da dati di vendita allarmanti e tristi chiusure.
    Invito dunque chi oggi segue più da vicino e con maggiore assiduità del sottoscritto l’ambiente del fumetto a dire la sua circa il progressivo decadere di questo mezzo che aspirava ad essere letteratura disegnata e che oggi… rischia di non essere più né l’una e né l’altra cosa


    PS. Un ultima battuta riguardo alla Disney. Alcuni di voi hanno trovato stupende le copertine di Disney Big, a qualcun altro invece non son piaciute. A mio avviso – fatta salva la bravura di Mastantuono – sono troppo disegnate e i personaggi non escono fuori come dovrebbero. Auguro grande fortuna al Big, che tra l’altro colleziono, tuttavia ho gran nostalgia dei copertinisti di una volta. E qui chiudo sul serio.
    « Ultima modifica: Martedì 11 Nov 2008, 17:34:37 da Florian »

     

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