Due barzellette in tema di Quaresima:
Una notte, vicino a Gerusalemme. Un uomo, a sera tardi, sta rientrando a casa quando vede San Pietro e Gesù ai piedi di una collina. Gesù ha con sé una grossa croce, Pietro un cronometro. Ad un tratto Pietro urla: "Via!" e Gesù si carica la croce in spalla, sale sulla collina, pianta la croce per terra e ci sale sopra. "Stop!" grida. E Pietro: "Due minuti e 40! È un ottimo tempo!"
Gesù scende soddisfatto: "Non è male, ma si può fare di meglio. Riproviamo. Via!" e di nuovo si ripete la scena. "Due minuti e 37! Meglio ancora!" esulta Pietro.
L'uomo si avvicina. "Scusate, ma che state facendo?" "Non lo vede?" risponde Pietro "Cronometro quanto ci mette Gesù a salire sul Golgota. Lo facciamo tutti i Venerdì"
"Tutti i Venerdì?" chiede incredulo l'uomo.
"Si`, tutti i Venerdì. Che vuol farci, è la sua Passione..."
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Dopo anni di duro lavoro, la fabbrica di chiodi Barlenga si può definire una attività ben avviata e solida, al punto che il suo fondatore, il Ragionier Barlenga, comincia a pensare di espandere un po' gli affari, magari facendo pubblicità in tv. Si rivolge quindi ad una nota agenzia pubblicitaria perché gli confezionino uno spot di sicuro impatto. L'agenzia accetta l'incarico, ma gli fa firmare una clausola per cui il ragioniere non potrà vedere lo spot fino a che non sarà messo in onda.
Dopo qualche settimana, viene avvisato che il gran momento è giunto: lo spot andrà in onda in prima serata, proprio prima del telegiornale. Tutta la famiglia Barlenga si riunisce davanti al televisore in trepida attesa.
Lo spot ha inizio.
Panoramica di un colle, avvolto nella nebbia. La telecamera risale su per il colle, avvicinandosi alla sommità e rivelando tre croci. La telecamera si avvicina ancora, inquadrando la ben nota scena della crocifissione con Cristo al centro e i due ladroni ai lati. Zoom sulla croce del Cristo, poi sul braccio destro, sul polso, primissimo piano sul chiodo piantato nel polso, poi sulla testa del chiodo, su cui si legge bene il marchio "BARLENGA".
Dissolvenza e slogan: "ANCHE I ROMANI USAVANO BARLENGA".La pubblicità desta molto scalpore, arrivano telefonate scandalizzate, lettere di protesta, minacce di ritorsione, accuse di blasfemia, perfino una interrogazione parlamentare. Barlenga, chiaramente insoddisfatto, chiama furioso la agenzia pubblicitaria per dire che lui quella pubblicità non la paga, e che gliene devono subito fare una diversa. Dopo lunghe discussioni, il titolare dell'agenzia acconsente a rifare lo spot.
Una settimana dopo, il nuovo spot va in onda.
Panoramica del solito colle, avvolto nella nebbia. La telecamera risale su per il colle, fino alla cima: le tre croci sono ancora al suolo, con i soldati romani che stanno inchiodando i tre condannati. Assistiamo alla crocifissione del primo ladrone: i soldati romani gli piantano nei polsi i chiodi, dove si legge bene il marchio "BARLENGA". La croce viene innalzata. Stessa scena con il secondo ladrone, sempre con dettagliata inquadratura del chiodo Barlenga. Infine, i soldati si accingono ad inchiodare Gesù. Zoom in primissimo piano sul polso: si vede benissimo che non c'è nessun marchio sulla testa del chiodo. I romani sollevano la croce e la piantano nel terreno.
Qualche secondo di silenzio, poi il Cristo si stacca dalla croce e cade rovinosamente a terra.
Dissolvenza e slogan:
"SE NON SONO BARLENGA, NON C'È CRISTO CHE TENGA"
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