Beh, io, tutto sommato, non mi preoccuperei troppo per la sconfitta della settimana scorsa ad Amburgo: per Roger quel torneo, un po' come Gstaad questa settimana, costituisce più che altro una sorta di test per verificare l'adattabilità alla nuova racchetta in vista degli US Open.
Certo, dopo essere ritornato per un po' numero uno nella stagione scorsa, quest'anno Federer ne ha azzeccate ben poche. Probabilmente ha sbagliato la programmazione: ha ormai quasi 32 anni, capisco - visto tutto quello che ha vinto - la volontà di concentrarsi su pochi obiettivi mirati, ma giocare un numero limitato di tornei alla sua età è rischioso, conviene restare sempre ben allenati alla partita o si fatica di più a entrarvi e a rimanervi. Poi, forse, anche la - ben remunerata - tournée in Sud America di fine 2012 non gli ha giovato per l'anno nuovo, facendogli sciupare energie preziose.
Dispiace vederlo perdere con avversari che una volta avrebbe stracciato con la mano sinistra, ma vederlo all'opera resta sempre un enorme piacere e vale ampiamente il prezzo del biglietto. Speriamo che Roger possa avere ancora qualche altro lampo vincente: ne sarei davvero contento, perché nessuno gioca a tennis come lui, si muove sul campo e colpisce la pallina alla sua maniera e con la sua classe innata. Quando si ritirerà, il movimento della racchetta perderà qualcosa di eccezionalmente bello e luminoso.