Non essendomi ancora arrivato il
Topo cartaceo, mi sono accontentato di leggerlo dalla versione digitale. Non la soluzione migliore in termini di comodità, ma la curiosità era palpabile.
Che dire? La storia principale prosegue alla grande, con uno Stefano Intini in ottima forma. Il suo Paperone è espressivissimo ed è davvero un piacere soffermarsi a osservare la rotondità delle sue linee. Bellissima anche la sua interpretazione del personaggio che Paperone incontra e con il quale trascorre del tempo in questo episodio (no spoiler). La presenza di un certo altro personaggio (alla fine della storia) in un certo altro posto è peculiare e aspetto pazientemente di conoscerne la motivazione.
Le storie in mezzo non mi hanno colpito particolarmente. Quella con Battista e
mi è sembrata un po' datata e poco interessante e lo stesso dicasi per la successiva con Manetta protagonista. Mi sono sembrate entrambe inserite a forza in questo evento natalizio e, comunque, le ho trovate poco ispirate. Detto ciò, sono sicuro che Tito Faraci sia un valido autore (il suo Topolino era uno dei miei preferiti), ma a mio avviso non ha brillato in questa occasione.
La storia di Cornelius Coot è bellina, sulla falsariga della precedente. Anche qui, il collegamento con la macrostoria di Nucci sembra essere posticcio o aggiunto in corsa. Comunque, non mi è dispiaciuta, si legge facilmente e, onestamente, non avevo visto arrivare il colpo di scena. Unico appunto: i due ragazzi dicono di avere più di vent'anni, ma graficamente mi sono sembrati molto più piccoli. Inizialmente, avevo creduto che fossero bambini.
Molto bene Badino, che si riprende egregiamente dalla storia dello scorso numero. Divertente e ben disegnata. L'Archimede di Davide Cesarello mi ha ricordato da subito quello di Corrado Mastantuono, ma è facile capire il perché. Molto bella la dinamica iniziale del bowling, peccato sia difficilmente replicabile nelle storie "normali" (se non con Paperino).