Recensione Topolino 3578 Si inizia ad entrare nel vivo del periodo estivo, ed ecco sbarcare su
Topolino 3578 una saga “isolana”:
Topolino e l’isola che non c’è, sceneggiata da
Giorgio Salati e disegnata da
Giampaolo Soldati. Alla storia portante del numero, nel quale troviamo le prime due puntate, è anche dedicata la copertina di
Davide Cesarello.
La premessa è molto intrigante anche se già vista – con le dovute differenze – in altre occasioni, tra cui ad esempio
l’isola di Quandomai: la nave su cui Topolino, Minni, Orazio e Clarabella sono in crociera
fa naufragio su un’isola disabitata, sulla quale presto i personaggi si renderanno conto che accadono fenomeni apparentemente inspiegabili.
Ispirato, fra le varie suggestioni, dal romanzo
Il signore delle mosche (come conferma in una
intervista rilasciata al
Papersera pochi giorni fa), Salati costruisce
un intreccio che funziona molto bene e si prende i suoi tempi per costruire un crescendo della tensione che permea le pagine della vicenda, attraverso varie conflittualità nei rapporti tra gli
standard characters e i nuovi personaggi introdotti nella storia.
Sono infatti ben nove i compagni di viaggio con cui i protagonisti dovranno affrontare la permanenza sull’isola, e
come in ogni buona sceneggiatura gialla ognuno di essi è caratterizzato con pochi ma efficaci tratti distintivi. Spesso è molto difficile gestire un cast così variegato differenziandone abbastanza i componenti, ma in questo caso Salati ci riesce egregiamente, facendo sì che non ci sia mai il rischio di confondersi fra gli uni e gli altri durante la lettura.
Ciò nonostante sarebbe auspicabile un maggiore approfondimento nelle prossime puntate, soprattutto di coloro che nascondono evidentemente dei segreti e dunque ricopriranno un ruolo centrale nella trama.
I primi incidenti
Per adesso i primi due episodi lasciano decisamente la curiosità di leggere il prosieguo: anche da solo, questo aspetto può essere sufficiente per promuovere la storia convintamente, sperando che lo stesso livello verrà mantenuto nelle prossime puntate. Quanto agli ottimi disegni di Soldati, si rivelano capaci di regalare scorci di spessore tra la fitta vegetazione dell’isola, senza far mancare quell’
espressività un po’ canzonatoria di alcuni personaggi, suo marchio di fabbrica sempre divertente.
La storia successiva,
Sveglia, Paperino!, di
Danilo Deninotti e
Federico Franzò, toccherà le corde di molti, moltissimi lettori, perché ruota attorno alla croce di noi tutti:
la mancanza di sonno. Nel caso di Paperino, la causa è la vita notturna nei panni di Paperinik. I nipotini, pur senza conoscerla, decidono di aiutare lo zio a riprendersi, incaricandosi di portare a termine tutti i suoi impegni. Poche pagine, niente di memorabile, ma un momento di autoconsapevolezza dell’assurdo delle nostre assonnate vite tenute su a colpi di caffè. I disegni di Franzò, sia detto senza offesa, registrano un calo rispetto a prove precedenti, che avevano incuriosito molto chi scrive: mancanza di sonno? No, non scherziamoci.
Nel vivo della contesa
Si prosegue con il redivivo
Tito Faraci e il suo fuoco di fila di battute, battutine e battutacce (ma come già detto in questa sede, stiamo assistendo a un rinascimento umoristico dell’autore). Ai disegni di
Paperino e Paperoga Space Team – Una piccola incomprensione Marco Mazzarello.
Chiude il numero
Zio Paperone e la giocodenarite contesa, di
Vito Stabile e
Francesco Guerrini, che si basa su uno spunto molto simpatico: una riedizione del
torneo monetario fra Paperone e Famedoro, ma in cui
la competizione deve mettere in campo la capacità dei due di giocare con il denaro, anziché la quantità di denaro posseduto. La messa in pratica dello spunto magari non è trascendente, ma i disegni di Guerrini, al di là di qualche volto un po’ contratto, rendono l’esperienza di lettura positiva come sempre. Questo raffinato e non abbastanza celebrato disegnatore ha la capacità di dare ai personaggi quella marcia in più in termini sia di espressioni che di inquadramento nella tavola, e ci auguriamo di vederlo al lavoro ancora per tanto tempo e in storie importanti.
Voto del recensore:
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