Un numero uscito piuttosto in sordina, questo, senza annunci di sorta se non qualche pubblicità in altri periodici Disney solo negli ultimi giorni.
Anche la cura editoriale rende il volume un po’ strano: nessuna intervista o approfondimento di sorta, come eravamo abituati dalla testata, fatte salve le brevi testimonianze (una manciata di righe) dei 3 disegnatori ancora in vita.
Un paio di matite e un paio di illustrazioni di Paolo Mottura abbozzate come alternative per la cover sono infine l’unico “extra” grafico presente, in un volume che quindi, oltre alle storie, offre un ben misero contorno.
Le storie, comunque, fanno il loro dovere: divertono e intrattengono con leggerezza, presentando i racconti orgogliosi e forse ingigantiti di Paperone ai nipoti su come ha guadagnato i suoi milioni (in questo caso dal quinto all’ottavo). Fausto Vitaliano si diverte a mettere a contatto il protagonista con l’evoluzione del progresso come lo sviluppo delle automobili o la costruzione di stretti di mare navigabili per accorciare i tempi di navigazione.
Ogni idea, sempre mirata al massimo guadagno, ha sempre qualche sviluppo paradossale che in alcuni casi permette al lettore di sorridere e di percepire il livello giocoso su cui è imbastita la serie, che ha tra i meriti quello di porre l'accento sull'intraprendenza paperonica.
Dei disegnatori all’opera, quelli che rendono meglio in vignette le sceneggiature di Vitaliano sono il compianto Giuseppe Della Santa (al cui ricordo è dedicato questo volume) e il sempre raffinato Lorenzo Pastrovicchio. Leggermente ingessato risulta Paolo De Lorenzi, all’epoca ancora in cerca del proprio stile, mentre l'artista che ho trovato meno convincente è Marco Mazzarello.