Topolino #3139 si apre con il nuovo capitolo del Fantomius di Marco Gervasio: la storia segue la falsariga delle precedenti avventure del ladro gentiluomo, e personalmente mi sta un po’ stancando. I cliché narrativi che l’autore segue sono ormai fin troppo rodati, e rendono le trame poco interessanti. È il caso di questa Il Tesoro di Francis Drake, in cui il cuore della storia a suon di furti d’oro e inganni non si discosta da quanto già visto più volte nella serie. Buona l'atmosfera "notturna", ma il valore aggiunto rimane così solo nei riferimenti nerd al background barksiano/donrosiano che se da un lato testimonia l’impegno di Gervasio per creare un universo narrativo coerente con sé stesso e con alcuni elementi generici sul passato di Paperopoli, dall’altro rischiano di essere privi di una base solida su cui poggiare.
Il “colpo di scena” finale, ahimè, si configura come abbastanza deludente, mentre i disegni sono nella media dell’autore.
Vito è di scena con una breve di 6 tavole, Ely Emy Evy e una zia di troppo, numero di pagine comunque sufficiente per concentrarsi, come suo solito, su una situazione di vita quotidiana in cui i lettori possano immedesimarsi: in questo caso l’imbarazzo che può provocare un adulto presso i ragazzini. Gli sviluppi saranno comunque paradossali e proprio per questo riusciti e realmente divertenti. Di certo non rientra tra le cose migliori dell’autore, anche per via del poco spazio, ma prosegue una linea d’intenti ben precisa e che fa sempre piacere riscontrare. Buoni anche i disegni di De Pretto, soprattutto nell’aspetto delle amichette di Ely Emy Evy in cui riscontro una certa inventiva.
La storia su Amelia non è niente di che, sullo stile della precedente di questa miniserie, ma si distingue per una simpatica battuta intrisa di animo partenopeo nell’ultima vignetta.
Non mi è piaciuta molto quella su Pico ad opera di Buratti: riutilizza, anche se con un pizzico di inventiva in più, lo stratagemma del personaggio che perde momentaneamente le proprie caratteristiche, e lo porta avanti senza grandi intuizioni, con una battuta conclusiva moscetta e un Amendola alle matite poco convincente.
Il Paperin Pochischei di Panaro non è male: non sono un gran fan di questo tipo di storie in costume, ma in questo caso l’autore (come altre volte in passato) è riuscito a dare una sorta di piccola rivincita a due “ultimi” per antonomasia, anche se qui trasfigurati in incarnazioni del passato. Paperino e Lusky riescono per una volta a uscire dalle vessazioni e ad avere una svolta positiva nelle loro esistenze, e senza forzature. Ho apprezzato, e anche i disegni di Held fanno la loro bella figura.
Chiude l’albo una storia di Bruno Sarda con Indiana Pipps: spunto volendo interessante (anche se troppo simile a quanto accadde a Pippo in una storia di Gottfredson) ma che viene presto banalizzato da uno stratagemma banale (e già visto almeno una volta nelle avventure con Indiana protagonista).
Ai disegni esordisce su Topolino il nostro buon Bacci, e la cosa non può che farmi grande piacere perché il ragazzo ha talento e si è impegnato per raggiungere questo obiettivo.
Dopo la buona prima prova sull’inedita di un Paperink Appgrade di qualche mese fa approda finalmente anche sulla testata ammiraglia e lo fa con una trentina di tavole di tutto rispetto. Non è tutto perfetto, va detto: alcuni volti non sono particolarmente riusciti e c’è qualche incertezza qua e là, ma sono “limiti” logici nelle prime storie, e il risultato è più che apprezzabile. Topolino sfoggia spesso espressioni e sguardi accattivanti e piacevoli, la faccia di Zapotec è azzeccata, la tipa che recita con Indiana nelle prime pagine è bellissima, gli sfondi appaiono in genere abbastanza curati, e le pur presenti carenze sono minime.
La storia presenta in alcune vignette anche un certo dispiegamento del cast classico topolinese (Orazio, Minni, Pippo) e Bacci dà prova di saper gestire abbastanza bene anche le figure di questi altri personaggi.
Insomma, le premesse sono più che buone! Si possono scorgere molti elementi che fanno intendere che nei prossimi anni il ragazzo potrebbe diventare una delle giovani leve più quotate per Disney. Sarà un piacere seguirne l’evoluzione grafica di volta in volta per vedere come certe criticità iniziali potranno essere superate.