Visto nel fine settimana scorso.
Il Principe Caspian è un film notevole. Un film che osa rinnovarsi e cambiare, pur restando nella traccia del suo predecessore. La produzione ha in parte fatto tesoro della precedente esperienza, e realizzato un film che ne è la naturale e più adulta evoluzione. Le maggiori critiche portate al Leone, la Strega e l'Armadio nel 2005 furono una certa infantilità di fondo, nel tono narrativo e nelle soluzioni trovate, e l'impressione che la produzione stessa fosse indecisa se essere un film epico, sulla traccia del Signore degli Anelli, o un racconto per bambini e ragazzi con numerosi intermezzi comici, figure da commedia e un tono a metà tra il racconto di avventura e quello fantastico.
Il Principe Caspian ha le idee più chiare. Gli intermezzi comici e i personaggi pensati per il pubblico più giovane sono ridotti al minimo, e quei pochi divertono senza risultare stucchevoli (abbastanza lol quelli che io ho soprannominato i "mouschettieri", nome di waltdisneyana memoria
). L'impressione generale è quella di un film più cupo, deciso e adulto (nonostante dopo il primo capitolo mi aspettassi meno scene di guerra et similia), anche se sempre nella traccia Disney, che pur sa stupire quando ci si mette: le battaglie sono decisamente realistiche, e il senso di incertezza che avvolge i protagonisti, impegnati in una guerriglia contro le forze del male, è credibile e palpabile.
Buona parte della riuscita del film si deve alla sceneggiatura, che ha aggiornato il racconto originale in qualcosa di più articolato e, soprattutto, cinematico. Si pensi solo che nel romanzo di C.S.Lewis Susan e Lucy incontrano Caspian solo poco prima della conclusione e, soprattutto — e questo è uno spoiler —
che nel libro non c'è traccia dello splendido attacco notturno al castello. Forse i fan dell'autore inglese non saranno entusiasti degli interventi apportati, ma su grande schermo funzionano magnificamente.
Della prova discreta degli attori è stato detto abbastanza dalla maggior parte della critica. La Popplewell continua a dare la prova di recitazione più debole (e la doppiatrice italiana non migliora di certo la situazione). Un plauso particolare, invece, va a Sergio Castellitto, che ha giustamente avuto buone critiche anche oltreoceano per il suo lord Miraz, un cattivo che riesce a non diventare la caricatura di se stesso, e che nelle scene "clou" mostra il meglio di sè. Sotto il profilo tecnico, il film è semplicemente un piacere per gli occhi; l'aspetto grandioso e epico del suo predecessore si conserva interamente, grazie agli scenari mozzafiato della Nuova Zelanda e a un uso attento degli effetti speciali. La colonna sonora, poi, è un ottimo ritmo di fondo per le scene più epiche.
Un film lungo ma non troppo lento, nel quale qualche sbadiglio può scappare. Nel complesso è un racconto di ampio respiro che ha comunque qualche pecca passabile, se non si guarda al microscopio ogni dettaglio. in conclusione, poteva andare meglio, così come poteva andare peggio del primo film. Non resta che aspettare il prosieguo.