Ringrazio i moderatori per aver riaperto questo vecchio topic, dato che, esattamente come sto facendo per i mediometraggi Disney, ho iniziato a rivedere anche alcuni cortometraggi, in special modo quelli slegati dalle serie dei personaggi classici, i cosiddetti
Special Cartoons, di cui il primo rappresentante è proprio
Ferdinand the Bull 1938
Disney iniziò a lavorare a
Biancaneve e i Sette Nani fin dalla prima metà degli anni '30. Si trattava di un progetto ambizioso, mai tentato prima, che, vista la sua originalità, era conosciuto nell'ambiente cinematografico come "la follia di Disney". In effetti, la neonata Casa del Topo non era finanziariamente e tecnicamente ancora pronta a realizzare una pellicola del genere che, secondo i più, avrebbe annoiato gli spettatori, abituati ad un concetto di animazione che non andava oltre il simpatico cortometraggio da 6 o 7 minuti fatto di sole gag. Walt sapeva benissimo che un progetto del genere necessitava di uno studio ed una preparazione artistica assai lunghi coadiuvati da una sperimentazione tecnica che permettesse di rendere assolutamente perfetto il film. Naturalmente occorreva un ambito specifico in cui applicare queste nuove tecniche: la scelta cadde sulla serie delle
Silly Symphonies. Fu così che, a partire dalla metà del degli anni '30, questi corti iniziarono ad essere vere e proprie fucine artistiche, in cui si sperimentavano nuovi metodi di animazione o nuove tecniche cinematografiche (per esempio la multiplane camera ne
Il Vecchio Mulino, 1937). All'indomani dell'uscita di
Biancaneve, però, questa serie perse la propria ragion d'essere ed, infatti, venne ben presto chiusa. Ma già prima della conclusione delle
Silly fu sperimentato un nuovo tipo di format, quello degli
Special Cartoons, la cui formula ricalcava quella delle "Sinfonie Sciocche", ma non rappresentava una vera e propria serie e, difatti, la loro produzione fu sempre assai discontinua.
Ferdinand the Bull è il primo cortometraggio ad essere inserito in questo nuovo corso e, difatti, è molto simile ad una
Silly Symphony, seppur con qualche differenza. L'aspetto corale che da sempre aveva caratterizzato la serie, che si presentava, di fatto, come un allegro serraglio di svariati personaggi, viene qui a mancare, preferendo, invece, focalizzare l'attenzione sull'unico protagonista, il mansueto toro Ferdinando. La vicenda, in sè per sè, non è niente di che e tutto, bene o male, fila liscio come l'olio dall'inizio alla fine: pur essendo Ferdinando un reietto della propria comunità, la sua condizione non viene affatto problematizzata, al contrario di quanto avvenisse nelle Silly, in cui i protagonisti soffrivano dolorosamente per il proprio isolamento o disagio (un esempio per tutti, Elmer l'elefante); di conseguenza, è assente anche il riscatto finale del personaggio principale, momento presente in quasi tutte i corti della serie precedente o, almeno, in quelli in cui fosse presente una trama ben precisa. Il pathos è però compensato da una massiccia dose di umorismo, concentrato, in special modo, nella scena della corrida, con il povero torero che tenta in tutti i modi di far reagire Ferdinando che, terminato lo spettacolo, se ne torna tranquillo al suo piccolo prato.
In seguito questo tipo di cortometraggi focalizzerà maggiormente sullo sviluppo narrativo, giungendo a raccontarci storie assai più complesse di quella del toro mansueto che, però, dalla sua vanta un' animazione eccellente, emblematica di quell'epoca d'oro per la Disney che furono i tardi anni '30. Al contrario di tanti altri personaggi, inoltre, Ferdinando vanta anche alcune apparizioni fumettistiche, di cui la più notevole è senza dubbio quella de
Venezia e i tesori de' Paperoni, storia realizzata nel 1985 da Romano Scarpa, guardacaso uno dei pochi fumettisti disneyani ad essersi avventurato nel campo dell'animazione, ambito nel quale la Disney, oramai, all'indomani del'uscita di Biancaneve, aveva raggiunto il top ed in cui
Ferdinand the Bull si pone come primo di tanti altri prodotti che rappresenteranno il terreno più fertile per la sperimentazione degli artisti della Casa del Topo.