Poi dipende anche dallo sguardo: a volte è accattivante (in questo caso la figura donaldiana si allontana) mentre in altre occasioni è più bonario (e qui la similitudine con Paperino risulta più facile). Riguardo il colore dei capelli, il nero corvino è proprio l'ideale per un personaggio come Lord Quackett
Giustissimo, sono lo sguardo e l'atteggiamento - a mio modo di vedere - i principali elementi differenziali tra il raffinato, elegante e sofisticato Lord Quackett e lo sfortunato ed irascibile Paperino. E' proprio l'aria da snob scansafatiche, borioso e pieno di sè, che manca nella rappresentazione classica di Paperino, come anche la ricercatezza nel vestire e la classe nel comportarsi, a fronte di un Paperino che veste in maniera più umile, cede facilmente all'ira e, in generale, appare meno teatrale (e forse più concreto) del nobilpapero.
Non ci si può fermare alla mera comparazione grafica, ma bisogna analizzarla dinamicamente nel comportamento dei personaggi, solo cosi si può cogliere lo sforzo di Gervasio nel differenziare i due personaggi.
Ciò posto, la serie delle
"strabilianti imprese" è davvero un progetto molto ben riuscito, a parte la brevità degli episodi non è facile trovare alcun altra pecca a delle storie che riescono a ricreare un'atmosfera da veri
"roaring twenties" in salsa paperopolese, un'ambientazione credibile (seppur discostatasi dall'originale ambientazione martiniana che si sarebbe dovuta collocare all'incirca nella seconda metà dell'800, roba da "far west") e dettagliata che funge da sfondo a storie sempre piene d'azione, creative ed originali.
Insomma, si tratta di una saga ancora in pieno svolgimento e che certamente ha molto da dire!