Non oso nemmeno cominciare con "Sarò breve", che tanto poi lo sappiamo tutti che non è vero. Comincerò piuttosto con un "Sono felice". Oh sì. Sono felice, gente.
Sono felice,
perché il paper è come quei vecchi cartoni animati, o gli storici albi a cui sei più affezionato: quando li incontri nuovamente sulla tua strada, anche se non li frequenti più con la stessa assiduità di una volta, è come se fossero stati sempre lì con te. Ritrovi vecchie sensazioni, ne scopri di nuove, ti senti persino legittimato a essere più cretino del solito - e credetemi, ce ne vuole! - perché non hai bisogno di essere impostato e formale quando sei tra amici. Quando sei a casa.
E quindi... giù di strette di mano, abbracci un po' a tutti anche a bacci (fa rima!), birra, chiacchiere, aneddoti, acquisti (pochi), un tassista spiritoso, crocchette, cucchiaini minuscoli, applausi sinceri, dediche fatte-ricevute-ancora da ricevere, "Ciao, Bestia!", cloroformio, grand prix sulla stegosauromobile di Sprea, Davide Maria del GuAsto, Bramo che si prostra sull'asfalto, Savini che passa e fa firmare a tutti il suo libro come se le star fossimo noi, Dippy che dissimula da gran signore di essere stato colpito da un meteorite, Paolo che mi chiede che fine ha fatto l'ALTRO scatolone, il gavettone di Briggi a Gatto che quasi gli fulmina l'iPad con gli accessi da Seattle, tanti tanti tanti sorrisi e tra loro il sorriso di Franka, che sembra fare da starter agli altri: arriva sempre prima e arriva più a fondo, la familiarità con cui chi dirige e scrive e disegna il Topo si siede e mangia accanto a chi lo legge e lo ama. E poi ovviamente IL momento dell'anno e LA frase dell'anno: "A ritirare il premio: Valentina De Poli... non appena arriva". Standing Ovation.
E poi sono felice,
perché sono tra le poche centinaia di persone che da ieri hanno il 1370 in libreria, accanto a un 3000 che ora porta le dediche di autori che hanno contribuito a farmi amare il fumetto, la lingua italiana, l'avventura e le emozioni. Autori che sono, toh, persone. Persone vere, con un volto che sorride, una mano da stringere, del lavoro da fare (tanto, taaanto lavoro da fare) e delle passioni che condividiamo e che ci rendono più vicini e affini di quanto i nomi in neretto all'inizio delle loro storie lasciassero intendere. E che contribuiscono con mestiere e con trasporto a far sì che un manipolo di matti possano incontrarsi almeno una volta l'anno, guardarsi negli occhi e sentirsi più grati e meno soli nelle passioni che provano.
E poi sono felice,
perché ho anche un librone di 700 e passa pagine che mi ha salvato dalla pazzia nelle 2 ore di ritardo del treno al ritorno e che mi ha regalato una piccola, specialissima emozione. Dopo il mio articolo, i personaggi Disney applaudono. Lì accanto, nella pagina seguente. E Topolinio dice "Con quest'ultimo contributo del forum, la serata è giunta al termine". Cita tutti, giustamente, e cita anche me. Topolino! Non so se rendo: citato da Topolino!!! Non importa chi lo disegna, non importa chi lo sceneggia: Topolino è di tutti noi, Topolino è tutti noi. E per la prima volta dopo tanto tempo l'ho sentito sulla pelle, e anche un po' più sotto, con quella naturalezza con cui lo sentivo da bambino, molto più facile da perdere che da ritrovare.
E quindi sono felice,
felice e basta.