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Commenti sugli autori / Re:La Top Ten degli sceneggiatori (attuali)
« il: Sabato 19 Nov 2022, 14:48:02 »
Riesumo questo ormai datatissimo topic per inserire la mia personale "top ten" degli sceneggiatori Disney attuali.

1- Marco Nucci (ormai è lui lo scrittore di punta di Topolino)

2- Francesco Artibani (la sua presenza sul settimanale garantisce ancora un elevato livello qualitativo)

3- Giorgio Pezzin ("La fonte della giovinezza"  è un capolavoro sceneggiatorio. E pensare che non scriveva per Topolino da quasi vent'anni!)

4- Alessandro Sisti ( "Cornelius, l'esilio.dei Van Coot" sarà tra le favorite al TopOscar)

5-  Rudy Salvagnini (splendido il ritorno dei Mercoledì di Pippo)

6- Pietro B. Zemelo (convincentissima la sua avventura halloweeniana dello scorso anno)

7- Bruno Enna (il vero mattatore del primo semestre del 2022)

8- Vito Stabile (prorompente lo scorso anno, ora la sua presenza sul Topo si è un po' affievolita, ma resta uno sceneggiatore di tutto rispetto)

9- Francesco Vacca (il suo esordio è recentissimo, ma con la saga del Pianeta Ramingo si è ritagliato uno spazio importante nel parco autori disneyano)

10- Marco Gervasio (il suo Paperinik continua ad essere una delle attrazioni di punta del Topo)

-Leonardo
Difficile non condividere tutto.

Devo dire che, però, nel tempo Artibani si è fossilizzato su certi vezzi nei dialoghi che a mio parere andrebbero un po' tenuti a freno. E' come se non potesse trattenersi dall'aggiungere sempre un pezzetto in più a certe frasi "ad effetto" che finiscono col suonare stucchevoli. Proprio di recente, in Topolino e il segreto dei Sassi, c'è stata una battuta esemplare di questo suo stile: "Non mi sono mai piaciuti i prepotenti... e tu lo sei!" I tre puntini con l'aggiunta finale sono un leitmotiv di Artibani, ma in casi come questo l'aggiunta è del tutto ridondante.

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Probabilmente non sono ferrato per rispondere, dato che l'ultima annata di Topolino a cui sono stato abbonato fu quella 2016, e da allora avrò comprato meno di 10 albi.
Sono comunque colpito dal vistosissimo cambiamento dello stile di Mazzarello, artista che, quando ero più attivo sul Papersera, non apprezzavo affatto. Soprattutto la mancanza di espressività, con i famosi "occhi a V" per i Paperi e gli occhi invece rotondi e "fluttuanti" di Topolino; un marchio di fabbrica dell'autore, ripetuto allo sfinimento. Si vede che attualmente Mazzarello si sta forzando a cambiare, lo stile è strano e incostante, ma per me è un bene. Ammetto che in passato, se leggevo "disegni di Marco Mazzarello", partivo già con dei pregiudizi sulla storia.

Non c'è comunque nulla di male a provare a cambiare stile prendendo in prestito qualcosa da altri disegnatori. Massimo De Vita a metà anni Settanta fu vistosamente influenzato da Cavazzano, e alla fine di quella rivoluzione del suo tratto maturò uno stile inconfondibile, unico, e probabilmente il migliore che si potesse vedere su Topolino tra la fine dei '70 e la metà degli '80, insieme a quello di Romano Scarpa.

In questi ultimi anni Baccinelli, Zanchi e Ermetti hanno dato ottima prova di sé, mentre nel decennio passato ho apprezzato molto D'Ippolito e Mangiatordi con il loro stile già molto personale e interessante. Ottimo anche Nico Picone. Alessandro Perina è una garanzia, non gli manca niente. Sempre magnifici, se sono ancora in forza a Disney, Carlo Limido, Lucio Leoni e Michele Mazzon. Pastrovicchio, che inizialmente non mi piaceva, è diventato nel tempo uno dei miei preferiti.

Per quanto non canonicamente "disneyani", comunque, Mottura e Celoni sono due artisti monumentali e loro sì, sono due nomi per cui sono capace di comprare un albo senza pensarci troppo. Adoro anche Casty, per il suo stile semplice ma enormemente espressivo.

Mi paiono un po' troppo "ripiegati su sé stessi" Ziche e Faccini, negli ultimi anni. Più sintetici e un po' ripetitivi, come si è visto accadere per De Vita nell'ultimo periodo della sua collaborazione Disney. Cavazzano è sempre Cavazzano, ma meno espressivo di un tempo. Sciarrone ha smesso di piacermi da tanto tempo, troppo stilizzato, con quei Topi dalle orecchie minuscole e una certa bizzarria del tratto. Lui sostiene che era molto più influenzato dai manga nel primo periodo Pikappico, a metà anni Novanta, però quelle linee morbide mi piacevano molto di più di come disegna da una quindicina d'anni.

3
Ah, il solito Papersera. Si criticano (sacrosantamente) iniziative discutibili ed errori marchiani, eppure c'è sempre la cricca che alza gli scudi per difendere l'indifendibile  :laugh:

Per le ristampe del Bel cavaliere mi comporto come per quelle del Diabolico vendicatore: apro a una certa pagina, guardo una singola cosa, e in pressoché tutti i casi rimetto il volume sullo scaffale.
Per il Diabolico vendicatore, controllo il balloon della "plutocratica sicumera". Se Paperino non dice "Buazzzz!", so che l'edizione è pluricensurata.
Per il Bel cavaliere, controllo i capelli della sirena nella sua ultima tavola. E anche stavolta sono rossi.

Se mi vendi una ristampa in edizione di lusso, dev'essere un'edizione di lusso in tutto.
Gli extra, la ricolorazione, il grande formato, ecc non compensano, né giustificano il persistere di errori noti e plurisegnalati.

"I capelli bianchi non mi spaventano". Facile a dirsi, quando sono rosso fiammante! :silly:


Per inciso, trovo che le ristampe di grande formato e su carta lucida tolgano molta efficacia a certe scene di queste riedizioni (penso a dettagli come le chine graffianti di Cavazzano nel Ritorno di Reginella, che non renderanno mai come sulla carta porosa del Topolino anni '70). Ma questo è un discorso a parte. Se l'edizione è scevra di errori, il valore dell'acquisto è questione puramente personale.

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Il sito del Papersera / Re:Luca Boschi
« il: Lunedì 9 Mag 2022, 13:29:44 »
Nel corso degli anni ho avuto da ridire sul concetto di “filologia” applicato al fumetto Disney, specialmente per quanto riguardava le grandi opere omnie curate, tra gli altri, da Luca Boschi. Ma apprendere, poco fa, della sua scomparsa è stato come ricevere una frustata. Una presenza come Boschi sembrava ormai scontata, ma leggendo i vostri contributi ho avuto modo di riflettere sulla portata gigantesca del suo lavoro di oltre 30 anni. Sì, è proprio vero: senza Boschi e i suoi colleghi è possibile che non avremmo mai avuto molte fondamentali testate Disney italiane, né le preziosissime opere omnie, e forse anche il Papersera come lo conosciamo. Autori e storie che Boschi ha contribuito a divulgare e recuperare sarebbero rimasti per sempre nei cassetti, o relegati a pubblicazioni-raccoglitore di seconda categoria (probabilmente sarebbe successo a Don Rosa, senza Zio Paperone).

Che può dire uno che non lo ha mai conosciuto di persona?
Grazie di tutto, Luca. Lasci un vuoto che sarà ben difficile colmare, anche solo in parte.

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Commenti sugli autori / Re:Luciano Gatto
« il: Lunedì 14 Feb 2022, 13:12:25 »
Apprendo solo ora degli eventi redazionali del 2019.

In effetti venivo a cercare la discussione su Luciano Gatto per una curiosità: considerando un periodo di attività che va dal 1958 al 2019, Gatto è attualmente il Disney Italiano vivente con più anni di collaborazione Disney? Dovrebbe aver superato anche l’attività del compianto Carlo Chendi, di cui l’Inducks elenca la prima storia nel 1954 e l’ultima nel 2013. Dopo di loro, al momento, credo ci siano Massimo de Vita e Cavazzano, attivi dagli anni Sessanta.

6
Le altre discussioni / Re:Alle pareti piace cambiare (?)
« il: Mercoledì 29 Set 2021, 13:28:59 »
Perché si trattava, spesso, di sfondi vuoti, dalla colorazione tenue e uniforme, col solo scopo di far risaltare i personaggi. Non era importante la coerenza del colore, bensì il contrasto con gli elementi principali della vignetta.

La colorazione elettronica permette oggi tutta una serie di sfumature, trasparenze ed effetti che nei disegni su carta e in semplice quadricromia non sarebbero stati possibili, a meno di non colorare direttamente sulle tavole, immagino (ma su questo non sono ferrato).

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Testate Speciali / Re:L'Inferno di Topolino - Regular e Deluxe Edition
« il: Venerdì 24 Set 2021, 19:17:29 »
Be’, vi dirò... subito dopo aver cliccato su “Acquista” sullo store Panini, pensando a quanti soldi stavo spendendo, avevo il rimorso d’aver fatto un bel colpo di testa.
Ancor di più, quando l’edizione deluxe è arrivata e ho visto quanto. caspita. è. grossa.

E invece.

Non so in quante edizioni possiedo e ho letto L’Inferno di Topolino. Non so nemmeno se le ho lette tutte. Probabilmente non lo rilessi davvero su Topolino Story, che mi risulta essere una delle edizioni meno ritoccate in assoluto.

Ma questa limited è davvero speciale. Dopo averla letta ho dovuto riprendere in mano la prima edizione in cui lessi questa storia: lo Speciale Topolino 2000. E...

 :o :o :o

MA CHE CAVOLO AVEVANO FATTO???

Com-ple-ta-men-te rimontata, le rime spostate, pezzi di vignette disegnati ex novo, intere parti tagliate bellamente (sfido io, che nella mia memoria le famose vignette dei diavoli barbieri non risultano! Non ci sono affatto, in quell’edizione! SmBho)

E va da sé, quindi, che leggere la deluxe è stato un po’ come leggere la storia per la prima volta. Il formato gigante non è molto maneggevole, ma fa davvero brillare il disegno di Bioletto che, accidenti, era un disegnatore con i controcavoli. L’aderenza perfetta al canone grafico delle Silly Symphonies e a Gottfredson, il dettaglio, le espressioni, le proporzioni, alcune scelte azzeccatissime... confrontiamo con qualche disegnatore enormemente più prolifico dell’epoca come Perego - buon artigiano e sicuramente più dotato di me, ma mai del tutto convincente, e memorabile per i motivi sbagliati - e non c’è proprio partita. Vedendo, a fine volume, alcuni dei tagli e dei rimaneggiamenti che si fecero in corso d’opera per trasformare l’Inferno da una storia destinata al Topolino giornale in una adatta al formato libretto, non si può che rimpiangere di non poter sapere di più sulla gestazione della storia, potendo solo fare deduzioni sulla base di ciò che traspare (a volte, letteralmente) dalle tavole originali. Ironicamente, L’Inferno di Topolino ha subìto, in 70 anni, forse altrettanti rimaneggiamenti dell’Inferno dantesco nei suoi 700 anni, tra un rimontaggio qui e una censura là, tanto che la “vulgata” più fedele non è forse nemmeno quella che troviamo negli originali numeri 7-12 del libretto.

Una manciata di cose non mi convincono appieno.
Intanto, la nuova colorazione. Intendiamoci: artisticamente è bellissima. Alcune aggiunte, come il sole alle spalle di Ezechiele divorato dalle galline o il motivo nel cielo nella vignetta finale, aggiungono enorme potenza alle immagini (la prima di queste due, in particolare, è intensissima). Però, però. Molte vignette sono troppo, troppo scure, come quelle dell’Aritmetica. E la toga rattoppata di Pippo-Virgilio, in bianco, è meno incisiva dell’originale verde, che ben contrastava col rosso di Topolino-Dante. In una storia che di tinte rosse ne ha così tante, spiccava decisamente di più.
Inoltre, due cose non mi convincono: 1) un verso a pagina 21, nella scena di Cerbero, che dice “isquarta”: non fa rima con “odontoiatra”, e mi pare che nella Commedia stessa fosse “isquatra”. 2) nella scena con Qui Quo e Qua, a pagina 23 di questa edizione, mi sembra evidente che la vignetta “È proprio cotto a dovere!” dovrebbe essere prima di quella con le patate, anche se in quel caso le rime non combacerebbero. Era un errore/forzatura di montaggio dell’originale?
E ancora: l’illustrazione di copertina di Fabio Celoni è bellissima. La scelta di mettere quella fascettona nera laterale col titolo, che si mangia il 40% della copertina, è per me la scelta meno azzeccata di quest’edizione. Per il costo che ha il volume, si sarebbe potuto fare l’intera copertina di tela e mettere il titolo in sovraimpressione, o comunque in uno spazio più limitato.

Infine... gli editoriali sono troppo pochi! Le voglio tutte, le tavole originali sopravvissute! :P

Ma, in fin dei conti... è un’edizione bellissima, e già la amo.
Il problema è trovare un posto dove metterla... :)) :))

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Sinceramente mi stupisce non poco il concentrarsi della vostra attenzione su aspetti diversi dalla mancanza di filologia e diffusa disomogeneità delle versioni in cui le storie sono presentate: questo, a mio parere, è il difetto principale dell'opera che ne riduce non poco il valore. Gli articoli mi paiono molto buoni, c'è la completezza (credetemi, non sarebbe stato meglio pubblicare le storie in ordini diversi da quelli cronologico), la grafica è decisamente migliore rispetto a quella della GDDP e i difetti di rilegatura talvolta presenti credo si debbano all'eccessivo numero e peso delle pagine per quel tipo di rilegatura (e di colla). Ma tornando alle storie, sono proprio le versioni in cui sono presentate il problema: si alternano storie riletterate e ricolorate per Zio Paperone, altre con le pagine originariamente in b/n ricolorate (male) per Paperino Mese o Topomistery, altre nella versione totalmente ricolorata più di recente per Paperino, ma con il lettering originale, altre con le pagine originariamente in b/n ricolorate con colori fedeli a quelli delle pagine colorate all'epoca, ma essendo tinte piatte digitali anziché tinte diluite stese a mano, la differenza si nota. Per non parlare poi delle censure, a cui solo in qualche caso si è rimediato: che senso ha ripristinare le tavole di fine e inizio delle diverse puntate, se poi il resto della storia è nella versionaccia uscita su Topomistery? Sono ben pochi i volumi uniformi e non venitemi a dire che in redazione conservano solo la versione più recente di una storia, perché non è vero: qui la scelta di utilizzare, dove esistenti, le versioni con i colori digitali sfumati è stata precisa e voluta. Anche non ci fossero più gli impianti originali delle storie anni '50, sarebbe stato comunque possibile eliminare il colore nelle tavole che hanno esordito in b/n e ripristinare le parole o brevi frasi censurate, riprendendole dagli albi originali: un lavoro editoriale ben più nobile rispetto alla colorazione per nulla necessaria delle pagine mai colorate prima, e non certo più impegnativo o costoso. Perciò accogliamo quest'opera nelle nostre librerie, sì, ma con la consapevolezza che si è trattata di una occasione splendida e purtroppo sprecata per realizzare qualcosa di straordinario di cui si sarebbe parlato per decenni, mentre invece si è preferito confezionare, a parità di lavoro, un prodotto raffazzonato e carente, all'insegna del tutto-colore e delle "migliori versioni disponibili" [sic].  :'(
Mi rendo conto che il messaggio qui sopra è del 2017, ma... soltanto in quest’ultimo periodo mi sto prendendo il tempo di leggere sul serio l’omnia di Scarpa.

E come posso non condividere questo commento? Come si fa a parlarmi di “filologia” se queste imponenti e costose opere omnie non ripristinano, come minimo, il testo originale sbarazzandosi delle inqualificabili censure apportate nel corso dei decenni? Che senso ha cancellare ogni “dannato” e “dannazione”, ma poi lasciare parole altrettanto forti e mostrare comunque vignette dove Gambadilegno ha tutta l’intenzione di accoppare Topolino? Perché modificare “sternuto” in “starnuto”, perché ritoccare “debbo” trasformandolo in “devo” con una V che stona nettamente?

E perché alcune storie col nuovo lettering e altre no? Ecc, ecc, ecc.

Starebbe ancora bene, se poi non si riempissero gli editoriali con copertine straniere, nomi degli inchiostratori e ipotesi sull’ispirazione del naso del nano Zenzero, tutto con intenti “filologici” poi puntualmente traditi da ciò che conta maggiormente: le storie di Scarpa. Le quali, ovviamente, restano splendide, ma proprio per questo... perché non fare il passo in più e ripristinarle in modo, appunto, filologico (senza virgolette)? Un conto è far finta che certe sceneggiature di Martina (per dirne uno) non siano mai esistite e non ristamparle, un altro è fare un’opera omnia con versioni bastardizzate.

Per fortuna lo Scarpa classico è comunque irresistibile. Ho scoperto alcune storie che non conoscevo, che capolavori! E che stile di disegno sublime, morbido, dalle prospettive perfette! Un’ispirazione anche dopo 70 anni.

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Testate Chiuse / Re: Tesori 9 - Alla ricerca della pietra zodiacale
« il: Giovedì 3 Feb 2011, 22:09:06 »
Be`, avendo sempre amato lo zodiaco e questa saga, per me questo Tesori era un acquisto obbligato. La Pietra Zodiacale è stata una delle mie storie preferite all`epoca, ed erano anni e anni che non la rileggevo tutta da cima a fondo. Continuo a trovarla molto solida, sempre divertente e appassionante. Rivedere la prima vignetta con i Paperi di De Vita mi ha quasi commosso, e poi la saga introduce Spectrus. Bello, per me molto meglio del Totem Decapitato, e il miglior Tesori finora insieme al primo.

10
Testate Chiuse / Re: Tesori Disney 2 - Storia e Gloria
« il: Mercoledì 29 Apr 2009, 16:28:23 »
Citazione da: Ivan link=1239780250/195#195 date=1240651789
- 2 errori nei testi. A pagina 201 quando si parla di "indiani specializzati nella tortura e nello scalp!"  dove manca una O
Questo, quasi sicuramente, non è un errore. Le storie di Martina con i pellirosse abbondano, e in tutte quelle che conosco viene sempre usata la parola "scalp", senza la o finale.

Riguardo a Storia e Gloria, io l`ho riletta pochi giorni fa sul Grande Classico 7 comprato per un paio di euro... che dire? La colorazione originale è un`altra cosa, confronto a quella elettronica del volume-raccolta che comprai qualche anno fa. Inoltre ho potuto confrontare alcuni dialoghi e certe modifiche avevano veramente dell`incredibile: a parte la battuta dell`abbacchio, che mi ha fatto ridere di gusto, qualcuno mi spiega per quale perverso motivo modificare forse l`unico riferimento colto di tutto l`episodio romano, ovvero il vino "est est est", e poi per cosa? Per trasformarlo in un "ovest ovest" il cui significato non si troverebbe nemmeno cercando per milioni di anni?

In quanto alle magagne della storia, per esempio le "predizioni" di Minnie Bella, ricordo che per Martina era importante spargere briciole di cultura ovunque possibile, a scapito della coerenza del racconto (la sua sfiducia nella cultura giovanile era giustificata, a vedere come stiamo messi oggi). Del resto, anzi, per Martina la coerenza del racconto era l`ultima delle preoccupazioni: dall`uomo che scrisse Topolino e il Cobra Bianco, e che visibilmente concepiva il fumetto come il luogo dove tutto è possibile a patto che accada, è inutile aspettarsi un assoluto rigore narrativo. La lista di storie martiniane che partono in una direzione e poi vanno a finire in tutt`altra, quasi rinnegando l`esistenza della prima, è enorme. Se non si tratta di un errore di stampa, per esempio, in Storia e Gloria i nipotini dicono di aver trovato nella capsula sette monete d`oro, ma il disegno dell`ultima puntata ne mostra otto...

Mi fa piacere che il volume di Tesori Disney abbia ripristinato certi dialoghi perduti da tempo, ma per me non vale la spesa, avendo già almeno due copie della storia. Ma per chi non l`aveva, è una buona occasione.

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Testate Regolari / Re:Don Rosa Library - Discussione generale
« il: Mercoledì 17 Gen 2018, 15:19:04 »
A sinistra il font Fantagraphics; a destra, il font Panini.




Sopra: Fantagraphics.
Sotto: Panini



Se qualcuno vuole ancora convincermi (o meglio, convincersi) che è lo stesso identico font e che l'edizione italiana non si legge mille volte peggio, non so che dire. Basterebbe la scritta Jones nella storia Paperino e l'auto a pezzi per smentire completamente l'ipotesi, ma mi pare che gli esempi qui sopra siano già indiscutibili.

Oltretutto alcuni dialoghi del Figlio del Sole sono notevolmente differenti dall'originale di Rosa, con buona pace della millantata "filologia".

12
Testate Regolari / Re:Don Rosa Library - Discussione generale
« il: Martedì 16 Gen 2018, 18:12:35 »
Guarda però che il nuovo font è lo stesso dell'edizione originale...
Boh. Ho guardato delle immagini e dei video dell'edizione Fantagraphics e a me non sembra proprio. Non per le dimensioni, proprio a me non pare affatto lo stesso font.

A questo punto mi compro il primo volume e confronto.

13
Testate Regolari / Re:Don Rosa Library - Discussione generale
« il: Venerdì 12 Gen 2018, 13:22:56 »
Chi ha comprato i volumi Fantagraphics, mi può consigliare da quale sito acquistarli?

Possiedo già tutte le storie di Rosa su Zio Paperone, con colori più belli e balloon che riesco a leggere senza che mi ci incrocino gli occhi. Peccato, speravo di archiviare definitivamente tutti i numeri di ZP con storie di Rosa e avere una versione più bella sullo scaffale, ma il font della DRL italiana è proprio inguardabile. A molti di voi sembrerà un difetto minore o di nessun conto, ma io non ce la faccio a dare altri soldi per questa collana quando sono perfettamente in grado di leggerla in originale se voglio la versione "filologica".

Dunque, qual è il sito migliore per la versione inglese? Grazie a chiunque mi saprà consigliare! :)

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Testate Regolari / Re:Don Rosa Library - Discussione generale
« il: Sabato 9 Dic 2017, 14:31:44 »
Dipende cosa si intende per perfezione. I difetti del lettering di cui parli sono oggettivi, ma presenti anche in quello originale da cui è ripreso. Usarne un altro sarebbe stato più funzionale, ma meno filologico: si è voluta dare il più possibile la sensazione di leggere le storie in originale.
Sto guardando immagini delle edizioni in inglese su Google, e anche se alcune hanno un font simile (ma comunque più leggibile), non è mai così piccolo come nella versione italiana, e non lascia altrettanto spazio bianco.
Alcune immagini mi mostrano un font simile a quelli usati nelle storie apparse su ZP: devo dedurre che siano Library "meno filologiche"? Eppure mi risulta che Rosa si sia occupato personalmente di uniformare la Library per tutte le edizioni internazionali.

Su questa bufaletta della "filologia" Disney Italia ci sta marciando da anni, con risultati mai immuni a legittime critiche.
E resta il fatto che l'edizione italiana della DR Library è una gran fatica da leggere.
Non starei a difendere l'indifendibile :)

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Mi unisco al coro delle lamentele, anche se la mia è una lamentela dettata dall'astio e non dalla qualità dell'edizione, di cui possiedo un solo volume (Topo Maltese).

Ho interrotto l'abbonamento a Topolino da quasi un anno, perché ormai le storie minori erano per me divenute davvero usa e getta, e del resto da un po' di tempo c'è una sovrabbondanza di testate che ristampano le storie dell'anno in corso o appena trascorso, quasi "in tempo reale" quando si tratta di storie dei superbig come Cavazzano, Mottura ecc. Il che apre un discorso parallelo su quanto Disney-Panini stia saturando il mercato con testate che non sanno bene a che target sono dirette, ma è un'altra storia.

La Deluxe Edition mi pare una soluzione ottima: bel formato, prezzo onesto, occupa spazio ma comunque meno dei 3-4 albi di Topolino su cui è apparsa la storia originariamente.
Ma la Super Deluxe?
Per quanto ami le storie "coraggiose" e originali che stanno uscendo negli ultimi anni, 30 euro per una singola storia sono davvero troppi. E il formato è eccessivo. Nella mia fumetteria di fiducia li appoggiano a terra, perché non ci stanno sugli scaffali.
Poche storie mi tentano più di un crossover PK-Doubleduck... ma non a quel prezzo.

Non riesco a non pensare che si tratti solo di un'iniziativa furba per spremere i cosiddetti "collezionisti".
E mi seccherebbe moltissimo se queste storie non finissero poi anche nella Deluxe Edition, perché vorrebbe dire "tenerle nascoste" ad un più grande pubblico che le leggerebbe volentieri, ma a prezzi più popolari.
Certo, uno potrebbe sempre procurarsi gli albi di Topolino originaii e leggersi le storie. Ed è per questo che la protesta lascia il tempo che trova.
Ma personalmente, che chiedano 30 euro per una riedizione deluxe (a volte, come commenta qualcuno, neanche di qualità eccelsa a causa del formato gigante) di una storia talvolta uscita praticamente l'altroieri, lo trovo poco onesto.

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