Accogliendo l' invito di Paperotto incollo qui il bellissimo intervento di Special Mongo sulla storia nominata sopra Zio Paperone e il ritorno alla natura. Lo faccio perche' non voglio correre il rischio che il commento, scritto su un sondaggio temporaneo, si perda per sempre. E' un piacere leggere le parole di Special Mongo, adoro soprattutto il punto cruciale in cui il papero miliardario fa suo malgrado i conti con l' eta' avanzata:
Dunque, "Udite Udite!!"* (ma magari non ve ne può fregar di meno Lingua): l'allestimento del girone 1969 mi è stato particolarmente caro poiché ne fa parte una delle storie che ha avuto parola decisiva nella mia formazione di "appassionato di fumetti disneyani", e cioè Zio Paperone e il ritorno alla natura
, comprata su un "Grande Classico" del 1997 o giù di lì e da allora *mai più ristampata*: che abominio di desolazione!! Avrei voluto che spuntasse sulle testate disneyane almeno ogni 4 anni, e non certo per fare un favore a me!
Le storie di Cimino non avranno la perfezione formale delle storie di Barks, ma quanti spunti davano all'iter personale di un individuo e che sentimenti trasmettevano!
"Che malinconia rispetto alle storie italiane dei decenni che seguono! Inaccettabile per gli standard attuali!"
Che tristezza traspare dalla Paperopoli di plastica che il fedele e sempre malinconico Bordini tratteggia in modo disadorno: d'altronde il mondo del futuro è diventato talmente programmatico da non contemplare più lo spettacolo. Che empatia per Paperino, costretto a fare la spola tra un pianeta all'altro biasimando Icaro che aveva la smania di volare. Che compassione per Paperone che, beato, osserva sulle cartine i suoi possedimenti, vittima ormai della sua sete di possesso insita nel capitalismo. Che nostalgia per la buona, vecchia 313 che scarrozza Paperino e Qui Quo Qua guardati con scherno da tutti gli altri paperopolesi i quali viaggiano su futuristici veicoli a reazione. Che pathos per Paperino costretto a subire la visione del suo coccolato angolo di verde raso al suolo dalle zannute ruspe di Zio Paperone, e che pathos per lo stesso Paperino che si lancia vociante contro le medesime venendone inghiottito, sequenza pesante stemperata dall'assurdità della conseguenza: Paperino murato vivo durante la costruzione in quattro e quattr'otto del nuovo edificio di Zio Paperone, e lo Zione che ("lol"!) come un'arpia guata e si lancia sui Nipotini rei di aver picconato il muro per liberare il povero parente. Quanto appoggio si merita Paperino, quando esclama ""Che orrore!"" alla vista del centro turistico che sta sorgendo in men che non si dica sulla tomba del bosco un tempo vergine, e quando accusa lo Zione di essere peggio di Attila, perché quello almeno si limitava a non far ricrescere l'erba. E... un passaggio che dopo 20 anni mi dà sempre i brividi: che tristezza per Zio Paperone.:
Zio Paperone: *Gulp! Non mi sento bene! Forse un bicchier d'acqua mi rimetterà in sesto...*
... e cade in terra svenuto, visibilmente provato.
Impiegato: *Gulp! Il principale è a terra! Presto, un medico!*
Dottore: *Caro Paperone, gli anni passano, purtroppo! Invecchiando, come sapete, si torna un po' bambini!*
Zio Paperone: *Che cosa mi consigliate? Un trenino elettrico?
Dottore: La vostra infanzia non ha conosciuto trenini! I boschi erano la vostra palestra di giuochi, lo sapete bene! So che la mensa dei pionieri non mancava mai di qualche coniglio selvatico! Voi lo catturavate con maestria!*
Zio Paperone: *Ulp! E' vero!*
Dottore: *Tornate ai boschi selvaggi! Catturate ancora qualche coniglio e i vostri malanni spariranno! Per Esculapio, è svenuto!*
Zio Paperone: *Sono fritto, dottore! Non potrò curarmi... Io stesso ho fatto distruggere l'ultimo pezzetto di bosco e... ho disperso l'ultima colonia di conigli!*
Dottore: *Be'... non vi resta che far costruire un bel coniglio di cemento e batterci la testa sopra! Spero che giovi!*
Paperone è molto anziano, non ce la fa più a lavorare a macchina tante ore al giorno.
Ecco, ho citato il dialogo a memoria ma il fatto che abbia letto e riletto la storia non scalfisce minimamente ogni mia rilettura di questo passo. Datato quanto volete, legato alla visione politico-sociale di Cimino e ai rivolgimenti sociali dell'epoca, mutuato da racconti di fantascienza più complessi di questa storia... ma l'emozione di sentire Zio Paperone acciaccato e con un piede nella fossa è forte: d'altronde questa storia è ambientata nel futuro, e si tinge delle tinte fosche di possibile"ultima avventura" del riccagno, che deve sentirsi "vivo" prima dell'inevitabile trapasso, per poter vivere meglio l'ineluttabile momento.
Altro che la tomba di Zio Paperone del famoso disegno di Don Rosa, o Paperone che sosta davanti alla tomba di sua madre nella "Saga"! E Paperone si sente vivo cacciando e pescando: soluzione oggi improponibile ma perfettamente accettabile, per quanto mi riguarda: l'Uomo è Natura, e Cimino inoltre poteva parlarne perché egli stesso era uno sportivo cacciatore. Ci rallegriamo quindi nel vedere questo vecchietto che torna ad essere arzillo mentre sta cucinando sulla graticola le trote appena pescate: ci viene voglia di accompagnarlo per mano verso l'ultimo viaggio, privando il suo cammino da ogni cosa che possa turbarne gli ultimi anni.