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Sono paragoni un po' impropri, i tempi erano diversi, un Casty veramente a briglia sciolta, con le libertà concesse un secolo fa (o cinquant'anni fa), non lo abbiamo mai visto.
Ma visto che nell'intervista Casty cita i 4 periodi di Scarpa, e io sono d'accordo con lui, prestandomi al giuoco, dico che Casty supera abbondantemente lo Scarpa '92-'05 (e vabbè), supera senza eccedere ma con una relativa tranquillità lo Scarpa '62-'75 e penso che ormai abbia superato lo Scarpa '75-'92. Ma lo Scarpa '56-'62 ancora non lo batte, o forse lo batte per i soggetti, ma l'armonia complessiva, quasi sinfonica, di quelle storie resta insuperabile (oltre al lessico desueto e adorabile).
Quanto alla Spectralia, non è tra i suoi soggetti migliori; nel senso che per i lettori di Martin Mystère tutta questa saga non è nulla di nuovo, eppure con il Raggio di Atlantide Casty era riuscito a trovare una chiave diversa, nuova, di trattare queste tematiche, deviando dal solito Polo e dalle solite grotte crollanti. Qua mi pare si sia fatto un passetto indietro, sotto questo preciso aspetto, a meno di non volerlo considerare un omaggio al povero Castelli.
La messa in scena è invece notevole, il cambio alle chine ha giovato decisamente (per quanto io abbia nostalgia di Mazzon e in passato sognassi un Bonfa partner fisso) e le panoramiche sono davvero magnifiche. Ho già avuto modo di elogiare la colorazione.
Ma nella terza puntata ho provato le sensazioni che qualcun altro ha riportato; come di una eccessiva foga, di un contesto che ha preso il sopravvento sui protagonisti, sballottati dall'inizio alla fine, e sulla trama stessa, di cui sono rimasti in sospeso diversi punti.
L'impressione è stata di un Casty ancora in rodaggio dopo lo stop, d'altronde aver prodotto 120 pagine in tre mesi è già da considerarsi un traguardo degno di ammirazione.
Nucci mi sa che scrive i riassunti senza aver letto le storie (eppure non dovrebbe essere possibile, visto il patchwork di vignette).
Le due storie promozionali non sono eccessivamente lunghe, e non tirano troppo la corda. Più che discrete.
Pippo Holmes è nello stile della trilogia gotica. Non mi fa riderissimo, ma ha quella stravaganza che non appare impostata artificiosamente; o, meglio, ai miei occhi lo appare, ma non mi infastidisce.
Per ora è promosso.