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Commenti sulle storie / Re:Darkenblot - il futuro è già qui
« il: Mercoledì 1 Mag 2024, 17:51:54 »
Nel complesso la saga mi è piaciuta molto, per svariati motivi:
- la caratterizzazione di Topolino
- l’ingegno delle trame
- alcuni dei nuovi personaggi (mister Me in primis)
- l’alta tensione che si respira
- Minni nel 2.1 (probabilmente la migliore in tutta l’opera castyana)
- l’argomento robotico trattato in modo nuovo rispetto al solito, in particolare nella descrizione degli automi come oggetti e non come esseri senzienti.
Tuttavia, se un punto debole si vuole trovare, lo riscontro proprio in colui a cui l’opera è intitolata (e per cui essa doveva costituire un rilancio in grande stile): Macchia Nera.
Intendiamoci: egli qui è più ambizioso che mai, machiavellico e avvolto nel mistero; ma dal punto di vista della personalità (ciò che in personaggio mi interessa maggiormente) credo che ci sia ancora strada da fare.
Forse un tempo sarei inorridito a leggere un’opinione del genere (ma poiché ora la penso, non vedo perché farmi scrupoli a scriverlo), però rispetto a quello di Gottfredson mi sembra oltremodo carente: gli mancano gli scrupoli morali, che lo rendono contradditorio e perciò più complesso; nonché unico e diverso da qualunque altro criminale. Così invece, mi viene da pensare che avrebbe potuto essere sostituito da un cattivo di un qualsiasi film d’azione senza che la storia subisse modifiche sostanziali.
Poi esistono aspetti che mi hanno appagato in tal senso, come il fatto che quando tiene un prigioniero non gli fa del male perché non è il tipo che usa la violenza senza motivo, oppure il contributo da parte sua nel salvataggio della città poiché non ricaverebbe niente dalla sua distruzione.
Tuttavia secondo me siamo ancora lontani da quello che Macchia può offrire.
- la caratterizzazione di Topolino
- l’ingegno delle trame
- alcuni dei nuovi personaggi (mister Me in primis)
- l’alta tensione che si respira
- Minni nel 2.1 (probabilmente la migliore in tutta l’opera castyana)
- l’argomento robotico trattato in modo nuovo rispetto al solito, in particolare nella descrizione degli automi come oggetti e non come esseri senzienti.
Tuttavia, se un punto debole si vuole trovare, lo riscontro proprio in colui a cui l’opera è intitolata (e per cui essa doveva costituire un rilancio in grande stile): Macchia Nera.
Intendiamoci: egli qui è più ambizioso che mai, machiavellico e avvolto nel mistero; ma dal punto di vista della personalità (ciò che in personaggio mi interessa maggiormente) credo che ci sia ancora strada da fare.
Forse un tempo sarei inorridito a leggere un’opinione del genere (ma poiché ora la penso, non vedo perché farmi scrupoli a scriverlo), però rispetto a quello di Gottfredson mi sembra oltremodo carente: gli mancano gli scrupoli morali, che lo rendono contradditorio e perciò più complesso; nonché unico e diverso da qualunque altro criminale. Così invece, mi viene da pensare che avrebbe potuto essere sostituito da un cattivo di un qualsiasi film d’azione senza che la storia subisse modifiche sostanziali.
Poi esistono aspetti che mi hanno appagato in tal senso, come il fatto che quando tiene un prigioniero non gli fa del male perché non è il tipo che usa la violenza senza motivo, oppure il contributo da parte sua nel salvataggio della città poiché non ricaverebbe niente dalla sua distruzione.
Tuttavia secondo me siamo ancora lontani da quello che Macchia può offrire.