Ultimamente ho rivalutato il concetto di copertina, la quale, seppure in modo diverso dal fumetto, può possedere una sua dignità artistica.
Ovviamente non mi riferisco a quelle che si limitano a mostrare il volto di un personaggio con una determinata espressione. Quelle tratte invece da una specifica storia, per me non sono da considerare altro che pubblicità, per quanto ben fatta.
Intendo le copertine che raccontano una vicenda, per quanto semplice. Raccontare per questo formato è molto difficoltosa, non solo poichè si ha a disposizione un'unica immagine, ma anche perchè manca di fumetti per riportare parole o pensieri dei personaggi.
Tuttavia, più volte si è riusciti a rappresentare eventi concatenati: questo avviene soprattutto illustrando una scena (2) che presenta gli effetti di un accadimento avvenuto prima (1), malgrado quest'ultimo non sia direttamente mostrato. Avendo due situazioni - 1 e 2 - unite da un nesso causale che le collega (anche questo fatto intuire), possiamo affermare che si tratta di narrazione, sebbene allo stato minimale.
Qualcuno può obiettare che le copertine a cui mi riferisco non contengono che un mero elemento umoristico, tuttavia ci sono anche fumetti i quali non posseggono altri intenti che fare ridere. In questo caso la differenza tra le due forme espressive è solo quantitativa, non qualitativa. E secondo me entrambe meritano di essere apprezzate ed analizzate criticamente, non solo una.
Inoltre, in diverse occasioni nelle copertine vengono messi alla luce i diversi aspetti della personalità dei suoi protagonisti, che in tal modo vengono caratterizzati e dimostrano la propria identità e riconoscibilità perfino in uno spazio così ristretto. (Nello specifico, a mio avviso è Pippo quello che ha funzionato meglio in tale ambito).
Da questo punto di vista, secondo me il migliore autore del genere è stato Artibani nei primi anni '00. Nemmeno tra le sue tutte le copertine possono dirsi convincenti, ma tra esse ci sono dei gioiellini.