Mi spiace nei prossimi giorni non poter partecipare alla discussione... cmq vedo che il discorso si è allargato e allora intervengo anche io sugli altri giallisti nominati.
Van Dine. come ha detto qualcuno questo narratore che partecipa all'azione senza fare nulla è piuttosto comico, a me ha sempre dato fastidio. Diciamo poi che lo schema impiegato è sempre lo stesso, e io ne ho letti parecchi, tutti quelli nominati da voi. Il fatto è seguendo pedissequamente il suo decalogo, alla fine succede che
il colpevole è sempre il meno sospettabile. Una volta scoperto il trucco, diventa prevedibile.
Romanzi con Nero Wolfe ho letto poco, pochissimo, ma mi è sempre piaciuto, anche se questo detective che non si muove da casa... ma non potrei discuterne molto, perchè non lo conosco bene.
Ellery Queen mi è sempre piaciuto molto, al pari di zia Agatha... erano gialli piuttosto vari e che si leggevano con grande facilità. Ne ho letti parecchie, anche se non il primo... davvero li ricordo con piacere.
Ho letto tantissimi romanzi anche di Edgar Wallace, ma sarebbe riduttivo definirli tutti gialli. Comunque questo prolificissimo scrittore era capace di gran bei lavori, "L'arciere verde" se non sbaglio mi piacque molto... Il fatto è che scrisse talmente tanto da essere molto discontinuo e insomma ho letto opere più riuscite ed opere meno riuscite.
Infine, ultimo e più moderno, ho letto un Camilleri con Montalbano... e mi ha molto deluso. A parte il linguaggio italosiculo, non so, mancava di quella profondità che i "vecchi" avevano.
Vi metto qui il link con le regole vandiniane!
http://it.wikipedia.org/wiki/Venti_regole_per_scrivere_romanzi_polizieschi