Altro libro: La chimera, di Sebastiano Vassalli. [molti spoiler]Il libro è ambientato negli anni che vanno dal 1590 al 1610, nella bassa, la campagna nei dintorni di Novara.
Antonia, orfanella lasciata una notte davanti al portone di una casa di carità, viene allevata delle suore con gli altri esposti, subendo una rigida educazione cattolica. Più grandicella, viene adottata da due contadini e si trasferisce con loro nel villaggio di Zardino. Antonia cresce bellissima tra l'invidia e le malevoci delle comari, e l'affetto dei due contadini che la trattano come fosse figlia loro, in un epoca in cui le ragazzine prese dalle case di carità venivano trattate praticamente come schiave, e le figlie femmine in esubero venivano affogate nel fiume come gli elementi di una cucciolata troppo numerosa.
Viene subito additata come stria, come strega, e accusata di corrompere i giovani del villaggio, e di partecipare ai sabba notturni su una delle due colline che circondano Zardino. Viene denunciata alla santa inquisizione di Novara, e viene così interrogata, inprigionata, torturata, riconosciuta come strega, violentata dai carcerieri e bruciata viva proprio nella cittadina che l'ha vista crescere, sotto gli occhi delle comari, delle ragazze con cui era cresciuta e dei genitori adottivi.
Vassalli narra la storia con parole dure e forti, alternando brevi periodi di narrazione a lunghe descrizioni dei luoghi e della loro storia, includendo dettagliati resoconti delle condizioni di vita dei contadini della bassa, dei risaroli, i miseri lavoratori delle piantagioni di riso, privati anche dei pochi diritti che la società del tempo gli offriva e frustati dai capi, il problema delle risaie, che diffondevano la malaria, i soprusi dei nobili, le razzie dei briganti e soprattutto l'oppressione religiosa che gravava come una scure sulle teste di tutti gli abitanti. A Zardino la parrocchia, precedentemente gestita da un quistone, un finto prete che allevava i bachi da seta in chiesa e prevedeva il futuro leggendo la mano, ora è governata dal pugno di ferro di un prete chiamato dalla diocesi a porre rimedio alla mancanza di religione nel paese. Così i contadini assistono a tutto il repertorio dei religiosi messi in ridicolo dal racconto di Vassalli: prediche fondamentaliste e visionarie, accuse di diavolerie varie, funzioni e cerimonie a tutte le ore per espiare i peccati e soprattutto la richiesta di soldi, sottoforma di offerte obbligatorie, balzelli e tributi vari.
Il periodo narrato, il seicento, è lo stesso dei promessi sposi di Manzoni, con la differenza sostanziale che qui, della divina provvidenza non c'è ombra.